Piccola recensione pianoforti ibridi

drmacchius 03-01-19 20.49
Ieri in cerca di un piano digitale sono andato nel musicscore vicino casa rivenditore Kawai e Yamaha.

Sebbene i pianoforti digitali a console siano tutti classificati come se avessero tutti lo stesso tipo di target, secondo me non è così.

Secondo me a prescindere dal prezzo, dal motore sonoro e dalla marca gli strumenti in questione possono essere divisi in più gruppi: i pianoforti digitali che vogliono essere un‘alternativa a dei pianoforti a coda economici o col sistema silent, quelli che vogliono essere una valida alternativa a dei discreti pianoforti verticali da studio, quelli che vogliono essere una economica alternativa a dei verticali di lusso ( strumenti tipo i verticali Bösendorfer, il Concert8 Bechsein o i modelli di fascia alta Gotrian-Steinweg o Schimmel, ossia strumenti nati non per essere strumenti da studio, ma per essere pianoforti verticali da usare in sostituzione di un pianoforte a coda per i contesti in cui non vi è spazio per questi) e infine i pianoforti digitali nati per essere un‘alternativa economica a qualsiasi pianoforte degno di questo nome o per essere qualcosa di simile a un pianoforte da usare per l‘intrattenimento.

Casio celviano: il più economico tra i pianoforti che ho provato. Il motore sonoro secondo me non è all‘altezza della concorrenza (paragonabile a workstation Synth e ammiraglie arranger di una decina di anni fa). La tastiera al tatto invece è molto valida. La meccanica è molto leggera, molto simile a quella di alcuni pianoforti a cosa (per es. Yamaha) anche se i tasti al tatto (non al tocco) mi ricordavano alcuni verticali gotrian. Non ci sono vibrazioni in senso orizzontale,ma forse a causa dello scarso motore sonoro, davano una sensazione di artificialità invece che di precisione (come se si fosse su strumenti da concerto). La sorpresa si ha suonandolo, perché invece lo strumento è molto preciso e si riesce a ottenere un‘ottima varietà di pianissimi, fortissimi e soprattutto sorprendendo sui ribattuti. L‘amplificazione è la tipica da pianoforte digitale senza velleità di essere un ibrido.

Kawai con meccanica rm2: ottima tastiera in legno, buon peso, perfetta probabilmente su una Master pesata, ma sul pianoforte di sicuro non un‘alternativa a un pianoforte vero. Qualitativamente paragonabili ai vari clavinova della Yamaha. Come meccanica preferisco Kawai, come motore sonoro e utility varie in genere i clavinova.

Kawai Ca78/98:
Motore sonoro. I campionamenti dello schigeru sono di altissima qualità, con enormi sfumature e altissima definizione a tutti i livelli di dinamica. Con le varie equalizzazioni e quella specie di modellazione a modelli fisici del suono che permette di personalizzare le timbriche, si può ottenere quello che si vuole e coprire egregiamente qualsiasi stile. Comunque il Kawai ha una sua impronta molto personale, decisamente diversa dai pianoforti utilizzati per le principali incisioni classiche e moderne e nei campioni (i soliti Hamburg e New York Steinway, Bösendorfer, c.bechstein e Yamaha) quindi nonostante la qualità non è detto che il timbro piaccia. Il modello 78 e 98 differiscono solo per la cassa armonica. Per quanto pensassi che la cosa fosse solo una trovata di marketing debbo dire che le vibrazioni trasmesse ai tasti dalla cassa armonica, fanno percepire un realismo maggiore rispetto al modello amplificato semplicemente. La vibrazione comunque é appena percettibile, più che altro una sensazione, non importante come quella che si ha in un acustico vero.
La meccanica GF II invece é la migliore che abbia provato su un pianoforte ibrido e migliore della maggioranza dei pianoforti economici. Non vi sono le benché minime oscillazioni dei tasti in senso orizzontale. La corsa é perfetta. I pianissimo precisi. Direi che la meccanica superiore a quella del pianoforte Yamaha di fascia economica su cui studiavo da ragazzo. La meccanica però è più pesante di quella della maggioranza dei coda che ho provato ed é decisamente —> segue
drmacchius 03-01-19 21.24
@ drmacchius
Ieri in cerca di un piano digitale sono andato nel musicscore vicino casa rivenditore Kawai e Yamaha.

