@ drmacchius
Ieri in cerca di un piano digitale sono andato nel musicscore vicino casa rivenditore Kawai e Yamaha.
Sebbene i pianoforti digitali a console siano tutti classificati come se avessero tutti lo stesso tipo di target, secondo me non è così.
Secondo me a prescindere dal prezzo, dal motore sonoro e dalla marca gli strumenti in questione possono essere divisi in più gruppi: i pianoforti digitali che vogliono essere un‘alternativa a dei pianoforti a coda economici o col sistema silent, quelli che vogliono essere una valida alternativa a dei discreti pianoforti verticali da studio, quelli che vogliono essere una economica alternativa a dei verticali di lusso ( strumenti tipo i verticali Bösendorfer, il Concert8 Bechsein o i modelli di fascia alta Gotrian-Steinweg o Schimmel, ossia strumenti nati non per essere strumenti da studio, ma per essere pianoforti verticali da usare in sostituzione di un pianoforte a coda per i contesti in cui non vi è spazio per questi) e infine i pianoforti digitali nati per essere un‘alternativa economica a qualsiasi pianoforte degno di questo nome o per essere qualcosa di simile a un pianoforte da usare per l‘intrattenimento.
Casio celviano: il più economico tra i pianoforti che ho provato. Il motore sonoro secondo me non è all‘altezza della concorrenza (paragonabile a workstation Synth e ammiraglie arranger di una decina di anni fa). La tastiera al tatto invece è molto valida. La meccanica è molto leggera, molto simile a quella di alcuni pianoforti a cosa (per es. Yamaha) anche se i tasti al tatto (non al tocco) mi ricordavano alcuni verticali gotrian. Non ci sono vibrazioni in senso orizzontale,ma forse a causa dello scarso motore sonoro, davano una sensazione di artificialità invece che di precisione (come se si fosse su strumenti da concerto). La sorpresa si ha suonandolo, perché invece lo strumento è molto preciso e si riesce a ottenere un‘ottima varietà di pianissimi, fortissimi e soprattutto sorprendendo sui ribattuti. L‘amplificazione è la tipica da pianoforte digitale senza velleità di essere un ibrido.
Kawai con meccanica rm2: ottima tastiera in legno, buon peso, perfetta probabilmente su una Master pesata, ma sul pianoforte di sicuro non un‘alternativa a un pianoforte vero. Qualitativamente paragonabili ai vari clavinova della Yamaha. Come meccanica preferisco Kawai, come motore sonoro e utility varie in genere i clavinova.
Kawai Ca78/98:
Motore sonoro. I campionamenti dello schigeru sono di altissima qualità, con enormi sfumature e altissima definizione a tutti i livelli di dinamica. Con le varie equalizzazioni e quella specie di modellazione a modelli fisici del suono che permette di personalizzare le timbriche, si può ottenere quello che si vuole e coprire egregiamente qualsiasi stile. Comunque il Kawai ha una sua impronta molto personale, decisamente diversa dai pianoforti utilizzati per le principali incisioni classiche e moderne e nei campioni (i soliti Hamburg e New York Steinway, Bösendorfer, c.bechstein e Yamaha) quindi nonostante la qualità non è detto che il timbro piaccia. Il modello 78 e 98 differiscono solo per la cassa armonica. Per quanto pensassi che la cosa fosse solo una trovata di marketing debbo dire che le vibrazioni trasmesse ai tasti dalla cassa armonica, fanno percepire un realismo maggiore rispetto al modello amplificato semplicemente. La vibrazione comunque é appena percettibile, più che altro una sensazione, non importante come quella che si ha in un acustico vero.
