@ vin_roma
E' un andazzo che non mi piace.
Il rigore nella teoria crea punti fermi che rimangono indelebili e proficui nel futuro, specialmente se si vuole affrontare la musica professionalmente, poi suonare è un'altra cosa ma verrà sicuramente più facile e sicuro con un bagaglio serio e approfondito.
ha ragione asterix, il solfeggio alla vecchia maniera non dico sia dannoso ma non lo considero assolutamente una materia che sviluppa musicalità, anzi spesso va a fare danni.
l'esempio per dire del direttore d'orchestra che suddivide come dici tu in maniera analoga o quasi al solfeggio parlato...ok ma che ci azzecca, il direttore non solfeggia! non legge...o meglio conosce il brano, a volte da sguardi alla partitura ma in sostanza guida l'orchestra dando indicazioni, accenti, agogica, dinamiche....ma non "enuncia" le note a voce alta ne tantomeno canta!
nel parlato devi invece pronunciare la nota giusta al momento giusto, a tempo, tutto questo ci metti anche al dover pensare pure alla mano! bah, è un esercizio quasi(secondo me) fine a se stesso, importante per me è che intanto chi studia sappia nella testa come suddividere i valori, che abbia cognizione del tempo e del ritmo, ripeto ma nella mente non nella mano!
oggi si tende appunto a rendere il solfeggio parlato piu un "cantato a metà" ossia, solfeggiare con un suono solo, indefinito, in modo da capire bene la durata reale, come se fossi uno strumento, che con la vecchia tecnica dooo ooo ooo oooorrrr eeee eeeee eeeeemiiii.....che caxxo è? nessuno strumento fa doooooo ooooo oooo oooo (a parte un pad con la sidechain)
oggi quindi si tende a vedere il parlato come lettura musicale, un anticamera del cantato che, forse, è il punto di arrivo piu importante....se vedi una partitura e sai intonarla come se fossi uno strumento leggendola in realtime sei cubase, piu di cosi, la musica è questa alla fine, vedere uno spartito e cantarlo/capirlo a prima vista, come se leggessimo una poesia o prosa (nei limiti umani ovviamente...)
quindi io personalmente vincenzo mi preoccuperei di piu di altri aspetti se fosse mio figlio, parlo di come viene impostato allo strumento, di come gli si fa affrontare il cantato, del trasporto...del parlato si vabbè, ci sono nazioni al mondo in cui nemmeno si pratica eppure suonano mostruosamente, non penso quindi che praticare il parlato suddividendo in un modo tradizionale (due battere giu, sinistra, destra), moderno o contemporaneo, possa incidere molto sulla futura carriera musicale! il rigore sulla teoria ok, punti fermi va bene, ma senza esagerare secondo me.