Sebbene i pianoforti digitali a console siano tutti classificati come se avessero tutti lo stesso tipo di target, secondo me non è così.

Secondo me a prescindere dal prezzo, dal motore sonoro e dalla marca gli strumenti in questione possono essere divisi in più gruppi: i pianoforti digitali che vogliono essere un‘alternativa a dei pianoforti a coda economici o col sistema silent, quelli che vogliono essere una valida alternativa a dei discreti pianoforti verticali da studio, quelli che vogliono essere una economica alternativa a dei verticali di lusso ( strumenti tipo i verticali Bösendorfer, il Concert8 Bechsein o i modelli di fascia alta Gotrian-Steinweg o Schimmel, ossia strumenti nati non per essere strumenti da studio, ma per essere pianoforti verticali da usare in sostituzione di un pianoforte a coda per i contesti in cui non vi è spazio per questi) e infine i pianoforti digitali nati per essere un‘alternativa economica a qualsiasi pianoforte degno di questo nome o per essere qualcosa di simile a un pianoforte da usare per l‘intrattenimento.

Casio celviano: il più economico tra i pianoforti che ho provato. Il motore sonoro secondo me non è all‘altezza della concorrenza (paragonabile a workstation Synth e ammiraglie arranger di una decina di anni fa). La tastiera al tatto invece è molto valida. La meccanica è molto leggera, molto simile a quella di alcuni pianoforti a cosa (per es. Yamaha) anche se i tasti al tatto (non al tocco) mi ricordavano alcuni verticali gotrian. Non ci sono vibrazioni in senso orizzontale,ma forse a causa dello scarso motore sonoro, davano una sensazione di artificialità invece che di precisione (come se si fosse su strumenti da concerto). La sorpresa si ha suonandolo, perché invece lo strumento è molto preciso e si riesce a ottenere un‘ottima varietà di pianissimi, fortissimi e soprattutto sorprendendo sui ribattuti. L‘amplificazione è la tipica da pianoforte digitale senza velleità di essere un ibrido.

Kawai con meccanica rm2: ottima tastiera in legno, buon peso, perfetta probabilmente su una Master pesata, ma sul pianoforte di sicuro non un‘alternativa a un pianoforte vero. Qualitativamente paragonabili ai vari clavinova della Yamaha. Come meccanica preferisco Kawai, come motore sonoro e utility varie in genere i clavinova.

