mauroverdoliva ha scritto:
esiste mano d'opera e mano d'opera a prescindere dal luogo di origine...
questa è verità.
C'è un discorso enorme dietro, che toccherebbe manodopera italiana demotivata e sottopagata, laboratori semiclandestini che di italiano hanno solo l'indirizzo, in cui poi lavora di tutto in condizioni simili a certe fabbriche cinesi, ecc. Forse non è il contesto; comunque preferisco (quando posso) la produzione locale a quella estera, e ammiro sempre l'imprenditore che preferisce rinunciare ad una fetta di guadagno piuttosto che delocalizzare la produzione.
Comunque: giusto parlando di amplificazione, io come impianto privato ho avuto l'italianissimo SR Pocket Two (che possiedo ancora, ma lo utilizzo come impianto home theater col subwoofer dietro al divano... una figata, con certi film sembra che stia per crollare la casa) e sono passato alle cinesi QSC K10.
L'esigenza primaria è stata l'utilizzo di due fullrange al posto di un sistema 2.1, unita ad una trasportabilità un po' meno problematica. Qualitativamente ritengo ambedue a livelli piuttosto alti, ma devo dire che come fedeltà assoluta per i suoni di pianoforte ho una preferenza verso le QSC. Sono più analitiche, meno calde rispetto al Pocket Two (che è in legno), oltretutto hanno una pressione sonora maggiore, a volte con il Pocket Two mi entrava il limiter con sola voce e pianoforte, mentre QSC le uso anche con organo, facendo i bassi, e tengono bene pur restando intelleggibili. Niente di ultrapotente, comunque...
QSC è un caso di prodotto cinese proposto a prezzo medio/alto. Quali sono le cause? Non saprei: a me, come utilizzatore, serve che suoni bene e sia affidabile. Ignoro quindi se il prezzo elevato sia dato da componentistica, progettazione, manodopera, ricarico spropositato... forse è una combinazione dei 4. Da profano (inteso non addentro all'industria), a mio avviso valgono il prezzo pagato, così come il sistema SR.