WTF_Bach ha scritto:
Davanti alla legge le persone sono eguali. Se si comincia a dire che la provocazione vale attenuante (non scriminante, mera attenuante) se attuata da un uomo ma non da una donna, abbiamo abbandonato il mondo della giustizia per entrare in quello del puro arbitrio.
Il senso di giustizia è una cosa soggettiva e intima di ciascuno di noi.
Io la penso in un modo, tu in un altro. Non troveremo un accordo stando qui a scriverci.
Poi c'è la legge, inventata apposta per superare queste soggettività. Probabilmente non piace né a me né a te, ma ce la teniamo.
Per il diritto italiano, la legge è una cosa pratica, che si applica alla quotidianità andando a guardare le situazioni e tutti gli elementi.
Insomma, non esiste una generica tabella "pugno dietro provocazione = 3 settimane di gattabuia".
A tira un pugno a B. Si guarda chi sono A e B (quarantenne vs. novantenne? Sedicenne vs. sedicenne?). Censurati? Incensurati?
E il danno? Illeso, zigomo rotto, morto... tanto per dirne alcune.
Tutto materiale per giudici e avvocati.
Come ti dicevo, il risultato non è detto che piaccia neanche a me, vedi il caso del tipo che ha avuto come enorme attenuante il fatto di essere innamorato.
Ma la realtà della violenza sulle donne in Italia non è fatta da persone che si prendono un pugno in una rissa in un bar. E' fatta da persone che portano la maglietta con le maniche lunghe ad agosto, per nascondere i lividi.
Su quello che riportano i mass media, non metto bocca, perché sono l'ultima persona con cui parlarne.
Per quanto riguarda invece quello che dicono i vicini e l'opinione pubblica... boh.
Chi picchia la propria compagna, nel 90% dei casi smette di farlo quando la cosa viene alla luce del sole. Atroce, ma funziona così.
Quindi, se le notizie fanno un po' più scalpore, se la gente mostra maggiore sdegno, potrebbe anche essere una cosa buona. Il picchiatore di turno, sa che se la cosa viene fuori rischia questa specie di gogna e c'è qualche possibilità in più che non picchi.
Per contro, esistono moltissime situazioni in cui tutti sanno e tutti fanno finta di non sapere.