Kent83 ha scritto:
Mi resi conto che il corpo è solo un involucro per l'anima. Per anni la cosa era passata, poi con l'arrivo dei figli miei la mancanza è esplosa con una violenza che non potevo prevedere
Io sono ateo, per cui rimasi per giorni con un'esagerata consapevolezza dell'umana fragilità. Consapevolezza che è giusto avere, ma un po' nascosta, altrimenti ci blocca. Quella l'ho superata. Figli ne avevo già, e abbastanza grandi, quindi è stato difficile spiegargli che il nonno che alle 11 del mattino hanno visto, non avrebbero potuto vederlo più. Difficile è stato andare da mia nonna a dirle che suo figlio era morto. Mia mamma si è già ripresa, non ho idea di come abbia fatto, un po' la invidio.
wildcat80 ha scritto:
Io non so quanti anni ci ho messo a superare quello per mia madre, se lo avessi affrontato di petto tante cose sarebbero state diverse... Però tu ne hai consapevolezza, e non è la regola.
Un abbraccio.
si, sono consapevole di avere un lutto da superare. Non è il primo, a quasi 40 anni ho pianto davanti a mia nonna (materna) ricoverata in ospedale ma quando è mancata ho subito sentito una sorta di sollievo, eppure era la nonna che mi ha cresciuto, le devo tantissimo (forse anche il mio amore per la musica, lei cantava sempre). Ma sapevo che non soffriva più e mi confortava. Per mio padre è diverso, oltre al fatto che mi sono ritrovato sulle spalle dei pesi che ogni tanto fatico a sobbarcarmi, non mi capacito ancora di quando lo trovai senza vita. E' un loop dal quale non riesco ad uscire: da una parte ho la vita che va avanti (e anche decentemente, lo riconosco), dall'altra ho un blocco risalente a due anni fa. Voglio arrivare a tagliare quel cavo per rimettere in pari queste mie due metà lacerate.
Ricambio l'abbraccio con affetto,
... e perdonate se vi tedio con cose attraverso cui passano tutti, magari evocando fantasmi che ad alcuni potrebbero nuovamente disturbare.