@ MarcezMonticus
Apro un thread per chiedervi se vi è mai capitato di "abbandonare" l'ascolto di un artista (ovviamente tastierista) o di una band in cui le tastiere fossero parte importante della band salvo poi riprenderne in mano (anzi, nelle orecchie) le gesta musicali e scoprire che lo avevate in qualche modo sottovalutato e che invece ora vi da sensazioni completamente diverse.
Comincio io:
- Mark Kelly (Marillion) diciamo che se all'inizio lo consideravo il "clone" depotenziato di tony Banks (insieme al resto della band) ho riscoperto con piacere le sue tastiere, i suoi suoni, i suoi interventi, ecc...nella produzione della band inglese post Fish (fase che a me piace molto più).
- Hugh Banton (Van Der Graaf Generator) belin, questo era veramente un grande hammondista, semplice, senza tanti fronzoli, funzionale allo stile compositivo inconfondibile di Peter Hammill.
- Christopher Lenox-Smith (Ozric Tentacles) ipnotico come il resto della band, un tripudio di sonorità davvero da ascoltare con attenzione.
- ... tocca a voi ...
Parli di tastieristi, non pianisti quindi.
Sembrerà banale, ma direi Antonio Aiazzi dei Litfiba. Niente virtuosismi, ma belle e semplici melodie funzionali ai brani, con suoni sempre adeguati.
Poi aggiungo Roddy Bottum, tastierista nei Faith No More. Anche lui linee semplici ma efficaci.
Ho imparato molto da loro, in ambito rock alternativo.
Con Mark Kelly invece, mi è capitato il contrario. Lo adoravo prima, medio-virtuoso con Fish e fucina di idee sbalorditive fino a Brave.
Poi la parabola discendente: ora non solo non sa più suonare (dal vivo tra l'altro cicca un sacco di note), ma non riesce più a azzeccare né una melodia né un suono decente. Grandissima delusione. Per me.