zaphod ha scritto:
La frequenza di campionamento è differente: è il numero di volte al secondo in cui viene campionato un suono. Un'emissione totalmente analogica ha frequenza infinita, proprio perchè non si hanno interruzioni, nemmeno infinitesime, nel flusso sonoro.
La frequenza di campionamento e la frequenza massima del segnale rappresentabile sono in rapporto di 2:1. Vale a dire che a fronte di una frequenza di campionamento di 40 KHz la frequenza massima del segnale rappresentabile è di 20 KHz. A 44'100 Hz fmax = 22'050 Hz, a 48 KHz fmax = 24 KHz, e via dicendo.
Gli artefatti dovuti al campionamento (quindi la "scalettatura" del segnale elettrico, che in seguito al campionamento non ha più variazioni infinite) producono armoniche
ben al di sopra dei 20 KHz, e si tratta di disturbi che noi non saremmo mai in grado di sentire. Inoltre a valle del DAC di qualsiasi aggeggio che generi o riproduca dell'audio in modo digitale è posto un filtro, che si chiama Reconstruction Filter, che
filtra qualsiasi cosa che vada oltre i 20 KHz. Quindi le frequenze oltre i 20 KHz presenti in qualsiasi flusso audio verrebbero in ogni caso tagliate.
zaphod ha scritto:
P.S.: nei vst la differenza tra 48K e 96K si sente. Perlomeno, io la sento. A 96 le cose suonano meglio. Sarà psicologico? Forse...
Può essere psicologico, oppure può essere che il VST funzionando a 96 KHz riesca a lavorare in modo più preciso e quindi produrre un risultato audio più accurato. Ma tu di quei 48 KHz di frequenza massima che può avere quel segnale audio (96 KHz / 2) ne senti sempre e solo il range da 20 fino a 20'000 Hz. Perché tutto il resto viene in ogni caso tagliato via dal Reconstruction Filter a valle del DAC della tua scheda audio.
Come ho detto prima: l'alta risoluzione serve in fase di generazione del suono, per far produrre allo strumento un risultato sonoro più preciso ed accurato. E, come detto sopra da qualcun altro, per spostare in avanti la soglia in cui si può presentare dell'aliasing, i cui effetti se questo è troppo "vicino" ai 20 KHz possono ricadere nell'intervallo udibile. Ma non è che lo strumento al nostro orecchio suona meglio perché sputa fuori dall'uscita audio frequenze oltre i 20 KHz, perché oltre quel limite da li non esce nulla. Suona meglio perché internamente lavora in modo più accurato.
E ci sono altre caratteristiche ad essere importanti oltre che la frequenza di campionamento e che spesso sono trascurate, come la risposta in dinamica, il rapporto S/R e la linearità sia del DAC che dello stadio analogico d'uscita. Sono queste cose per esempio ad essere scarse nelle schede audio da 4 soldi, anche se sulla carta vantano di essere capaci di riprodurre flussi audio da 96 KHz su 24 bit.