Restauro pianoforte verticale inizio 900

wildcat80 16-06-19 22.05
Ciao a tutti, finalmente, alla tenera età di 38 anni, ho la casa in cui poter sistemare il pianoforte di famiglia.
È un verticale del 1920, mobile in mogano, tastiera in ebano e avorio, camicia in ghisa, triplo pedale con una corda, sordina in feltro bloccabile per lo studio e sostenuto. Costruito in Germania, produttore Edmund Zeldwin, modello "type extra".
Ci ha studiato la mia prozia, fu il suo regalo per la Comunione, l'ha usato per decenni per dare lezioni e poi ci ho studiato io.
Lo strumento è stato ripristinato completamente nei primi anni 90 (sostituiti tutti gli smorzatori, pulizia e revisione di tutta la meccanica, accordatura, sostituzione del telo posteriore, trattamento anti tarlo), però è stato inutilizzato per molti anni, restando chiuso in una casa che aveva la caratteristica di non essere umida, per fortuna.
Il tecnico a suo tempo vedendolo da fuori, col le iniziali EZ intarsiate sentenziò che era un "Emilio Zaccagnini" e non valeva nulla, ma dopo aver rimosso il pannello frontale di fronte alla tavola armonica in ghisa con il marchio Edmund Zeldwin era rimasto a bocca aperta dicendo che era uno strumento di un valore inestimabile e che andava rimesso a nuovo.
Erano altri tempi, il tecnico era un omone che per il restauro aveva chiesto i costi dei materiali, le spese di viaggio, un buon pranzo ogni giorno.
E la mia assistenza come garzone. Avevo si e no 12 anni e mi divertivo un sacco.
Attualmente il mobile è stato danneggiato dai tarli, solo esternamente e in maniera non particolarmente vistosa.
La martellista è integra, le parti in legno e in feltro sono apparentemente in perfetto stato di conservazione, probabilmente si è solo accumulata della polvere che ha reso il ritorno dei martelletti un poco lento per alcune note.
Verificato l'accordatura che ha mantenuto il diapason con qualche lieve sbavatura qua e là.
Dovendo portarlo in una casa nuova, credo che la prima cosa da fare sarebbe provvedere ad una prima operazione di pulizia approfondita in loco, ed al conseguente trattamento anti tarlo, eventualmente ripetuto.
Dopodiché credo che sarebbe opportuno provvedere a chiudere i cunicoli dei tarli con una cera apposita del colore giusto.
Questa parte posso farla con mio padre che per hobby ha sempre fatto restauro di mobili antichi.
Dopodiché spostamento, assestamento e messa in mano a un tecnico esperto per rivedere la meccanica.
Il costo del restauro del mobile è irrisorio.
Il trasporto ho già il preventivo, circa 350 euro per 40 km.
Non saprei quanto potrebbe costare il lavoro del tecnico. Ieri ho girato un po' facendo vedere le foto dello strumento e tutti mi hanno risposto che non vale la pena ma che lo comprerebbero volentieri (inutile che vi dica che lo pagherebbero molto poco).
La cosa mi puzza parecchio, se non vale la pena restaurarlo non capisco per quale motivo dovrebbero essere interessati all'acquisto.
Il valore di quello strumento, oltre all'impiego di legni e materiali nobili, risiede nella camicia, che è in ghisa e che lo rende virtualmente immune da perdite di accordatura, oltre a donare una tessitura armonica molto più vicina a un pianoforte codino che a un verticale.
Avevamo in casa un altro strumento coevo, francese, con tavola armonica in legno e cassa di risonanza leggermente più piccola. Il suono, oltre a una scordatura perenne, non era minimamente paragonabile.
Allegherei un paio di foto ma da cellulare non riesco.
paolo_b3 16-06-19 22.13
@ wildcat80
Ciao a tutti, finalmente, alla tenera età di 38 anni, ho la casa in cui poter sistemare il pianoforte di famiglia.
È un verticale del 1920, mobile in mogano, tastiera in ebano e avorio, camicia in ghisa, triplo pedale con una corda, sordina in feltro bloccabile per lo studio e sostenuto. Costruito in Germania, produttore Edmund Zeldwin, modello "type extra".
Ci ha studiato la mia prozia, fu il suo regalo per la Comunione, l'ha usato per decenni per dare lezioni e poi ci ho studiato io.
