wildcat80 ha scritto:
mi interesserebbe sapere come sono piazzati a livello di reperibilità ricambi, affidabilità e facilità di riparazione.
Sono tutti abbastanza affidabili. Però il Poly 61 oggi rischia di avere un grosso problema, se non è stato mai revisionato in passato: la pila Varta che tiene attiva la memoria delle patch spesso perde acido e corrode piste e componenti sulla scheda CPU. È un problema purtroppo piuttosto comune, la cui risoluzione è molto laboriosa e non sempre coronata dal successo, nel senso che la scheda CPU rischia di essere talmente degradata dall'acido che l'unica soluzione è sostituirla con un'altra cannibalizzata da qualche altro Poly 61. Fortunatamente oggi qualcuno
si è messo a clonarla (ed ha clonato pure altre schede, tra cui quelle del Polysix, altro synth Korg afflitto da questo problema).
Poly 800 e DW 6/8000 invece fanno uso di una pila a bottone CR2032, che è sigillata e non perde acido. Ma è buona cosa sostituirla comunque, primo perché dopo più di 30 anni è già tanto se la pila tiene ancora, secondo perché quella originale è saldata, quindi il cambio pila sarebbe una buona occasione per installare uno zoccolino in modo che per le successive sostituzioni non si debba più mettere mano al saldatore.
Korg Poly 800 e DW6/8000 fanno parecchio uso di componentistica personalizzata Korg. Tutti e tre usano chip proprietari per oscillatori e filtri. La reperibilità di questi ricambi è piuttosto scarsa, ma fortunatamente come detto sopra, se sono stati revisionati sono strumenti ancora piuttosto affidabili. E sono tutto sommato synth poco costosi, quindi al limite se lo strumento è irreparabilmente danneggiato se ne può prendere un altro, e tenere quello morto per ricambi (o rivenderlo per pezzi, recuperando parte della spesa del synth preso in sostituzione).
Il Poly 61 invece usa più che altro componentistica standard commerciale. Per i filtri usa chip SSM (Solid State Music, all'epoca concorrenti dei CEM), che non sono facilissimi da trovare ma sono comunque più reperibili di quelli personalizzati di Korg. Quindi dal punto di vista della riparabilità il Poly 61 è quello che da meno problemi per ciò che concerne la reperibilità dei ricambi.
Tutti questi synth sono costruttivamente piuttosto semplici, poche schede e circuiti molto razionalizzati, quindi eventuali difetti sono più semplici da trovare rispetto ad altri polifonici più complessi come i Jupiter o gli Oberheim, per quanto lavorare dentro un polifonico analogico per stanarne i difetti possa comunque richiedere parecchio tempo, tra schemi da seguire e sondaggi da fare con l'oscilloscopio (i DW poi possono essere abbastanza rognosi se il guasto è sulla parte digitale). E tra l'altro, se il synth non è mai stato revisionato, un giro di calibrazione seguendo le istruzioni del manuale di servizio è praticamente d'obbligo. Fortunatamente la calibrazione su questi synth è piuttosto semplice e lineare, relativamente pochi trimmer e procedure di calibrazione abbastanza immediate.
wildcat80 ha scritto:
Così a naso i più interessanti mi sembrerebbero il Poly61 e il DW, soprattutto quest'ultimo ha delle sonorità particolari e un delay particolarmente espressivo.
Confermo. Il DW inoltre ha un filtro molto musicale, che se impostato con forte risonanza letteralmente "canta" sugli armonici, ed essendo che molte delle onde digitali a bordo hanno armonici piuttosto distanziati l'effetto che si ottiene è molto suggestivo, specialmente se combinato col delay di bordo. Possiedo un DW-8000 e recentemente ci ho smanettato un po', gli sweep di filtro con risonanza alta ed il tutto passato nel delay sono la morte sua. Decisamente consigliato.
[continua...]