Come dico spesso, non bisogna confondere l'armonia con il voicing: l'armonia riguarda lo studio delle regioni armoniche e della comprensione della natura e qualità degli accordi che armonizzano una melodia o un basso, della loro concatenazione e risoluzione.
Il voicing è invece la scienza della disposizione e condotta delle parti; la sigla ha, secondo me, a che fare sostanzialmente con l'armonia e non con il voicing.
La sigla deve in buona sostanza far capire in maniera chiara quali sono la regione armonica, la natura e il basso di un accordo; gli eventuali "colori", estensioni ed alterazioni sono facoltativi e spesso ci distraggono dal capire le informazioni più importanti.
Per esempio: in tonalità di F maggiore, C7 è la sigla sufficiente per notare l'accordo di dominante che si trova sul V grado; sigle più complesse, tipo C7alt, Csus11, Gm7/C, C7(b9 13) etcetera, pur offrendoci dettagli ed indizi su eventuali estensioni ed alterazioni, sono funzionalmente equivalenti a C7 ed eventualmente effrono al pianista il "terreno comune" per evitare di realizzare il C7 in maniera che "stoni" con le note usate per esempio dall'improvvisazione di un sax...mettiamo che il sax usi delle note provenienti dalla scala diminuita, se io suono C7alt tutto è OK, se suonassi un C7(9), creerei dissonanza tra la mia 9 maggiore e le b9 e #9 suonate dal sax.
Ovviamente un accompagnatore con un po' di mestiere è in grado di ascoltare cosa fa il solista ed adattare i suoi accordi di conseguenza senza bisogno di sigle troppo dettagliate...ma sempre un C7 sarà, non diventerà un Cmi7...
Detto questo, la sigla non determina il voicing...se proprio vogliamo determinare in maniera precisissima un voicing, meglio usare il pentagramma...ma il bello del jazz è che tutto è improvvisato e scarurisce dall'interplay fra i musicisti, anche il modo con cui si accompagna