E' il (quasi dimenticato) 1986.
Il nostro, archiviato l'astioso divorzio con il Rapetti nel 1980 (Una giornata uggiosa) , dopo il precedente Lp del 1982 (E già) nel quale i testi risultano scritti da uno pseudonimo (Velezia) che potrebbe nascondere la (inquietante) moglie, spariglia di nuovo le carte e decide di farsi scrivere le liriche da Pasquale Panella, poeta e scrittore, acrobata delle rime e dei versi.
Ne nasce, a mio parere (partigianissimo ideologicizzato e per gniente politicamente corretto) l'ennesimo capolavoro, che oggi, conferma il suo arditissimo senso lirico e soprattutto il respiro melodico, che all'epoca mi spiazzò completamente.
Segnalo,
ex plurimis, Le cose che pensano, Fatti un pianto, Equivoci amici
Ve lo propongo, ancora fortemente emozionato
L.B. D.G.