Kawai Ca78/98:
Motore sonoro. I campionamenti dello schigeru sono di altissima qualità, con enormi sfumature e altissima definizione a tutti i livelli di dinamica. Con le varie equalizzazioni e quella specie di modellazione a modelli fisici del suono che permette di personalizzare le timbriche, si può ottenere quello che si vuole e coprire egregiamente qualsiasi stile. Comunque il Kawai ha una sua impronta molto personale, decisamente diversa dai pianoforti utilizzati per le principali incisioni classiche e moderne e nei campioni (i soliti Hamburg e New York Steinway, Bösendorfer, c.bechstein e Yamaha) quindi nonostante la qualità non è detto che il timbro piaccia. Il modello 78 e 98 differiscono solo per la cassa armonica. Per quanto pensassi che la cosa fosse solo una trovata di marketing debbo dire che le vibrazioni trasmesse ai tasti dalla cassa armonica, fanno percepire un realismo maggiore rispetto al modello amplificato semplicemente. La vibrazione comunque é appena percettibile, più che altro una sensazione, non importante come quella che si ha in un acustico vero.
La meccanica GF II invece é la migliore che abbia provato su un pianoforte ibrido e migliore della maggioranza dei pianoforti economici. Non vi sono le benché minime oscillazioni dei tasti in senso orizzontale. La corsa é perfetta. I pianissimo precisi. Direi che la meccanica superiore a quella del pianoforte Yamaha di fascia economica su cui studiavo da ragazzo. La meccanica però è più pesante di quella della maggioranza dei coda che ho provato ed é decisamente —> segue
—>più pesante della maggioranza dei pianoforti a coda che abbia mai provato e molto simile a quella dei verticali con meccanica Renner di fascia alta o altissima. Secondo me non solo é uno strumento idoneo per studiare il pianoforte con un programma sino al vecchio quarto anno del vecchio conservatorio ma anche per studiare per esercitare tecnica pianistica fino al diploma/laurea in modo da non dover far perdere al pianoforte a coda sensibilità sui pianissimi con sistema Silent o per limitarne l’usura e risparmiare sulle spese di intonazione e accordatura. Se devi studiare suonare 10 ore al giorno per preparare un concerto o l’esame di diploma, trascorrendo magari 2 ore suonando hanon, scale e cadute e in più altre 2-3 ore di studio in orari incompatibili col vicinato, questo strumento é la scelta giusta. Anche se lo si dovesse distruggere non appena scaduta la garanzia, i costi di riparazione o di acquisto di un nuovo modello sarebbero di sicuro inferiori a quelli di manutenzione (più aumenta il valore dello strumento e più aumentano i costi di manutenzione) e se lo strumento economico dopo 5-8 anni di studio a quei ritmi credo che si debba comprare uno strumento nuovo. Per esercitare il tocco invece credo che non si possa prescindere da un pianoforte vero, anche se sospetto che pilotando con la stessa meccanica un motore a modelli fisici il realismo percepito possa aumentare e magari il tocco per esami tipo il vecchio quinto di conservatorio possa essere esercitato anche su uno strumento come questo.
Sui ribattuti la meccanica é molto precisa, ma suonarli è più difficile che su strumenti con meccanica “simil coda”, ma non escludo che il problema non sia dovuto a un mio deficit tecnico: sul verticale Schimmel Konzert o su quello Bösendorfer non è che i ribattuti di asturias mi venissero tanto più facilmente che sul ca98, contrariamente a quanto avveniva sui coda anche economici con meccanica più leggera.

Yamaha nux1:
É il primo digitale con la vera meccanica di un pianoforte a coda. Al tatto sembrava di essere sul mio vecchio Yamaha acustico. Questo non è necessariamente un pregio, perché il mio acustico era un fascia economica (meglio dei farfisa e dei pianoforti cinesi, ma di certo non Paragonabili ai pianoforti che si propongono di essere un’alternativa ai coda, sostanzialmente dei pianoforti “ottavo di coda” disposti in verticale). Le microocillazioni orizzontali dei tasti sono le medesime. La precisione del tocco la stessa, specie sulle sfumature fini e i pianissimi. La cosa si nota al meglio sui ribattuti: a parità di pressione, quando aumenta la velocità, il “martelletto” si impianta sul sensore come sull’acustico fa sulle corde. La differenza è che quando il martelletto si impianta sulle corde dell’acustuco il ribattuto non si sente, quando lo fa sul sensore parte un pestato da spaccare i vetri.
La paletta sonora é la tipica Yamaha e quindi essendo Mainstream verosimilmente piacerá a più persone, gli altri timbri non li ho provati. L’amplificazione invece è la migliore che ho sentito. Non so se abbia la cassa armonica i meno, ma a suonarlo sembrava di essere seduti veramente sul seggiolino del mio acustico. Secondo me è un digitale alternativo a un acustico da studio di fascia media. Al giorno d’oggi secondo me tra prendere la versione silent di un Yamaha b1 o p1, meglio prendere questo: si risparmia soldi sia per l’acquIsto che per la manutenzione. Se si cerca qualcosa per studiare anche tocco e che possa essere qualcosa che prepari fino al livello del vecchio ottavo anno o si rinuncia al silent o si deve puntare su acustici di livello superiore. Da associare a un cosa per fare s la tecnica va pure bene, ma secondo me Kawai é meglio. Invece in contesti di intrattenimento vuoi per l’amolificazione vuoi per la paletta sonora é di sicuro più valido dei Kawai. In un Jazzclub Open mic o in un contesto di pianobar suonato solo piano o unolugged é di sicuro uno strumento più valido dei Kawai.

