bisogna distinguere due ruoli, il tastierista "artista" solista, e il session man puro, sicuramente oggi per fare il session man la cosa migliore è studiare pianoforte blues/jazz e un po di gospel, e hammond, con queste basi se fatte bene suoni qualsiasi stile pop/rock contemporaneo come ho gia detto, per ragioni diciamo "genealogiche".
se vogliamo portare alcuni esempi invito ad ascoltare alcune cose, ad esempio, per quel che riguarda l'hammond/tastiere in ambito pop/rock è un lavoro molto sporco, e li i maestri sono gli americani che suonano con le cantautrici pop/folk/country sopratutto anni 80/90 come fiona apple, jennifer paige, amanda marshall, alanis morrisette, jann arden, produzioni spesso canadesi o americane, dove le tastiere non sono in primo piano ma svolgono un lavoro di sostegno importantissimo e mai predominante, ma anche di colorazione, a volte con due note al punto giusto sottolineano un passaggio, a volte dialogano per qualche secondo con la voce, difficilissimo...un lavoro che richiede molto gusto e il saper fare le note giuste al momento giusto, con il suono e il tiro giusto.
Jennifer Paige "Just to have you"
ecco il suono di pro tools, ecco il digidesign sound come lo chiamavamo noi....senti il lavoro di pianoforte, synth pads, e hammond....da notare:
- gli effetti vocali iniziali realizzati con i plug in di pro tools
- a 1:38, keeps me coming back from more (le note della stratocaster...geniale) chitarrista Jerry Mc Pherson
- hammond dalla seconda strofa , in particolare a 1:47, 2:06 in poi, a 2:50, e nel finale a 3:30 in avanti....splendido esempio di tecnica e funzionalità al servizio della voce e dell'arrangiamento, non cè mai una nota di troppo..organista Phil Madeira
marcella detroit "I believe"
in questa splendida produzione del 1994, l'Hammond è presente in tutto il pezzo praticamente, ma concentrati da 3:25 a 3:45...bellissimo il dialogo botta risposta tra hammond e chitarra elettrica, organista Jush Holland
come vedi in questi due esempi si puo notare come le tastiere vengono messe al servizio dell'arrangiamento senza mai eccedere, ma se le togliessimo si sentirebbe una voragine nel mix, la qualità del lavoro è tutta qui!
Yes - changes live -
ecco invece un bell'esempio di cosa NON fare mai, a meno non vogliate essere presi a calci nel culo dai producers...rick wakeman eccede, caga fuori dalla tazza in continuo, esattamente l'opposto di quello che si farebbe in una produzione, buono il lavoro invece di tony kaye, troppe note comunque di tutti, non si capisce un cavolo, è un pastone unico, sopratutto quell'organaccio alla fine.
se volete fare i tastieristi "da studio" o comunque "da produzione" ascoltare keith emerson, wakeman o john lord è altamente sconsigliato, tendono a uscire, a emergere....concentratevi sui musicisti come michael landau (chitarrista) che sono tutt'altro che incapaci, hanno piu tecnica di santana magari, però sanno come quando e dove usarla, e come dosarla sopratutto a seconda della situazione (e infatti sono tra i session men piu pagati e richiesti nel mondo).
se volete invece suonare la vostra musica allora li non ci sono regole, l'ispirazione puo venire da qualsiasi cosa, ma sono due cose diverse.
(anche wakeman era partito come session man ma in un epoca in cui la musica era molto diversa, se avesse iniziato nel 1985 per esempio non sarebbe assolutamente arrivato probabilmente a essere uno dei piu grandi tastieristi producers come david tyson, glen ballard o dave rosenthal)