greg ha scritto:
quando si può ritenere workstation una macchina o quando synth....
Nell'era buia della ridondanza dei cosiddetti rompler, essi venivano proposti come sintetizzatori, anche se (per come li vedevo io) erano lettori di campioni con possibilita' di modifica di filtri e inviluppi. (e poi le funzioni workstation : sequencer, pattern, funzioni karma ecc.)
Per anni hanno mantenuto il dominio perche' non si produceva altro, e forse perche' si temeva che i VSTi avrebbero preso sopravvento quasi totale sui sintetizzatori puri.
Quando uscivano i modelli nuovi, si finiva per comprare di nuovo sequencer, e funzioni workstation solo per poter avere le nuove sonorita', per poi scoprire che il 70% della macchina era cio' che si aveva gia' prima, e di nuovo c'era solo il 30%.
Non si poteva fare diversamente, perche' la minestra era quella, e veniva continuamente "ribollita" (termine coniato da me sui sintetizzatori riproposti in quel modo, con riferimento al noto piatto toscano).
Cosi' c'era chi passava dal Fantom al Motif, e poi al Triton ecc attratto dalle diverse sonorita', per poi scoprire che mancava sempre qualcosa.
Ora le cose sono diverse, e i vuoti sono stati finalmente colmati.
Si puo' avere una workstation evoluta (e tenerla per molto tempo) e poi completare il proprio set secondo le esigenze, attingendo ad un infinita' di prodotti (Tastiere stage, Arranger evoluti, Sintetizzatori VA, Sintetizzatori RA ecc).
Ora non manca nulla.
A proposito dei recenti RA definiti Cloni, aggiungerei che lo sono in gran parte, ma non va trascurato il fatto che sono comunque strumenti aggiornati ai nostri tempi che oltre a rispecchiare la struttura di synth del passato, hanno contenuti innovativi che ne li fanno diventare a loro volta strumenti finiti e non solo cloni.
Il Deepmind non e' un clone del Juno 106, ma con i contenuti aggiunti e' uno strumento con il proprio carattere, che a mio avviso e' rafforzato non poco rispetto al 106.
Personalmente non casco nell'errore di cercare a tutti i costi il Juno nel deepmind o il Moog nel Model D.. so che la voce e' quella, ma so anche che con le funzioni aggiuntive, sono diventati anche loro strumenti a se stanti che vanno valorizzati in ottica attuale.
Insomma se in passato c'era sempre un vuoto (ai tempi degli analogici mancavano i campioni, mancava il digitale ecc, col digitale mancava il calore analogico ecc) oggi c'e' davvero tutto ed ogni musicista o amatore che sia, puo' scegliere.. Una volta invece si doveva sempre arrivare a dei compromessi.