@ JoelFan
Ogni volta che facciamo i "nostri" arrangiamenti di cover col gruppo, quindi durante le prove, mi ritrovo a chiedermi come organizzare le mie parti.
A parte gli interventi comandati, come i soli, i riff specifici, e quelle parti che devono somigliare ai pezzi veri, ho da discutere (con me stesso e non solo) di che fare con le due mani, durante l'accompagnamento del pezzo.
A volte mi dicono: tagliati la mano sinistra!
Essendo di estrazione rock, con la sinistra spesso faccio le ottave o arpeggi, togliendo spazio sonoro al bassista.
Ma quante mani si usano? Che parti suono con la sinistra? Perdonate le domande un po' generiche, immagino che dipenda dal pezzo, ma in un contesto pop l'insieme è spesso già bello pieno. Sto indietro? Faccio piccoli interventi?
Se parliamo di contesto pop (ma vale in generale) si può anche non suonare nulla in certi momenti, ad esempio ci sono brani in cui (nell'originale) le tastiere entrano solo dalla seconda strofa o addirittura solo sul ritornello (e magari per parti semplici/secondarie) e va benissimo così.
Solo per usare un esempio noto a tutti, pensa ai tastieristi e gli orchestrali di Sanremo, nella maggioranza dei casi non suonano costantemente durante tutto il pezzo, anzi ...
Bisogna suonare "per il brano" (originale o riarrangiato che sia) non "per se" o "per far sentire il mio strumento", bisogna fare "la propria parte" (intesa in senso strumentale e di partitura) ed essere capaci di spostare l'attenzione sul far funzionare l'insieme, non suonare per autocompiacersi o voler (esplicitamente o inconsciamente) sempre dimostrare di "essere bravi"; perchè bravo è anche il gonghista che da solo 1 colpo ad inizio o fine pezzo, ma lo da in modo che sia perfetto per tempismo/intensità/durata...
Come regola generale, nel fare dei propri arrangiamenti è sempre meglio "togliere" (note, parti) che aggiungere, che ad aggiungere si fa sempre in tempo (e meno fatica) in seguito, se proprio necessario.