Lo strumento è stato ripristinato completamente nei primi anni 90 (sostituiti tutti gli smorzatori, pulizia e revisione di tutta la meccanica, accordatura, sostituzione del telo posteriore, trattamento anti tarlo), però è stato inutilizzato per molti anni, restando chiuso in una casa che aveva la caratteristica di non essere umida, per fortuna.
Il tecnico a suo tempo vedendolo da fuori, col le iniziali EZ intarsiate sentenziò che era un "Emilio Zaccagnini" e non valeva nulla, ma dopo aver rimosso il pannello frontale di fronte alla tavola armonica in ghisa con il marchio Edmund Zeldwin era rimasto a bocca aperta dicendo che era uno strumento di un valore inestimabile e che andava rimesso a nuovo.
Erano altri tempi, il tecnico era un omone che per il restauro aveva chiesto i costi dei materiali, le spese di viaggio, un buon pranzo ogni giorno.
E la mia assistenza come garzone. Avevo si e no 12 anni e mi divertivo un sacco.
Attualmente il mobile è stato danneggiato dai tarli, solo esternamente e in maniera non particolarmente vistosa.
La martellista è integra, le parti in legno e in feltro sono apparentemente in perfetto stato di conservazione, probabilmente si è solo accumulata della polvere che ha reso il ritorno dei martelletti un poco lento per alcune note.
Verificato l'accordatura che ha mantenuto il diapason con qualche lieve sbavatura qua e là.
Dovendo portarlo in una casa nuova, credo che la prima cosa da fare sarebbe provvedere ad una prima operazione di pulizia approfondita in loco, ed al conseguente trattamento anti tarlo, eventualmente ripetuto.
Dopodiché credo che sarebbe opportuno provvedere a chiudere i cunicoli dei tarli con una cera apposita del colore giusto.
Questa parte posso farla con mio padre che per hobby ha sempre fatto restauro di mobili antichi.
Dopodiché spostamento, assestamento e messa in mano a un tecnico esperto per rivedere la meccanica.
Il costo del restauro del mobile è irrisorio.
Il trasporto ho già il preventivo, circa 350 euro per 40 km.
Non saprei quanto potrebbe costare il lavoro del tecnico. Ieri ho girato un po' facendo vedere le foto dello strumento e tutti mi hanno risposto che non vale la pena ma che lo comprerebbero volentieri (inutile che vi dica che lo pagherebbero molto poco).
La cosa mi puzza parecchio, se non vale la pena restaurarlo non capisco per quale motivo dovrebbero essere interessati all'acquisto.
Il valore di quello strumento, oltre all'impiego di legni e materiali nobili, risiede nella camicia, che è in ghisa e che lo rende virtualmente immune da perdite di accordatura, oltre a donare una tessitura armonica molto più vicina a un pianoforte codino che a un verticale.
Avevamo in casa un altro strumento coevo, francese, con tavola armonica in legno e cassa di risonanza leggermente più piccola. Il suono, oltre a una scordatura perenne, non era minimamente paragonabile.
Allegherei un paio di foto ma da cellulare non riesco.
Purtroppo se non è un pianoforte di marca prestigiosa vale poco, se prendi quelli del trasporto e te lo vengono a prendere hai preso tutto quello che si poteva. Ma chissene... tienilo, fallo rivivere, è uno strumento musicale e rappresenta la storia della tua famiglia. Non esiste una cifra congrua per te. emo
wildcat80 16-06-19 22.30
@ paolo_b3
Purtroppo se non è un pianoforte di marca prestigiosa vale poco, se prendi quelli del trasporto e te lo vengono a prendere hai preso tutto quello che si poteva. Ma chissene... tienilo, fallo rivivere, è uno strumento musicale e rappresenta la storia della tua famiglia. Non esiste una cifra congrua per te. emo
Io voglio tenerlo e sistemarlo, mi puzza il fatto che tutti i tecnici interpellati mi propongano di comprarlo per 3 lire...
paolo_b3 16-06-19 22.43
@ wildcat80
Io voglio tenerlo e sistemarlo, mi puzza il fatto che tutti i tecnici interpellati mi propongano di comprarlo per 3 lire...
Evidentemente ha un mercato, magari io posso sbagliare ma al di la di 400 euro penso sia difficile trovare.
vin_roma 16-06-19 23.10
Cos'è la 'camicia in ghisa'?

