@ BB79
ahò
si nun se parla de pianole...tutti timidi eh
Ha parlato "er pianola"...
Te mancano gli interventi? le parole?
Voi sape' c'hai fatto?
...mo' sciorino le mie de parole, sciorino e ...leggi!
Prima di tutto m'hai fatto ricordare che questo volume
io ce l'avevo negli anni '70 e conteneva anche tutti i brani che hai postato ed erano scritti moooolto fedelmente. Ce "l'avevo" perché quando ero ancora in conservatorio ricordo che lo prestai ad una giovanissima Maria Grazia F. (la famosa vocal coach di molti talent show televisivi) e mo' 'na cosa, mo' 'nartra... non l'ho più visto 'sto libro (giusto destino? perché io a mia volta lo "solai" ad un amico che però non sapeva suonare
).
Comunque, co' 'sto tizio (Dave Brubeck) e col suo libro mossi i primi passi in un linguaggio musicale che allora mi era nuovo, al massimo ascoltavo Bacharach.
Ero eccitato, potevo leggere e risolvere quello che sentivo dai suoi dischi e Strange Meadow Lark, Take Five, It's a Raggy Waltz col suo strano 1-2 / 3-1 / 2-3 / 1-2-3, Rondò a la Turk (il 9/8 a 2+2+2+3) che suonava pure Emerson, la delicata Three To Get Ready e altro ancora le suonavo, le suonavo e intanto avevo imparato a memoria ogni millimetro dei solchi dei dischi di Brubeck.
Il tuo invito all'ascolto mi ha commosso. Avevo rimosso. Non mi ricordavo di quanto tempo dei miei pochi anni di allora avevo passato con questa musica in testa. Se non la suonavo (con le mie poche possibilità) me la ripassavo a memoria e mi faceva compagnia anche quando passeggiavo. Così, con questa musica, mi hai fatto rivivere l'odore di piazza del Popolo di allora, con la pioggia, gli autobus verdi, io che vivevo praticamente lì, in via del Corso, da Ricordi, Messaggerie Musicali, Ciampi Hammond, piazza di Spagna, via dei Greci ...18! (il Conservatorio)
Con questa scoperta musicale in testa tante volte me la facevo a piedi fino a Termini (per prendere la linea C) perché Roma all'epoca era bella e spesso allungavo sino a via Bissolati/via Veneto perché lì c'erano le compagnie aeree e fermarsi davanti alle vetrine della Pan American o della TWA con in testa Take Five ...era uno sballo, era un modo per constatare che quel mondo c'era, era vero, lo vedevo nelle divise delle hostess, nei poster giganti di New York o del Grand Canyon, negli arredamenti e ne approfittavo per conservare in tasca un po' di quel colore, di quella vita, prima di tornare nella mia periferia, a Centocelle.
Tecnicamente e stilisticamente non saprei dire se Brubeck sia jazz, forse è più vicino a Gershwin ma sicuramente è America, ...si, è proprio America, perché m'ha fatto troppo sogna'!