@ Dallaluna69
Sottoscrivo ogni virgola.
Aggiungo una riflessione un poco provocatoria...
Nel forum, col passare degli anni, ho notato aggressioni a chi fa piano bar, a chi suona l'arranger, a chi fa karaoke, a chi fa il DJ... Ogni volta sembra che si pensi che certe categorie di persone abbiano la vita facile e che, per qualche perverso giro di idee, vadano a togliere qualcosa alle altre persone.
Se fai computer music, sembra che rubi qualcosa a chi "suona davvero" (o almeno crede di farlo...). Non so cosa gli rubi: gli ascoltatori?
Come se ci fosse qualcuno che pensa: "Cosa compro oggi, un CD di questo tizio sconosciuto che fa jazz o di questo tizio sconosciuto che fa progressive house? Ah! Nessuno dei due! E comunque non hanno fatto un CD, almeno che io ne sia venuto a conoscenza..."
Per fare il DJ, tanto per fare un altro esempio, non basta crearsi una chiavetta con le canzoni fighe del momento. E' un lavoro complessissimo, che prevede certamente di tenersi aggiornati rispetto alle mille sottocategorie delle suddette canzoni fighe, ma anche di capire qual è la platea che ti sta ascoltando, qual è l'umore della sala (e come cambia durante la serata), quali brani stanno bene insieme e perché... per non parlare del fatto che ad una sfilata di moda il DJ farà un set completamente diverso da quello che farà ad un rave party...
Non troppo tempo fa, sul forum si è affacciato un rapper che cercava qualcuno che gli facesse le basi per una collaborazione: un cosidetto "beatmaker". Gli è stato risposto, da più forumer, di farsi le basi da solo, con i sample gratuiti scaricati da internet, che tanto ci volevano 5 minuti. Quel thread mi colpì moltissimo. Mi fece capire quanto poco si conosca di certe figure del mondo della musica e del lavoro che fanno.
Si pensa che i beat Rap, Trap, Hip hop vengano fatti da ragazzini con computer pieni di software crackati, che pigiano due tasti a caso e la canzone si faccia da sola. Si commettono due errori: il primo è ritenere che essere ragazzini sia una colpa a prescindere, il secondo che per fare quella musica non ci sia da studiare. Magari studiano i tutorial, magari si aiutano a vicenda, magari imparano cento volte più velocemente di noi, perché sono più giovani. Ma dietro a un beat fatto bene, c'è tanta, ma proprio tanta conoscenza e qualche volta anche talento.
Mi associo con i commenti e le considerazioni.
Aggiungo solo che, pe quanto mi riguarda, quello che io trovo essermi d' aiuto nella stesura di un brano inedito pop - che confermo non essere assolutamente una passeggiata - é un approccio "minimalistico" nella composizione. Pochi, anzi pochissimi strumenti, che giá farli "interagire" tra loro con le giuste frequenze, accordi e rivolti, aumentate e diminuite, é un lavoro di cesello. Se si inizia con molti strumenti, essendo le "combinazioni" ( o permutazioni ? ) molte di piú, aumenta le difficoltá nel tentativo di amalgamarli.
E poi la voce. Personalmente ritengo (forse scoprendo l' acqua calda) che nel genere pop la voce é lo strumento primario. Quindi gli altri devono "sottostare" e darle spazio laddove possibile. A parte quando la voce tace. E lí ci vuole talento e creativitá per trovare un ritornello o refrain orecchiabile e memorizzabile.
E che tuttavia non si ripeta mille mila volte. Perché in quei tre minuti ti giochi tutto, e se ci si ingolfa nella ripetitivitá ci si arena nella monotonia. Ed il brano precipita nel dimenticatoio.
La ricerca della "perfezione" nel mix o nel master é per coloro - come me perfezionisti - un aspetto comprensibile, al quale destinare molto tempo e fatica, tuttavia ció distoglie e stanca, e bisognerebbe invece seguire l' istinto compositivo del momento - a mio modesto parere.
Insomma. Qualunque genere si faccia, ci vuole pazienza e "orecchio" fino. E senza dimenticare il fine ultimo: divertirsi !