@ vin_roma
Mah, giudicare un pianoforte dal solo ascolto di una registrazione è fuorviante, a meno di casi eclatanti, tutti oramai sono ad ul livello elevatissimo.
Quindi, soddisfatta l'area 'pubblico', la considerazione passa sul rapporto fisico con lo strumento, quella cosa che ritengo molto importante e per cui relego i VST al solo scopo della regostrazione, per confezionare un prodotto coll solo scopo dell'ascolto in differita.
La bellezza di un 'surrogato', oltre che nel suono, la vedo appunto nella capacità di asservirsi alle richieste, richieste che poi sono direttamente legate nella qualità a quanto risponde il VST, un cane che si morde la coda...
Quando si suona un pianoforte, l'esperienza è fatta di un suono avvolgente, presente, che coinvolge anche i tasti sotto le dita e si diventa un tutt'uno col suono e allora si sa meglio come "spremere" lo strumento.
Il limite del VST è questo e se non si arriverà a farlo suonare in un mobile sotto le mani, per chi suona sarà sempre uno strumento a metà, da suonare con l'esperienza acquisita e non con l'emozione del momento.
Infatti trovo molto più pianistici e divertenti molti digitali a mobile che il miglior VST mai realizzato.
Se poi è per registrare ...ok e si deve sapere moooolto molto bene ciò che desidera ottenere altrimenti saranno solo sequele di note.
È una considerazione forse estremistica ma parlo per chi oggi conosce e cresce solo con i digitali, non certo per chi sa cos'è un pianoforte vero, e penso che, a livello di crescita e qualità musicale, non conoscere il rapporto fisico con lo strumento qualche conseguenza ci sia, cosa che non accade con la fisarmonica, la chitarra...
P.S.: il preludio, in veste così romantica, è frutto del tuo percorso di studio o è una tua idea?
Condivido tutto.
Per la domanda finale, è una mia idea, guai a suonarlo così in conservatorio. Eheh.
Spero non risulti eretico.