@ mauroverdoliva
Salve, qualcuno di voi, ha ascoltato o utilizza la nuova serie 7 mk 4 della rcf? Se si con quali riscontri
rispetto magari alla serie mk2 ?
non ti so dire nello specifico, ma generalmente negli anni ad ogni versione mkx successiva RCF non ha mai migliorato il prodotto ma solo applicato economie costruttive passando (ad es.) dai magneti al neodimio a quelli in ferrite o dagli ampli analogici a quelli digitali o addirittura diminuendo il diametro della bobina dei wf contando sulla maggiore protezione realizzata da un differente processamento digitale DSP e via dicendo. ogni serie fa testo a se quindi è difficile dare una regola precisa. solo un service che ha lavorato ed ha messo le mani dentro la cassa in varie versioni per riparazioni potrà darti info specifiche su quel modello e sulle differenze delle varie versioni.
un paio di decine di anni fa le casse amplificate di buona qualità delle serie top/professionali venivano realizzate accoppiando in un buon progetto acustico un buon amplificatore ad un sistema di altoparlanti sovradimensionato che potesse elettricamente e meccanicamente sopportare abusi e strapazzi. la prima evoluzione è stata passare ai trasduttori con i motori al neodimio che consentivano di ridurre il peso dell'insieme. poi si è passati agli amplificatori digitali con alimentazione analogica, altro risparmio di peso e costi, per arrivare agli ampli digitali con alimentazione pwm (digitale) che hanno consentito ulteriori risparmi di costi e pesi. a questo punto i produttori hanno iniziato a lavorare pesantemente sul processamento DSP in modo da modificare la risposta in frequenza del sistema in funzione della potenza. questa possibilità originariamente aveva lo scopo di ottimizzare le performance del sistema ad ogni livello di emissione. i problemi sono iniziati quando qualcuno ha ha pensato di sfruttare tutte queste opportunità a fini commerciali ricercando non più le massime performance del sistema ma le minime performance sindacali/commerciali ed il massimo profitto sfruttando a tal fine tutte le economie che l'ottimizzazione digitale consente. ed ecco che ci ritroviamo con sistemi con ampli digitale sia in potenza che in alimentazione da poche centinaia di grammi che modificano pesantemente il suono man mano che aumenta l'SPL richiesto per non distruggere meccanicamente/elettricamente trasduttori realizzati in economia e con alimentazioni PWM sottodimensionate che letteralmente si "siedono" quando viene richiesto pe più di pochi millisecondi la potenza dichiarata in maniera più o meno fantasiosa "nominale".
in tutto questo le leghe Neodimio-ferro-boro hanno trovato innumerevoli applicazioni, il loro costo è aumentato vertiginosamente ed i costruttori sono tornati (per risparmiare) ai tradizionali magneti in ferrite.
per quanto mi riguarda su RCF (a meno di difettosità conclamate di una serie) non acquisterei mai le nuove versioni ma cercherei con pazienza una serie precedente non massacrata da utilizzi intensivi