—> segue
drmacchius 03-01-19 21.38
@ drmacchius
—>più pesante della maggioranza dei pianoforti a coda che abbia mai provato e molto simile a quella dei verticali con meccanica Renner di fascia alta o altissima. Secondo me non solo é uno strumento idoneo per studiare il pianoforte con un programma sino al vecchio quarto anno del vecchio conservatorio ma anche per studiare per esercitare tecnica pianistica fino al diploma/laurea in modo da non dover far perdere al pianoforte a coda sensibilità sui pianissimi con sistema Silent o per limitarne l’usura e risparmiare sulle spese di intonazione e accordatura. Se devi studiare suonare 10 ore al giorno per preparare un concerto o l’esame di diploma, trascorrendo magari 2 ore suonando hanon, scale e cadute e in più altre 2-3 ore di studio in orari incompatibili col vicinato, questo strumento é la scelta giusta. Anche se lo si dovesse distruggere non appena scaduta la garanzia, i costi di riparazione o di acquisto di un nuovo modello sarebbero di sicuro inferiori a quelli di manutenzione (più aumenta il valore dello strumento e più aumentano i costi di manutenzione) e se lo strumento economico dopo 5-8 anni di studio a quei ritmi credo che si debba comprare uno strumento nuovo. Per esercitare il tocco invece credo che non si possa prescindere da un pianoforte vero, anche se sospetto che pilotando con la stessa meccanica un motore a modelli fisici il realismo percepito possa aumentare e magari il tocco per esami tipo il vecchio quinto di conservatorio possa essere esercitato anche su uno strumento come questo.
Sui ribattuti la meccanica é molto precisa, ma suonarli è più difficile che su strumenti con meccanica “simil coda”, ma non escludo che il problema non sia dovuto a un mio deficit tecnico: sul verticale Schimmel Konzert o su quello Bösendorfer non è che i ribattuti di asturias mi venissero tanto più facilmente che sul ca98, contrariamente a quanto avveniva sui coda anche economici con meccanica più leggera.

Yamaha nux1:
É il primo digitale con la vera meccanica di un pianoforte a coda. Al tatto sembrava di essere sul mio vecchio Yamaha acustico. Questo non è necessariamente un pregio, perché il mio acustico era un fascia economica (meglio dei farfisa e dei pianoforti cinesi, ma di certo non Paragonabili ai pianoforti che si propongono di essere un’alternativa ai coda, sostanzialmente dei pianoforti “ottavo di coda” disposti in verticale). Le microocillazioni orizzontali dei tasti sono le medesime. La precisione del tocco la stessa, specie sulle sfumature fini e i pianissimi. La cosa si nota al meglio sui ribattuti: a parità di pressione, quando aumenta la velocità, il “martelletto” si impianta sul sensore come sull’acustico fa sulle corde. La differenza è che quando il martelletto si impianta sulle corde dell’acustuco il ribattuto non si sente, quando lo fa sul sensore parte un pestato da spaccare i vetri.
La paletta sonora é la tipica Yamaha e quindi essendo Mainstream verosimilmente piacerá a più persone, gli altri timbri non li ho provati. L’amplificazione invece è la migliore che ho sentito. Non so se abbia la cassa armonica i meno, ma a suonarlo sembrava di essere seduti veramente sul seggiolino del mio acustico. Secondo me è un digitale alternativo a un acustico da studio di fascia media. Al giorno d’oggi secondo me tra prendere la versione silent di un Yamaha b1 o p1, meglio prendere questo: si risparmia soldi sia per l’acquIsto che per la manutenzione. Se si cerca qualcosa per studiare anche tocco e che possa essere qualcosa che prepari fino al livello del vecchio ottavo anno o si rinuncia al silent o si deve puntare su acustici di livello superiore. Da associare a un cosa per fare s la tecnica va pure bene, ma secondo me Kawai é meglio. Invece in contesti di intrattenimento vuoi per l’amolificazione vuoi per la paletta sonora é di sicuro più valido dei Kawai. In un Jazzclub Open mic o in un contesto di pianobar suonato solo piano o unolugged é di sicuro uno strumento più valido dei Kawai.

