@ WTF_Bach
Provati oggi pomeriggio presso Music Lab a Borgo Virgilio (MN).
F701
Estetica: molto grazioso, poco ingombrante, appare solido e ben rifinito. Anche l’effetto di venatura naturale del legno è molto ben realizzata.
Meccanica: senz’altro leggera, silenziosa e poco faticosa, ma un po’ troppo gommosa ed un filo lenta.
Suoni di piano acustico: non si può dire che manchi la gamma dinamica: si va dalla più tetra fanghiglia nasale alle sprangate di mazzuolo su lastra di latta.
Davvero deludente oltre ogni aspettativa: mancano la profondità e il legno quando il tocco è delicato, sostituiti da un sound confuso ed inscatolato degno dei baracconi della festa patronale di Pontecurone, mentre quando si comincia a mettere peso sul tasto esce subito l’odioso e stridente suono metallico tipico del motore sonoro supernatural. Non c’è che dire, il nuovo chip BMC non ha fatto il miracolo. Roland deve mollare il colpo con questa tecnologia da scappati di casa e rimettersi a campionare qualche Steinway.
Piani elettrici: molto belli, davvero facili e gustosi da suonare. Ce ne sono molti, e sono praticamente tutti fruibili.
Organi: troppo volume, non si capisce perché in qualunque piano digitale gli organi suonino sempre a volume doppio degli altri strumenti. Come qualità sono allineati alla concorrenza, ovvero più orrendi di un vecchio armonium delle suore Orsoline.
Altri suoni: ce n’è millantamila, e parecchi di buona qualità.
Altre considerazioni sul suono:
- l’amplificazione deboluccia e con gli speakers rivolti verso il basso non aiuta certo ad ottenere un suono caldo e coinvolgente. Tutto suona inscatolato, debole, poco profondo.
- all’accensione il suono si presenta non effettato, un po’ troppo secco ed innaturale. Capire come lavorare l’equalizzazione ed il riverbero non è immediato, ma una volta capito come fare l’incisività delle varie opzioni è piuttosto buona - ma non riesce a “domare” l’orribile arpa birmana che Roland tenta di spacciare (senza successo) per “Grand Piano”.
IU: moderna e piacevole, anche se un po’ stitica e ostica ad un primo impatto. Si sente la mancanza di un equalizzatore sul pannello.
Altre funzioni: e qui viene la cosa che mi da inviperire. Questo piano è dotato di ogni ben di dio, registratore audio incorporato, audio e midi over USB, polifonia a 256 voci, ritmi, Bluetooth, manca poco che ti faccia l’oroscopo mentre ti prepara un buon caffè. Manca solo una cosa: un suono di piano dignitoso.
FP60x: tutto come il fratello a mobiletto, tranne tre elementi che lo rendono più facilmente gestibile:
- equalizzatore a tre bande (assai incisivo) sul pannello. Non cambia la natura orripilante di quell’officina di metallurgia pesante che viene spacciata per suono di piano acustico, ma rende il tutto meno intollerabile, attenuando almeno la sensazione di “inscatolato” tipo giostre di periferia.
- speakers (sempre debolucci) posti sulla parte superiore dello strumento che offrono una resa decisamente migliore
- pulsante dedicato che permette di selezionare dei preset di ambienti stereo/reverbero abbastanza azzeccati.
Valutazione generale: quando diverrò segretario generale della repubblica sovietica italiana, condannerò i parlamentari di Italia Viva a studiare l’opera omnia di Garbarek sul Roland F701.
Grazie WTF_Bach per questa divertente e dettagliata recensione, scritta con gusto e padronanza del nostro bell' idioma italico. Molto piú utile e leggibile di tante altre descrizioni "blasonate".
Un consiglio spassionato. Oltre alla musica, io fossi in te mi avvicinerei anche alla letteratura. Come scrittore di romanzi.
Buona giornata
Sergio