@ emidio
Thread a mio parere molto interessante! Intervengo molto volentieri, anche perché un buon 40% dei miei live avviene con la formula del piano e voce.
Dico subito quindi che IN TEORIA la definizione dei dettagli e degli armonici propri del pianoforte (quelli che molti definiscono "suono legnoso") dovrebbero essere il più possibile fedeli allo strumento originale, in quanto - senza band o altri strimenti a supporto - non ci sarebbe "da bucare nulla" (come scrive TheHopelHaver).
In pratica però, secondo la mia esperienza, non è proprio così, e per due motivi importanti.
Il primo è un motivo di natura squisitamente tecnica: una volta che non uso un piano vero (che diffonde il suono in maniera "naturale"), ma devo comunque utilizzare una macchina digitale e farla quindi entrare in un impianto digitale, e mixarla con una voce a sua volta processata ed effettata, la naturalità l'ho persa, e devo quindi necessariamente trovare un piano digitale con un suono convincente su impianto. Questo aspetto diventa quindi ancora più importante dei dettagli stessi (ad esempio, io possedevo un P115, meraviglioso suonato a casa tramite le sue casse, ma imho TROPPO dettagliato una volta anplificato in un PA, con il suono che tendeva molto a "confondersi" e non diventare un tutt'uno con la voce).
Il secondo motivo è invece stilistico: secondo i più il piano e voce (e tutto l'umplugged in generale) deve essere per forza cantato in maniera "confidenziale"... cioè, come se il cantante che si esibisce in situazioni acustiche dovesse per forza "sussurrare". E se così non fosse? E se ci fossero cantanti (come ad esempio il sottoscritto) di stampo più rock, che mettono nell'acustico la stessa energia che mettono nella band? Allora il suono deve bucare eccome, deve essere in grado di diventare più "appuntito" e squillante per accompagnare degnamente una voce energica, e legarsi ad essa in maniera indissolubile (suono quindi molto dinamico, più ovattato alle basse velocities per poi crescere e diventare più squillante).
Traducendo il tutto in termini più tecnici, io personalmente ho trovato la pace dei sensi con il Numa Concert per il piano e voce, e con il Silver Grand (campione Kawai) su NS2 quando mi esibisco con la band.
Assolutamente d'accordo ! In effetti è necessario specificare che con "naturale" o "dettagliato" ,parlando di un digitale in una situazione live di qualsiasi genere,si parla comunque di un suono che rispetti ed onori quei termini seguendo le "regole" della molte volte dura legge dell'amplificazione.
Ad esempio io con il mio RD800 mi trovo bene proprio perché offre suoni e possibilità di editing che non necessariamente mirano all'emulazione fedele di un acustico ; un suono naturale e dettagliato è un suono che convince, come già scritto da voi, un suono che arriva e fa emozionare e che soprattutto soddisfi chi lo utilizza.
In sostanza che si tratti di pianoforti acustici o digitali, secondo me,resta sempre una sostanziale differenza tra un qualcosa di innaturale e macchinoso e quel qualcosa di melodioso,naturale che non necessariamente e non sempre deve essere una riproduzione più o meno fedele degli strumenti acustici.