SimonKeyb ha scritto:
cluso automaticamente (salvo utilizzo del "Quote" )
Sono laureato in Architettura e non al Conservatorio però credo le regole siano le stesse trattandosi di istituti pubblici
CoccigeSupremo ha scritto:
Esattamente rendere pubblica la propria tesi quali tipi di benefici porta?
Non renderla pubblica quali benefici di contro porta?
Che è consultabile da chiunque e sarà indicizzata nei portali di riferimento al pari di una qualunque pubblicazione presente in archivio. Di conseguenza chiunque può accedervi e vederla, quindi "scopiazzarla"
E fin qui, vabbè
SimonKeyb ha scritto:
cluso automaticamente (salvo utilizzo del "Quote" )
Sono laureato in Architettura e non al Conservatorio però credo le regole siano le stesse trattandosi di istituti pubblici
CoccigeSupremo ha scritto:
Esattamente rendere pubblica la propria tesi quali tipi di benefici porta?
Non renderla pubblica quali benefici di contro porta?
Che è consultabile da chiunque e sarà indicizzata nei portali di riferimento al pari di una qualunque pubblicazione presente in archivio. Di conseguenza chiunque può accedervi e vederla, quindi "scopiazzarla" ma il vero problema è che possono venire riscontrate anche eventuali irregolarità nella stessa che potrebbero crearti delle grane.
Le discriminanti sono nel dettaglio :
Se sei soddisfatto del tuo lavoro rendilo pure consultabile; avrai diritto di essere citato nel caso qualcuno ne usufruisca dal momento che diventa un atto depositato e quindi legalmente impugnabile, pur non essendo registrato a istituti accreditati
Chiarissimo.
SimonKeyb ha scritto:
Se il tuo relatore decide di utilizzare il tuo lavoro per le sue ricerche può farlo liberamente in quanto sottoscritto da lui stesso in quanto co-relatore,
Mi sembra concettualmente corretto, ma data una situazione di totale abbandono non mi sembra giusto che un relatore applichi solo una firma andando magari in futuro a sfruttare un lavoro che non ha minimamente seguito.
Per farti un esempio, anche se non è il mio caso, ho un collega che porta un autore moderno e la tesi l'ha incentrata sull 'armonia negativa (qualsiasi cosa essa sia
).
Il prof non sa minimamente di cosa si parla, ne ha intenzione di informarsi per aiutarlo.
Il collega, davvero un bravo ragazzo, credo sia piu o meno arrivato a metà tesi, ne ho letto qualche pagina poichè voleva un parere, e i concetti armonici, per quanto non li abbia capiti, in termini di resa effettiva sono particolari e a quanto ho potuto sentire, utilizzabili in diversi contesti.
Il dubbio del ragazzo (e da li il mio) è nato quando il prof in questione, sentendo i risultati gli ha detto un giorno "eh, bello sto materiale, funziona. Questo concetto lo dovrei inserire nel mio prossimo libro". Stop, nessuna parola riguardo il citarlo o quant altro.
in un giorno diverso gli chiese all improvviso "ma il relatore della tua tesi sono io o il capodipartimento di jazz?".
Se ora mi confermate che relatore è semi proprietario, la cosa rode un po, soprattutto considerando che l atteggiamento con relative domande date al ragazzo sono le stesse ricevute dal sottoscritto qualche settimana fa.
Appropriarsi di materiale "recente" dei propri studenti per farne un libro è una bastardata che, da ingenuo, non avrei mai immaginato.
SimonKeyb ha scritto:
Se hai un buon rapporto col tuo relatore non dovresti temere scenari simili, piuttosto valutare le opportunità di poter essere coinvolto in qualche progetto interno :-)
Non è il caso. Il rapporto è normale, ma ti assicuro, purtroppo, che li inchiappettare senza vasellina è la regola.
SimonKeyb ha scritto:
scopiazzato la tesi
Coscienza pulita, dell ultima parte non me ne preoccupo