Bene a questo punto vi voglio dire quanto segue:
Intanto grazie a tutti coloro che hanno ascoltato il brano, anche a coloro che non hanno commentato.
E' ovvio che caricando il mio lavoretto avevo in primis piacere di sapere cosa ne pensavate, anche se non l'ho detto esplicitamente, ed i pareri che ho ricevuto sono stati positivi a mio giudizio, consapevole che avrete "pesato" che non sono Ennio Morricone, ma non ci vado nemmeno vicino...
Ammetto che pur sapendo che l'esecuzione era veramente povera, non avevo la percezione (dopo un po' non te ne rendi più conto) che i suoni facessero così cac...
Ma vengo al pathos compositivo:
era anche un po' scritto nel titolo: "Feu" vuol dire fuoco.
Mi sono immaginato una serata invernale, davanti al caminetto, ad accendere il fuoco: all'inizio una debole fiamma divora i pezzetti di carta, poi il legno comincia a prendere, il fuoco arriva al suo massimo splendore, e poi quando la legna è ormai completamente arsa, il fuoco quasi di colpo si spegne, e nel tenue spettacolo della brace, l'ultima parte, qualcosa riprende: il fuoco è esausto, ma i miei ricordi, "le mie cose", continuano a galleggiare nella mia mente.
Due dettagli compositivi, le armonie appoggiate sulla scala esatonale (vedete il moto di quello che voleva essere un fagotto nella primissima parte) volevano rappresentare il percorso "random", imprevedibile, un po' casuale, non rettilineo, delle fiamme . Alla fine, nell'ultima parte, quello che voleva essere il violino all' 8va, che esegue come seconda nota la 6+ voleva rappresentare la malinconia dei ricordi (non la tristezza), delle cose che come il fuoco passano e si ripresentano simili, ma mai uguali.
Per terminare due tributi: uno a Vin, hai colto l'aspetto "francese" del brano (forse davanti al fuoco sorseggiavo un cognac
) inizialmente al posto del flauto più ottavino avevo pensato alla musette, poi l'ho cambiata per non dare un tratto troppo caratteristico, ma non è stato sufficiente, ammetto che è un retaggio della mia grande passione per Paolo Conte.
Il secondo a Markelli: c'è qualcosa di Piovani (altra mia grande passione), me ne rendo conto anche io, forse però più riconducibile a Palombella Rossa che non a La vita è bella
Entrambi siete stati acuti, complimenti.
Grazie ancora...