@ paolo_b3
MicTastiera ha scritto:
Non ho capito bene qual è il punto...
Il punto è che se un fabbricante italiano compera un paio di scarpe in Cina e le paga 5 euro, poi le mette in una scatola in italia e per questa operazione spende 6 euro ci può scrivere sopra "Made in italy". Per inciso per questa strada avremo scarpe scadenti (che costano poco) in scatole bellissime (che poi sono rifiuti ingombranti)
In questo modo hanno reso il "Made in Italy" una barzelletta. Pensi che questa "norma di una produzione industriale dell'era moderna" ci abbia portato vantaggio?
Se il semplice reimballo in Italia di un manufatto completamente finito possa dare il diritto a rimarchiare come "made in Italy" il manufatto stesso questo onestamente non lo so.
A me personalmente non piacerebbe, ma qua dovrebbe esserci un intervento legislativo non solo italiano ma almeno europeo, ma non intendevo avventurarmi in discussioni così ampie.
Intendevo, qual è il punto di questa discussione.
Cioè, l'intervento postato all'inizio sostiene che le tastiere Fatar siano assemblate in Tunisia e spacciate per made in Italy?
Oppure stiamo dicendo che le tastiere Fatar hanno anche componentistica fatta (da Fatar) in Tunisia?
Sono due cose molte diverse e non ho capito di quale dei due casi stiamo parlando.