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Kawai Novus: come il nux1 ha la vera Meccanica di un pianoforte, questa volta di un coda Kawai.
Anche in questo caso la cosa non é necessariamente un pregio perché non si tratta della meccanica di un pianoforte di fascia alta. I tasti hanno una corsa decisamente meno precisa della meccanica gf II e del Casio , le microoscillazioni orizzontali si percepiscono. Suonarlo da la sensazione di suonare la meccanica di un pianoforte vero, ma non di certo un pianoforte da concerto, ma più che altro un piano su cui si fanno esercitare gli allievi in una scuola di musica.
Nonostante questo la meccanica da coda ha i suoi vantaggi e anche rispetto allo Yamaha i ribattuti vengono da Dio e i passaggi veloci pure. Anche l’amplificazione è valida almeno quanto il nux1.
Non so bene il target a cui si possa indirizzare: non è una vera alternativa a un coda economico perché costa quasi quanto un mezzacoda economico e uno strumento simile lo prende lo studente che vuole esercitare il tocco o ha bisogno di suonare su una meccanica più agile e non necessariamente “di potenziamento” come i verticali con meccanica Renner. Per l’intrattenimento va anche molto bene ma costa il doppio dello Yamaha con una tavolozza sonora meno commerciale.
Secondo me è lo strumento che può prendere lo studio di registrazione che non può permettersi si registrare decentemente un acustico e non può permettersi pianoforti in stile fazioli, Bösendorfer, Bechstein, steinway: collegato a un vst di piano o un Sampler qualsiasi pianista professionista può suonare tranquillamente classica e jazz ai massimi livelli. Se una casa emergente volesse incidere pezzi inediti di paisiello o cimarosa, busoni, ecc e non potesse permettersi un grande concertista col suo pianoforte da concerto, con uno strumento come il Novus potrebbe lanciare qualche giovane talento e fare qualcosa di buono per la cultura mondiale
vin_roma 03-01-19 21.59
Complimenti Doctor.

Sei abile e attento ed hai puntualizzato cose interessanti.
Unico neo: disattiva il suggeritore di testo!
drmacchius 03-01-19 22.24
@ vin_roma
Complimenti Doctor.

Sei abile e attento ed hai puntualizzato cose interessanti.
Unico neo: disattiva il suggeritore di testo!
Grazie vin, ho provato a dare una ripulita dagli errori: l’iPad é tanti comodo, ma mi fa scrivere come tarzan.

Se anche tu avessi provato gli strumenti in questione, mi interesserebbe il tuo parere
paolo_b3 03-01-19 22.38
Ottima recensione! Tuttavia mi ha fatto riflettere su una cosa: il pianoforte digitale rimane un ripiego e quindi si devono accettare dei compromessi, il sentiero della perfezione porta al pianoforte acustico.
drmacchius 03-01-19 22.54
@ paolo_b3
Ottima recensione! Tuttavia mi ha fatto riflettere su una cosa: il pianoforte digitale rimane un ripiego e quindi si devono accettare dei compromessi, il sentiero della perfezione porta al pianoforte acustico.
La perfezione nell‘acustico può voler dire costare quanto un appartamento con costi di gestione quasi paragonabili....

Acustico non è necessariamente uguale ad acustico. Un digitale con la meccanica di un acustico ti offre di più di un acustico „privo di classe“
giosanta 03-01-19 23.02
drmacchius ha scritto:
Ieri in cerca di un piano digitale sono andato nel musicscore vicino casa rivenditore...