Ha i tasti in avorio? Se si, penso sia questo a far gola perché credo che l'avorio riciclato sia commerciabile.
paolo_b3 16-06-19 23.11
@ vin_roma
Cos'è la 'camicia in ghisa'?

Ha i tasti in avorio? Se si, penso sia questo a far gola perché credo che l'avorio riciclato sia commerciabile.
Credo intendesse il telaio in ghisa.
wildcat80 16-06-19 23.16
@ paolo_b3
Credo intendesse il telaio in ghisa.
Esatto
vin_roma 16-06-19 23.28
@ wildcat80
Esatto
Allora non è un plus, ce l'hanno tutti tranne i vecchi francesi con meccanica a baionetta (coperta).
wildcat80 16-06-19 23.31
@ vin_roma
Allora non è un plus, ce l'hanno tutti tranne i vecchi francesi con meccanica a baionetta (coperta).
Fatto sta che non ho ancora trovato nessuno disposto a farmi un preventivo per una revisione della meccanica, che è un po' la tappa fondamentale del tutto!
wildcat80 17-06-19 10.26
@ wildcat80
Fatto sta che non ho ancora trovato nessuno disposto a farmi un preventivo per una revisione della meccanica, che è un po' la tappa fondamentale del tutto!
Finalmente ho avuto un preventivo.
Trasporto 350 euro
Revisione dai 550 ai 950 euro a seconda della profondità dell'intervento.
"Ma se me lo vuoi vendere 1000 euro te li do volentieri".
michelet 17-06-19 10.38
@ wildcat80
Finalmente ho avuto un preventivo.
Trasporto 350 euro
Revisione dai 550 ai 950 euro a seconda della profondità dell'intervento.
"Ma se me lo vuoi vendere 1000 euro te li do volentieri".
A questo punto, visto che sei in corsa, meglio chiedere almeno un altro preventivo, se non altro per avere un confronto.

Per quanto riguarda la valutazione dello strumento in sé, anche a me farebbe pensare questo ambiguo atteggiamento dell'accordatore che offre "solo" 1000€. Magari lui spererebbe di rivenderlo a 5000€, non credo di più. Bisogna anche tener conto, dopo questo primo restauro di fondo, cosa costa il mantenimento negli anni a venire, perché anche questo ha un suo peso.
Voglio dire, se dopo 950€ di restauro (ipotizzando quello più oneroso) bisogna spenderne all'anno 150€ per conservare l'accordatura, non so quanto conveniente sia.
Tutto dipende anche dall'attaccamento affettivo e dalle ore trascorse sullo strumento.
mike71 17-06-19 11.19
A leggere così significa che per metterlo in vendita in negozio deve spendere 2000 euro e quindi credo che pensi di rivenderlo a circa 4000 euro, calcolando tasse ed un minimo di margine. Del resto se sono commercianti, fanno il loro mestiere, anche i concessionari di auto e moto fanno lo stesso. Per di più si tratta di un pezzo 'vintage' che non è facile da piazzare come un Yamaha di cinque anni fa con il silent o simili.
paolo_b3 17-06-19 12.13
wildcat80 ha scritto:
"Ma se me lo vuoi vendere 1000 euro te li do volentieri".


Azz... sono sorpreso. Avevo buttato un occhio su internet per curiosità, ma su quella marca non ho trovato nulla. Consiglio comunque di far fare una valutazione ad una parte terza per capire quanto può valere effettivamente sul mercato.

wildcat80 17-06-19 14.12
@ paolo_b3
wildcat80 ha scritto:
"Ma se me lo vuoi vendere 1000 euro te li do volentieri".