La meccanica GF II invece é la migliore che abbia provato su un pianoforte ibrido e migliore della maggioranza dei pianoforti economici. Non vi sono le benché minime oscillazioni dei tasti in senso orizzontale. La corsa é perfetta. I pianissimo precisi. Direi che la meccanica superiore a quella del pianoforte Yamaha di fascia economica su cui studiavo da ragazzo. La meccanica però è più pesante di quella della maggioranza dei coda che ho provato ed é decisamente —> segue
—>più pesante della maggioranza dei pianoforti a coda che abbia mai provato e molto simile a quella dei verticali con meccanica Renner di fascia alta o altissima. Secondo me non solo é uno strumento idoneo per studiare il pianoforte con un programma sino al vecchio quarto anno del vecchio conservatorio ma anche per studiare per esercitare tecnica pianistica fino al diploma/laurea in modo da non dover far perdere al pianoforte a coda sensibilità sui pianissimi con sistema Silent o per limitarne l’usura e risparmiare sulle spese di intonazione e accordatura. Se devi studiare suonare 10 ore al giorno per preparare un concerto o l’esame di diploma, trascorrendo magari 2 ore suonando hanon, scale e cadute e in più altre 2-3 ore di studio in orari incompatibili col vicinato, questo strumento é la scelta giusta. Anche se lo si dovesse distruggere non appena scaduta la garanzia, i costi di riparazione o di acquisto di un nuovo modello sarebbero di sicuro inferiori a quelli di manutenzione (più aumenta il valore dello strumento e più aumentano i costi di manutenzione) e se lo strumento economico dopo 5-8 anni di studio a quei ritmi credo che si debba comprare uno strumento nuovo. Per esercitare il tocco invece credo che non si possa prescindere da un pianoforte vero, anche se sospetto che pilotando con la stessa meccanica un motore a modelli fisici il realismo percepito possa aumentare e magari il tocco per esami tipo il vecchio quinto di conservatorio possa essere esercitato anche su uno strumento come questo.
Sui ribattuti la meccanica é molto precisa, ma suonarli è più difficile che su strumenti con meccanica “simil coda”, ma non escludo che il problema non sia dovuto a un mio deficit tecnico: sul verticale Schimmel Konzert o su quello Bösendorfer non è che i ribattuti di asturias mi venissero tanto più facilmente che sul ca98, contrariamente a quanto avveniva sui coda anche economici con meccanica più leggera.
Yamaha nux1:
É il primo digitale con la vera meccanica di un pianoforte a coda. Al tatto sembrava di essere sul mio vecchio Yamaha acustico. Questo non è necessariamente un pregio, perché il mio acustico era un fascia economica (meglio dei farfisa e dei pianoforti cinesi, ma di certo non Paragonabili ai pianoforti che si propongono di essere un’alternativa ai coda, sostanzialmente dei pianoforti “ottavo di coda” disposti in verticale). Le microocillazioni orizzontali dei tasti sono le medesime. La precisione del tocco la stessa, specie sulle sfumature fini e i pianissimi. La cosa si nota al meglio sui ribattuti: a parità di pressione, quando aumenta la velocità, il “martelletto” si impianta sul sensore come sull’acustico fa sulle corde. La differenza è che quando il martelletto si impianta sulle corde dell’acustuco il ribattuto non si sente, quando lo fa sul sensore parte un pestato da spaccare i vetri.
La paletta sonora é la tipica Yamaha e quindi essendo Mainstream verosimilmente piacerá a più persone, gli altri timbri non li ho provati. L’amplificazione invece è la migliore che ho sentito. Non so se abbia la cassa armonica i meno, ma a suonarlo sembrava di essere seduti veramente sul seggiolino del mio acustico. Secondo me è un digitale alternativo a un acustico da studio di fascia media. Al giorno d’oggi secondo me tra prendere la versione silent di un Yamaha b1 o p1, meglio prendere questo: si risparmia soldi sia per l’acquIsto che per la manutenzione. Se si cerca qualcosa per studiare anche tocco e che possa essere qualcosa che prepari fino al livello del vecchio ottavo anno o si rinuncia al silent o si deve puntare su acustici di livello superiore. Da associare a un cosa per fare s la tecnica va pure bene, ma secondo me Kawai é meglio. Invece in contesti di intrattenimento vuoi per l’amolificazione vuoi per la paletta sonora é di sicuro più valido dei Kawai. In un Jazzclub Open mic o in un contesto di pianobar suonato solo piano o unolugged é di sicuro uno strumento più valido dei Kawai.
—> segue