@ markelly2
Non conosco la storia specifica di Gianmaria Testa ma se, come dici, del successo non gli importava, è stata una sua scelta.
Diverso è chi continua a provarci, credendoci oltre ogni aspettativa, senza mai afferrare un risultato. Fino a una certa età ha senso, poi bisogna guardare in faccia la realtà.
Tra l'altro il post iniziale diceva: "pochi hanno raggiunto buoni livelli e sono riusciti a fare della loro passione una professione" quindi si vuole concentrare su coloro che CREDONO di valere e non si rendono conto che in realtà se non ce l'hanno fatta è perché forse non si sono veramente impegnati. A quaranta /cinquanta anni la vedo dura.
Potrei dire molto, nella mia vita "professionale" ho visto di tutto. Ho conosciuto star, ne ho viste crescere, ne ho viste inciampare.
Il requisito fondamentale, oltre l'aver qualcosa da dire, è la determinazione, poi ci vuole il "culo" e il sapersi amministrare, oggi più che mai.
Ho avuto rapporti, anche lunghi e intensi, con giganti dello spettacolo italiano e mi sono sempre accorto di aver avuto difronte persone uniche.
Spesso mi chiedevo "com'è che quel personaggio funziona e quell'altro, anche bravo, no?" E' un'alchimia strana, quella piccola differenza tra i due, impercettibile nell'anonimato, quando, per qualche caso, anche cercato, puoi esprimerla diventa un abisso ed uno diventa una star e l'altro un anonimo.
Corrado, chi lo ricorda? Anche solo la sua presenza fisica ti faceva dire: "è quello giusto". Sai quando si dice "buca"?
Corrado era un semplice annunciatore radiofonico dagli occhi ammalianti. Successe che la guerra finì e fu lui a fare il famoso annuncio della resa alle forze alleate
. Magari gli capitò perché era di turno lui quel giorno ma quelle frasi rimasero impresse negli italiani ...con quella voce. Di suo, Corrado, aveva tutta l'artiglieria pronta, fatta di charme, volontà di essere qualcuno, ebbe a favore l'ambiente e il suo carisma e facilmente trovava le porte aperte. State certi che con persone come lui non si va a mangiare la pizza o perdere tempo a chiacchierare, sono macchine che hanno un solo scopo: emergere.
Potrei parlare di Gazzé, di Pippo Baudo e Tiziana Rivale, di Giorgia, di come allora fecero Nico Fidenco, Robertino, Lando, Little Tony, di come sono nati e dei loro colpi di fortuna o sfortuna, dalle tette finte "scoppiate" in aereo a Carmen Di Pietro ai giornali che costruiscono a tavolino i casi.
Ma di fondo c'è sempre capacità in qualcosa e volontà di emergere a tutti costi, cosa che nell'approccio pubblico spesso non risulta ma dietro c'è sempre una strategia molto severa, spesso anche cattiva verso gli altri, ma magari è solo un mezzo necessario per poter esprimere in seguito con libertà quello che si vuol dire.