@ CoccigeSupremo
Salve a tutti.
Ringrazio in anticipo chiunque risolverà questo dubbio:
Ultimamente (per indipendenza e scarsi fondi) utilizzo per le mie registrazioni unicamente vst: batteria, basso,tastiere, chitarrette, hammond, pad, effettistica. Tutte tracce midi insomma.
L unica cosa registrata in audio è la voce della cantante.
Mi chiedevo: é giusto "equalizzare/comprimere/normalizzare vst?
Per capirci: in rete si trovano ormai tantissime guide/schemi/dritte da seguire per editare/mixare/equalizzare
bene diversi strumenti registrati nella nostra daw. La domanda è dunque: é giusto trattare tracce midi come fossero tracce reali e applicare le stesse regole che applicheremmo a tracce audio registrate sul serio?
Del tipo che so, seguire istruzioni di equalizzazione di una cassa reale su di una cassa in vst? O di equalizzare un basso in vst o tagli di certe frequenze su di esso o su una chitarra o un violino? O di comprimere alcuni vst (dato che lo scopo è ottenere volume omogeneo, suppongo sia inutile su tracce dove puoi semplicemente modificare la registrazione con i classici volumi delle note midi se per sbaglio hai suonato un po troppo forte su un passaggio).
Insomma usare unicamente vst presuppone la consapevolezza di non dover poi andar a toccar nulla (se non expression per vari strumenti) in quanto i vst son suoni gia compressati/equalizzati/normalizzati/puliti o per ottenere un risultato migliore li si deve exportare e considerare alla pari di diverse tracce audio?
Per esperienza personale, utilizzo decine di tracce vst Kontakt ognuna delle quali ha da 1 a 3-4 efx plugin al massimo.
L'utilizzo di effettistica ha senso. Si tratta pur sempre di segnale audio, alla stessa stregua di una sorgente analogica. Per capire, ogni libreria di campioni è una sorta di .wav.
Detto ciò, riuscendo a dosare con parsimonia, maestria e perizia l'utilizzo dei plugin (un ottimo lavoro lo fanno gli acceleratori UAD Satellite) si migliora notevolmente ad esempio un campione di piano dall'impronta "nasale" oppure dare fiato ad una chitarra "sgonfia". Oppure preamplificare sezioni di archi, comprimere le percussioni, togliere il riverbero nativo dell'applicazione e aggiungerne uno migliore. E comunque sia, quello che conta, è il risultato finale: l'ascolto.