@ vin_roma
Ti invidio la pazienza che riesci a spendere nello scrivere queste cose.
Generalmente questa forma di musica è concettuale, esiste per esprimere se stessa, per mostrare quale architettura possiamo ancora aggiungere alla nostra conoscenza rispettando le leggi della fisica ...ma qui ti sei lasciato anche andare, c'è qualche fronzolo, qualche vezzo ammiccante, come dire:
"String Quartet in F minor, ti ho cercato, ti ho scolpito estraendoti dall'insieme del tutto ma sappi che ho anche coscienza dell'effetto del ritardo di una soluzione, dell'emozione dell'inganno di una sesta partenope e questi "fiocchetti" li ho aggiunti apposta per ricordarti che la mente umana, seppur nell'assoluto, ha visto e vissuto gli imbrogli e le incertezze della vita e quindi ...mi voglio abbandonare all'emozione e nell'attesa di concepire il tutto voglio illudermi un po'..."
Di' la verità, sai che andando per questa strada arriverai nel paese delle melodie libere dalle logiche strutturali, dove arriverai a scrivere per emozioni e non per replicare i calcoli esatti dell'assoluto... vero?
A quando la nascita di un nuovo linguaggio? Un altro po' di salita e ci sei ...io ti aspetto perché so che ci arriverai, bene e meglio di molti altri.
P.S.: 'sta 9^ in IV rivolto non l'ho percepita. A batt. 14/15 sento qualche difetto di scorrimento, tipo che manca un'imitazione ma forse è dovuto al fatto che il secondo La del I° violino non si sente o comunque è coperto dal Sib sotto.
Caro Vincenzo, innanzitutto grazie della tua attenzione e delle tue parole e suggerimenti che per me sono estremamente preziosi.
Un paio di punti in ordine sparso:
1) sulla linea contrappuntistica della misura 14/15, hai ragione: per evitare una falsa relazione ho cincischiato con il contorno melodico. Ho provato a risolvere reintroducendo il basso per fargli dare il sib, ed ho approfittato per correggere alcune linee melodiche che percepivo ancora impacciate.
Il risultato
qui
2) il quarto rivolto di nona é al secondo quarto della battuta nove...troppo golosa l'opportunità di strizzare l'occhio ad uno dei miei miti, Arnold Schoenberg, ed a quell'accordo che, insieme al Tristan-Akkord, ha segnato l'inizio del disfacimento dell'armonia tonale comunemente intesa
3) veniamo al nocciolo: le tue parole colgono appieno il nucleo della mia ricerca, ovvero far coesistere l'anelito alla perfezione insito nelle procedure contrappuntistiche, con il loro costante riferimento alle leggi fisiche ed al disvelamento del Vero, con la capacità di usare e "costringere" l'armonia all'espressione del tormento interiore, del languore, della sofferenza di un decadimento presente che però sempre anela al Bello ed alla serenità.