Interessantissimo.
Grazie per l'esaustività, l'attenta descrizione ed il tempo che hai avuto la cortesia di dedicarci.
Posso solo chiosare aggiungendo quanto già detto in analoghe discussioni, usando un diversa perifrasi. Se pur con notevole ottimismo posso pensare di avere la possibilità di comprare un ibrido, per poter immaginare di comprare lo spazio necessario ad 1/4 di coda dovrei davvero essere un sognatore.
paolo_b3 03-01-19 23.19
drmacchius ha scritto:
Acustico non è necessariamente uguale ad acustico.

Qualcuno avrebbe detto "impossibile" emo

Era solo una riflessione. Però per ora sono ancora pochi i pianisti di alto livello che fanno concerti (quelli veri) su pianoforti digitali. Non ho la presunzione di dire nessuno, ma lo penso.

Quindi tutto sommato, se hai la sensibilità necessaria ad evitare l'acustico "privo di classe" credo che per la stessa cifra di un digitale o forse meno puoi avere un discreto acustico (magari revisionato) che sarà sempre molto meglio.

Rimane fuori il caso "non ho posto in casa".
giosanta 03-01-19 23.36
paolo_b3 ha scritto:
Però per ora sono ancora pochi i pianisti di alto livello che fanno concerti (quelli veri) su pianoforti digitali. Non ho la presunzione di dire nessuno, ma lo penso.

Non posso escluderlo neppure io, ma mai visti, jazz compreso (sono reduce proprio da un concerto di F. Bosso ed il pianista, naturalmente aveva un coda).

paolo_b3 ha scritto:. credo che per la stessa cifra di un digitale o forse meno puoi avere un discreto acustico (magari revisionato) che sarà sempre molto meglio...

Non c'è partita, e non parlo degli aspetti tecnici, che non mi competono, ma proprio del fascino, della magia, dello strumento: una gioia per gli occhi prima ancora che per le orecchie e le dita.
Si chiaro però che parlo sempre e solo di coda. Il verticale, PER ME, non esiste.
drmacchius 04-01-19 06.10
@ paolo_b3
drmacchius ha scritto:
Acustico non è necessariamente uguale ad acustico.

Qualcuno avrebbe detto "impossibile" emo

Era solo una riflessione. Però per ora sono ancora pochi i pianisti di alto livello che fanno concerti (quelli veri) su pianoforti digitali. Non ho la presunzione di dire nessuno, ma lo penso.

Quindi tutto sommato, se hai la sensibilità necessaria ad evitare l'acustico "privo di classe" credo che per la stessa cifra di un digitale o forse meno puoi avere un discreto acustico (magari revisionato) che sarà sempre molto meglio.

Rimane fuori il caso "non ho posto in casa".
Non ho mai detto che puoi fare un concerto classico su un digitale!
Non ci sono nemmeno concertisti che suonano in pubblico con un farfisa, un pianoforte cinese o su pianoforti di fascia economica.

Il motivo per cui fanno concerti sempre coi soliti noti secondo me risiede in questioni più di marketing che di qualità. Uno steingräber&son o un gotrian non sono di qualità inferiore a steinway, Bösendorfer o Yamaha, ma sono prodotti in numeri più alti, con maggiore standardizzazione e siccome la gente con la fama di Michelangeli (che poteva farsi trasportare il suo pianoforte ai concerti ) non c’è più e chi suona deve farlo spesso si strumenti che ha provato poco, alla fine si punta sempre su pianoforti che si intuisce già come suoneranno (un po‘ come si farebbe con le tastiere se si andasse in giro a suonare senza portarsi i propri strumenti). Quando si fa su fascia alta o altissima i tempi di costruzione e la manodopera sono gli stessi, la qualità dei materiali pure, cambiano suono e risposta al tocco, che credo siano questione di gusti (e infatti la Schimmel, la gotrian e tante Marche meno famose producono strumenti perché anche i concertisti a casa propria suonano gli strumenti che gli piacciono di più e non quelli che usano sempre per lavoro in giro).
Ma se si va sulle fascie economiche il discorso cambia perché cambia il suono, la tenuta dell‘accordarura, la meccanica e su questi strumenti non si potrà nè studiare tutto quello che serve per diventare un professionista nè ci si potrà aspettare ciò che un professionista cerca da un pianoforte. A quel punto secondo me meglio un „grande“ pianoforte digitale che un pianoforte di scarsa qualità ma acustico.

