artemiasalina ha scritto:
Per quanto riguarda il periodo difficile in generale, sposto un attimo l'attenzione sugli ascoltatore, ovvero, anche noi: onestamente, quanti di noi vanno a cercare e dedicano la giusta attenzione a musica meno commerciale di quella che ci propina la radio? Io, per far ascoltare il mio album, devo quasi pregare le persone, perchè non c'è attenzione, non c'è interesse, non c'è più la cultura di mettersi comodi, accendere lo stereo, ed farsi rapire per 30 minuti dalla musica. E quindi, ecco che ci resta solo quello che passa, velocemente, a ritmo incalzante, alla radio, magari mentre stiamo facendo altre mille cose.
Questo è molto vero e pensiamo anche a quanti di noi "addetti ai lavori" (che sia per hobby o per mestiere) vanno a sentire esibizioni live di altri "come noi", ovvero di proposte nuove o comunque non concerti di personaggi noti (e se ci andiamo, quanto spesso)? A questo ci si aggiunge la sovrapproduzione musicale portata dai nuovi media, che anche volendo rende difficile districarsi tra le novità, mentre prima le etichette discografiche, fossero esse major o indie, di fatto svolgevano un ruolo di "preselezione", piacesse o meno come lo svolgevano era comunque utile a dare una cadenza ragionevole alle nuove uscite.