Azz... sono sorpreso. Avevo buttato un occhio su internet per curiosità, ma su quella marca non ho trovato nulla. Consiglio comunque di far fare una valutazione ad una parte terza per capire quanto può valere effettivamente sul mercato.

Non si trova nulla sul web.
L'unica testimonianza più o meno attendibile che ho riguarda appunto l'accordatore che lo aveva ripristinato nei primi anni 90, il valore che ha sempre dato mia zia a quel pianoforte è sempre rimasto fermo al 1920 e quindi molto campato in aria ed estremamente soggettivo.
L'accordatore aveva dichiarato che era uno strumento di valore per quanto riguarda i legni, l'avorio e la tavola armonica in ghisa, che per i pianoforti verticali dell'epoca non era la norma.
Quel "di valore" resta comunque indecifrabile, anche perché nessuno gli aveva chiesto una stima in quanto a nessuno interessava venderlo.
Essendo uno "strumento di valore" servivano i migliori materiali, ricordo un pomeriggio intero passato nel negozio di tessuti più esclusivo di Genova a scegliere il tessuto per il rivestimento posteriore, che doveva essere possibilmente uguale all'originale.
Dopo ore di ricerche, escluso il raso che era troppo povero, era stato comprato uno scampolo di seta verde, molto simile, per la modica cifra di 300 mila lire... Che negli anni 90 non erano proprio due spiccioli ecco... Ed in effetti dopo quasi 30 anni la seta verde è ancora lì.
Il valore che posso dare a questo strumento è affettivo, lì sopra ho mosso i primi passi e lì sopra ho preparato il V anno, è un ricordo di famiglia e avrebbe la sua collocazione ideale nel salone della nostra nuova casa, dove avrebbe un ruolo più come complemento d'arredo che come strumento, visto che io suono la sera dopo cena, quando suono...
O lo metto a posto al 100% e lo porto a casa mia, o restauro il mobile e lo sposto nella mia camera in casa dei miei, lasciando in standby il restauro della meccanica, di certo non lo vendo ecco.
wildcat80 09-05-23 18.09
Aggiornamento: mi ero completamente dimenticato di aggiornare questo post.
Diversi mesi fa, sul lavoro, ho avuto a che fare con un tizio che fa manutenzione e trasporto pianoforti. Gli ho operato la madre, era un discreto casino, e voleva a tutti i costi portarmi ad Alba alla fiera del Tartufo, ospite suo in tutto. Ovviamente mi sembrava una cosa irragionevole, avevo fatto il mio lavoro come ogni giorno, così quando mi ha detto che aveva quest'attività, gli ho chiesto se poteva darmi una mano con il mio pianoforte.
Così, dopo breve trattativa familiare (per il piano il posto c'è, per il resto ovviamente no emo), ho organizzato il tutto.
Mio padre, fresco di pensione, si è occupato del restauro esterno (è il suo hobby da una vita, restaura mobili antichi da sempre), che è stato abbastanza semplice (trattamento anti tarlo e sigillo delle tutto sommato poche cavità con prodotto apposito e chiusura di superficie con cera per restauro in tinta e sostituzione della tela posteriore, stavolta raso).
Il tizio, una ventina di giorni fa, combinando una consegna vicino a dove era conservato il pianoforte, lo ha prelevato a costo ridicolo (ho pagato solo il garzone).
Una volta posizionato, lo ha pulito completamente e ha rivisto tutto la meccanica: non c'erano interventi particolari, fatto salvo pulire e ripassare con lubrificante semipermanente le parti in gioco dove necessario (non chiedetemi oltre).
Dopodiché ha sentenziato: un mesetto di riposo/assestamento, suonarlo sempre e comunque, idealmente un'oretta al giorno (ecco su questo sono stato scandaloso), nonostante l'accordatura un po' calante nel registro acuto e nella prima ottava, in modo da fare distribuire uniformemente il lubrificante (ho fatto fondamentalmente scale cromatiche, a ripetizione, ma non tutti i giorni, perché se arrivo alle 9 di sera i vicini mi sparano), dopodiché verrà a ricontrollare la meccanica (che è un milione di volte più reattiva della TP100, sottolineo) e lo accorderà.
Non vedo l'ora!