Secondo me tra prendere un Yamaha b1 e mettergli il silent e comprare un Yamaha NUX1 che ha la stessa meccanica e costa quasi la metà, meglio la seconda opzione . Se invece vai su verticali europei con meccanica Renner( schimmel Konzert, steingräber, Foster, gotrian, Bösendorfer, c.bechstein) su steinway o su Yamaha serie SU non c‘è storia, ma costano il doppio dei coda usati generalmente per le lezioni nei conservatori e sono pur sempre verticali
paolo_b3 04-01-19 08.57
@ giosanta
paolo_b3 ha scritto:
Però per ora sono ancora pochi i pianisti di alto livello che fanno concerti (quelli veri) su pianoforti digitali. Non ho la presunzione di dire nessuno, ma lo penso.

Non posso escluderlo neppure io, ma mai visti, jazz compreso (sono reduce proprio da un concerto di F. Bosso ed il pianista, naturalmente aveva un coda).

paolo_b3 ha scritto:. credo che per la stessa cifra di un digitale o forse meno puoi avere un discreto acustico (magari revisionato) che sarà sempre molto meglio...

Non c'è partita, e non parlo degli aspetti tecnici, che non mi competono, ma proprio del fascino, della magia, dello strumento: una gioia per gli occhi prima ancora che per le orecchie e le dita.
Si chiaro però che parlo sempre e solo di coda. Il verticale, PER ME, non esiste.
Senza dubbio tra un verticale ed un coda c'è un abisso, in tutti i sensi. Un pianoforte a coda è uno strumento che affidato a me sarebbe sprecato, ma se avessi posto in casa lo avrei già comperato. Adesso magari senza spendere 50.000 €, dove ho comperato il mio ho potuto provare dei "quartini" (160 cm) revisionati che si potevano acquistare con meno di 10.000 € e ti assicuro che facevano già la differenza.
paolo_b3 04-01-19 09.01
@ drmacchius
Non ho mai detto che puoi fare un concerto classico su un digitale!
Non ci sono nemmeno concertisti che suonano in pubblico con un farfisa, un pianoforte cinese o su pianoforti di fascia economica.

Il motivo per cui fanno concerti sempre coi soliti noti secondo me risiede in questioni più di marketing che di qualità. Uno steingräber&son o un gotrian non sono di qualità inferiore a steinway, Bösendorfer o Yamaha, ma sono prodotti in numeri più alti, con maggiore standardizzazione e siccome la gente con la fama di Michelangeli (che poteva farsi trasportare il suo pianoforte ai concerti ) non c’è più e chi suona deve farlo spesso si strumenti che ha provato poco, alla fine si punta sempre su pianoforti che si intuisce già come suoneranno (un po‘ come si farebbe con le tastiere se si andasse in giro a suonare senza portarsi i propri strumenti). Quando si fa su fascia alta o altissima i tempi di costruzione e la manodopera sono gli stessi, la qualità dei materiali pure, cambiano suono e risposta al tocco, che credo siano questione di gusti (e infatti la Schimmel, la gotrian e tante Marche meno famose producono strumenti perché anche i concertisti a casa propria suonano gli strumenti che gli piacciono di più e non quelli che usano sempre per lavoro in giro).
Ma se si va sulle fascie economiche il discorso cambia perché cambia il suono, la tenuta dell‘accordarura, la meccanica e su questi strumenti non si potrà nè studiare tutto quello che serve per diventare un professionista nè ci si potrà aspettare ciò che un professionista cerca da un pianoforte. A quel punto secondo me meglio un „grande“ pianoforte digitale che un pianoforte di scarsa qualità ma acustico.

