Morricone può piacere o non piacere e qui non si discute ma...
Se consideriamo il Morricone cinematografico dal solo lato musicale ...certo, appare come un melodista, buon orchestratore, a volte anche scontato.
Secondo me non è su questo piano che dobbiamo considerarlo ma sulla capacità di entrare nel tessuto del racconto filmico, nel saper trarre il senso più profondo e spalmarlo, indipendentemente dal contesto, sulla scena contingente, quasi a ricordare sempre il motivo e il perché del tutto.
Infatti alcuni suoi stretti collaboratori mi dicono che il "suono" dei film li crea anche prima di vedere il girato leggendo solo il copione... anzi, Sergio Leone spesso le musiche le pretendeva assolutamente prima per poi girare mandando la musica sul set di ripresa. Quindi un Morricone che legge ed amplifica il senso intimo dell'opera, creando col suono il filo conduttore dell'emozione che si vuole trasmettere.
Un esempio è questo: Mission, The fall
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Magari J. Williams avrebbe scritto mirabolanti esplosioni orchestrali in sincrono con le immagini, avrebbe sottolineato ogni momento interno alle scene per dargli vigore. Morricone no, ha scritto, si può dire, delle vere e proprie suites indipendenti ma animate dallo spirito intimo che muoveva i protagonisti, non è banalmente corso dietro agli eventi ma ha descritto l'anima assoluta dell'opera.
Visto che l'ho citato, John Williams, varie da Guerre Stellari:
Musica eccezionale, certamente più "musica" in senso stretto, accattivante, liberatoria, coinvolgente ma, rispetto al film, alla fine descrive e sottolinea, sapientemente, solo i momenti contingenti...
Morricone no, non corre dietro le scene ma concorre al senso totale aggiungendo la descrizione di quello che non si vede, forse con musica più "semplice" ma non per questo meno toccante. E penso che se mai avessero proposto a Morricone di musicare Guerre Stellari ...lui avrebbe certamente rifiutato per il poco spessore della pellicola, tutta incentrata sullo show poiché ha sempre prediletto un certo cinema impegnato, dove poter dire la sua. E in quest'ottica posso anche intuire quello che in generale abbia potuto pensare di Tarantino... e infatti, come scritto nell'altro post, per il film dell'Oscar, di originale ha scritto solo il finale, "la lettera di Lincoln", probabilmente è stata questa scena, letta sul copione, a fargli dire di si per la sua intensità emotiva e morale.
Poi,
I titoli di testa di "Novecento":
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Non so quanti di voi l'abbiano mai visto questo film ...era in due parti da tre ore ciascuna! lungo, lento, raccontava l'Italia della provincia contadina dai primi del '900 sino alla fine del fascismo e questi titoli di testa, apparentemente semplici, portano la bandiera di un pensiero che ci ha condotti a ciò che siamo noi oggi. A me emoziona sempre.
Marco Polo: ascoltate la musica scelta dalla NBC americana per lo spot del Marco Polo italiano:
e quella giusta, intensa, che racconta il viaggio perenne dell'uomo firmata Morricone
Parlando di inni: Sacco e Vanzetti
e
cantate da Joan Baez. Potrebbe una musica così anni '70 testimoniare un'ambientazione dei primi del '900? Chi avrebbe potuto descrivere in questo modo il pensiero sottinteso e senza tempo contro l'ingiustizia? solo una capoccia come quella di Ennio.