@ giosanta
Il vero dramma è che spesso, non sempre naturalmente, il “politically correct” altro non è che ipocrisia culturale che eccede i limiti, quindi danneggia ciò che invece è sacrosanto salvaguardare.
Esempio.
Tempo fa commentavo sulla versione “on line” di un quotidiano un fatto di cronaca riguardante la vicenda di una docente che aveva “abusato” di un allievo, in casa.
Trattandosi di maggiorenne e minorenne il fatto costituisce reato, senza se e senza ma, punto.
Tuttavia feci presente che quanto capitato al minore adolescente è ESATTAMENTE la realizzazione del DESIDERIO PROIBITO MASSIMO di OGNI MASCHIO che abbia raggiunto la maturità sessuale dal tempo di Adamo ed Eva, un quadro psicologico che sta alla psicologia come 1+1=2 sta all’aritmetica.
Ovviamente questo non elimina il reato, ci macherebbe, ma lo configura in maniera diversa dalla "violenza" adontata, perchè li, come feci presente, OGNI LETTORE MASCHIO avrebbe nel suo intimo voluto essere al posto di quel ragazzino.
Sottolineai anche che nel caso di femmina vs maschio non mi sembrava corretto parlare, come si faceva, di “stupro”: abuso, irretimento, circonvenzione ecc. si, ma lo “stupro” da parte di una donna verso un uomo, per banali aspetti fisiologici è tecnicamente impossibile, per motivi che qui sarebbe fuori luogo specificare.
Apriti cielo: fascista, vetero maschilista, arcaico… ecc. ecc.
Dobbiamo solo augurarci che: ”una risata li seppellirà”.
In un caso come questo onestamente avrei evitato il tuo commento, anche se in sostanza dice una sacrosanta verità di fatto va a scontrarsi con l'emozionalità del momento.
Ma la cosa che mi lascia perplesso riguardo certi atteggiamenti è che affrontare il problema della parità di genere con le boutade stile articolo postato da Zaphod rischia di fuorviare l'attenzione da problemi ben più seri.
Lo derubricherei a "marchetta" sulla parità di genere.