Secondo me tra prendere un Yamaha b1 e mettergli il silent e comprare un Yamaha NUX1 che ha la stessa meccanica e costa quasi la metà, meglio la seconda opzione . Se invece vai su verticali europei con meccanica Renner( schimmel Konzert, steingräber, Foster, gotrian, Bösendorfer, c.bechstein) su steinway o su Yamaha serie SU non c‘è storia, ma costano il doppio dei coda usati generalmente per le lezioni nei conservatori e sono pur sempre verticali
Condivido tanti punti di questa tua risposta, come ti ho detto la mia era una riflessione o se preferiamo una "provocazione" costruttiva.
E concordo con te che ci sono situazioni in cui "prendere" un pianoforte digitale potrebbe essere al scelta migliore.

Ma se mi concedi di sdrammatizzare un po', ho pensato alla vecchia barzelletta del barbone "se divento ricco faccio imbottire tutte le panchine del parco" emoemoemo
quartaumentata 04-01-19 09.09
Doc, complimenti vivissimi.

Fai una recensione con particolare cura sull'aspetto del tocco e risposta della tastiera su pianoforti digitali-ibridi, tra cui due di cui mi sto interessando io stesso.... utilissimo.

Ti becchi un thank. emo
jeedo 04-01-19 12.20
Grazie per l'accurata recensione. emo
Un Thanks!
drmacchius 07-01-19 20.59
@ jeedo
Grazie per l'accurata recensione. emo
Un Thanks!
Alla fine ho preso il Kawai ca98. Ne hanno venduti così tanti sotto Natale che il deposito Kawai a Bielefeld ha bisogno di 3 settimane per rifornirlo al musicscore.

Rispetto all‘italia Credo sia caro, ma me lo portano sino a casa. 3450 con sgabello regolabile, cuffie, trasporto, montaggio/allestimento, sgombero dei cartoni
giulio12 07-01-19 22.04
@ drmacchius
Alla fine ho preso il Kawai ca98. Ne hanno venduti così tanti sotto Natale che il deposito Kawai a Bielefeld ha bisogno di 3 settimane per rifornirlo al musicscore.

Rispetto all‘italia Credo sia caro, ma me lo portano sino a casa. 3450 con sgabello regolabile, cuffie, trasporto, montaggio/allestimento, sgombero dei cartoni
emoemo se possibile, potresti recensirlo dopo qualche tempo di utilizzo? Grazie
benjomy 07-01-19 22.20
Bella recensione... grazie. Molto interessante . Ho avuto modo di recente di provare un verticale di quelli top (steinngraeber )con meccanica anch’essa il top e devo dire che mi ha abbastanza impressionato ; è stato il primo a verticale che in qualche modo non mi ha fatto rimpiangere In coda .peccato il prezzo :attorno ai 30.000
drmacchius 07-01-19 22.35
@ benjomy
Bella recensione... grazie. Molto interessante . Ho avuto modo di recente di provare un verticale di quelli top (steinngraeber )con meccanica anch’essa il top e devo dire che mi ha abbastanza impressionato ; è stato il primo a verticale che in qualche modo non mi ha fatto rimpiangere In coda .peccato il prezzo :attorno ai 30.000
A me come suono piace più il Concert 8, come meccanica Bösendorfer; secondo me tutti e tre sono meglio di coda serie Academy
lipzve 08-01-19 09.27
C'è una ulteriore categoria di piani digitali:

Quelli da mettere nel salotto TV o vicino una camera da letto.
Come già detto in altro post, occorre valutare come "suonano da spenti" ad esempio il mio clavinova faceva un rumore difficilmente sopportabile.

Io quando accompagno qualcuno per consigliarlo a prendere un piano, la prima cosa gli faccio sempre sentire come suona da spento, immaginatevi gli studi di scott jopin in cuffia mentre altri dormono.