titolo ambiguo, che spiegherò, ma permettetemi una premessa.
Si suona pochino, rispetto all'era pre-covid; con il trio jazz stiamo approfittando per sfoltire/rimodernare/spolverare il repertorio molto vasto che abbiamo (60-70 brani); a questo si è aggiunta da parte mia una ricerca timbrica (niente di particolare, solo qualcosa di differente dal "solito" pianoforte). Dato che non ho più molta voglia di portarmi dietro
questo setup live, o perlomeno lo voglio usare solo nelle occasioni che richiedono/meritano, mi ero preso un piano più leggero di CP1 (Roland RD88) contando di usarlo con macbook per i suoni di piano. Ma poi volevo anche suoni di Hammond, pertanto avevo pensato di metterci sopra la iRig Keys I/O: bello, pensavo, fa da scheda audio, la posso usare anche con il cellulare, ho preso AUM, i vari Vb3m, Vtines, ecc.
...finchè non mi sono trovato davanti alla NON voglia di configurare il tutto, di avere sempre l'accrocchio da cablare, la mancanza di drawbars, ecc. Ok, guardiamoci allora intorno per una tastiera da mettere di sopra, con suoni di Hammond e piano da pilotare con RD88. Bitimbrica, quindi. La scelta era tra Yamaha YC61, Hammond SKpro e Nord Stage o Electro.
Ho scelto NE6d 73 e mi sono chiesto perchè ho aspettato così tanto tempo a ricomprarmi una Nord
Avevo avuto il NE2 e lo Stage prima versione, questo NE6d mi ricorda quasi più lo Stage che la spartanissima NE2, la keybed è la tp80 con una piacevolissima cedevolezza, non è artificialmente dura come la waterfall di NS3, che è decisamente meno organistica.
I suoni? Dannatamente efficaci; parlare di realismo, in tempi di vst GIGAnti, sarebbe improprio; il clone hammond si fa suonare, apprezzo le drawbar in luogo dei led, i piani acustici hanno un filtraggio sempre un po' presente (per ovviare a pochi layer), a volte un po' invadente. Sul filtraggio tornerò dopo, comunque. Provando i vari piani (in 1 Gb non ci stanno tutti, una scelta va fatta) ho optato alla fine per le tre versioni XL di Yamaha S6, Fazioli e Bosendorfer; i piani elettrici sono anch'essi molto efficaci: la vera innovazione che dà loro linfa e vita è il filtraggio Dyno (di nuovo i filtri!). Mi stupisce che con pochi Mb il suono sia comunque molto presente, in-your-face. Il clavinet lo ricordavo migliore, tra l'altro su NE2 potevi scegliere tutte le configurazioni possibili dei pickup. Pazienza. Ma la differenza, vera, di suonabilità, viene dalla keybed... di RD88!! Mi è capitato di usare NS3 73 (waterfall) e 88: forse anche a causa dell'amplificazione trovavo sempre i piani molto compressi, difficili da gestire. I piani Nord, pilotati da una buona master esterna, acquistano una dignità che altrimenti viene mortificata da una keybed creata per accontentare tutti ma che alla fine non entusiasma nessuno. Con l'ultimo aggiornamento firmware, Nord ha fatto in modo che i pianoforti suonassero sempre, anche quando si preme il tasto ultrapiano. Per fortuna la cosa è disattivabile, da pianista lo trovavo fastidioso.
Invece, usandola come organo a due manuali (vabbè, il manuale inferiore è pesato...) trovo limitante il fatto di poter gestire le drawbars via midi, ma non separatamente per il manuale superiore/inferiore, dato che rispondono allo stesso control change. Intendo dire che per intervenire sulle drawbars del manuale inferiore devo sempre passare dal pannello di NE. Peccato, ma tanto i jazzisti di sotto mettono sempre 848 e se lo dimenticano!
Bella invece (per un organista) la possibilità di attivare il "manual organ", che altro non è che la funzione di avere sempre il suono corrispondente alla posizione delle drawbars. Comodo, a colpo d'occhio sai che suono avrai, meglio che guardare nel display.