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Sto pensando....
...rifletto....
...e se parlo lo dico anche a me stesso, non è solo un'analisi al tuo lavoro...
cioè, ...la musica, per essere vincente, al di la del linguaggio, deve essere prevedibile? Già dalle prime note si deve presagirne l'architettura? e lo svolgimento non è altro ciò che ci si aspetta anche quando non la si conosce?
@Fusion, ciò che ho ascoltato è fatto bene, belle idee, anche bei suoni ma manca di architettura, di evoluzione, mi aspetto certe evoluzioni ma non nasce niente, rimane lì, improvvisando un solo, spingendo su un riff ritmico ...tante isole che potrebbero diventare continenti ma isole rimangono, anzi, un arcipelago di pillole non digerite.
Non centra niente, lo dico anche per me, ma prendiamo una facciata di vinile come quella di Tarkus che è piena di evoluzioni ma con un'idea sola di fondo che cammina, cammina, entra, esce, si rivolta, si imbruttisce, si calma ed ogni volta gli vai dietro e ti senti soddisfatto...
Musicista/compositore è quello con la capacità di creare architetture che colmano le esigenze di chi ascolta? Ma saper reggere (o leggere) il seme dell'idea musicale iniziale e saperlo far fruttare nella sua giusta evoluzione è cosa difficile.
L'invito è capire per quale motivo quella successione di accordi o quei riff ci "stuzzicano", capirne l'essenza e tirarla fuori, tutta ...altrimenti è un aggregato di soluzioni che si avevano già in tasca, un po' nostre, un po' scopiazzate e nessuno se ne ricorderà perché quelle note avevano già avuto, da qualche altra parte, il loro perché.
Ripeto, non è una critica al tuo lavoro ma una considerazione che coinvolge anche me.
Per dire, il tuo pezzo "Bien loin d'ici" mi piace, bello, suonato bene ma a 2'.10" circa si inerpica in una progressione di settime che trovo inutile, fuori luogo, scolastica, che nulla ha a che vedere con la poesia dell'immagine che si vuol dipingere.
Molti anni fa, quando ero "pischello" ma non avevo i mezzi (non ho niente di registrato), creavo anch'io così, d'impulso, idee aggregate ma non per forza funzionali ad un discorso artistico ...ma spesso erano idee anche belle. Dopo, per esigenze di lavoro, ho imparato ad essere più pragmatico e quindi temi netti, evoluzioni "addomesticate", arrangiamenti "facili". Si, mi sono "perso" nell'uniformità ma è anche vero che all'epoca non avrei saputo mantenere a livelli artistici seri la rarefazione dell'idea, non avrei saputo spalmarla come Debussy.
...e se c'è chi può e chi non può (anch'io non "può") un motivo ci dev'essere.