Scegliere i più bravi è discriminazione positiva?

Petra 06-08-16 13.43
In particolare nel pubblico impiego viene espresso il metodo della scelta di una persona in base alla sua bravura. Al concorso al quale i partecipanti devono dimostrare con documenti la propria bravura, la scelta viene decisa nella persona con il maggiore numero di punteggi di merito. Su questo metodo di scelta mi sono soffermato a riflettere: le redini ai più bravi! In ogni cosa v'è il pro ed il contro e quindi qualunque cosa fai è suscettibile di poterla migliorare.
Io farei così, questo naturalmente solo nel pubblico impiego: nell'esame delle varie domande tenere conto solamente della certificata abilità ma, non delle eventuali aggiuntive lodi di merito. Perché? Perché si eviterebbe di imitare il "mercato delle vacche!" Prosieguo: inviterei a fornire un curriculum vitae, ed in base a queste indicazioni proseguirei con un colloquio per accertarsi delle attitudini personali se consoni all'impiego necessario.
Nel pubblico impiego non dovrebbe essere l'entità del compenso, fra i migliori: ciò favorirebbe a contribuire a scegliere quelle persone che l'impiego lo considerano e lo esercitano come "missione". Qualcuno può dire: allora i "più bravi" non parteciperebbero ai concorsi! Può essere ma, è preferibile che il "Governo" non tratti i concorrenti come figli e figliastri! L'attestato di insegnamento conseguito, privo dalle lodi, dovrebbe essere sufficiente a svolgere con proprietà la mansione richiesta.
Edited 6 Ago. 2016 15:59
Markelly 06-08-16 16.32
Se adesso nel pubblico impiego (enti, insegnamento), si entra per bravura, deve esserci qualche falla nel sistema, ma bella grossa! emo
anonimo 06-08-16 16.55
@ Markelly
Se adesso nel pubblico impiego (enti, insegnamento), si entra per bravura, deve esserci qualche falla nel sistema, ma bella grossa! emo
infatti si entra per missione..... politica emo
BB79 07-08-16 10.26
La tua osservazionenon è peregrina. Tuttavia la premessa iniziale è discutibile...perché nei concorsi, a parte qualche rara eccezione, le cose non vanno come dovrebberoemo
zaphod 08-08-16 11.29
l'argomento è interessante... oltrechè utopico, purtroppo.
La selezione di candidati segue purtroppo le vie che conosciamo tutti, quindi non solo non viene scelto il migliore, ma nemmeno viene scelto quello più portato per un determinato lavoro.

Tornando IT, se ho capito bene Petra dice: la persona più indicata a ricoprire un ruolo non sempre è quella che risulta più preparata tecnicamente. La bravura ha molte sfaccettature, ed essendo in un forum musicale ce ne accorgiamo anche fin troppo bene. I massimi voti in un conservatorio non indicano automaticamente un esecutore sopraffino. E così via di esempi: essere un buon manager non vuol dire saper gestire un'azienda sanitaria, essere professore alla Bocconi non significa saper governare uno stato... emo
Petra, parli di vocazione: ebbene, è quella che dà il quid aggiuntivo ad un candidato. Certo che se tutti seguissimo la vocazione, vivremmo in un posto migliore, e saremmo governati da persone migliori. Ma c'è uno scoglio enorme, in vista: il potere. Quello fa naufragare molti buoni propositi. Il potere, da quello enorme esercitato da alcuni politici, o dai presidenti di ex aziende statali (per fare un esempio), al potere piccolo e meschino dell'impiegatuccio di provincia che ti mette i bastoni tra le ruote di una pratica; ecco, questa è una zavorra che ogni stato dovrebbe levarsi. Il potere dovrebbe essere in mano a chi non lo vuole.
Petra 08-08-16 12.46
@ zaphod
l'argomento è interessante... oltrechè utopico, purtroppo.
La selezione di candidati segue purtroppo le vie che conosciamo tutti, quindi non solo non viene scelto il migliore, ma nemmeno viene scelto quello più portato per un determinato lavoro.

Tornando IT, se ho capito bene Petra dice: la persona più indicata a ricoprire un ruolo non sempre è quella che risulta più preparata tecnicamente. La bravura ha molte sfaccettature, ed essendo in un forum musicale ce ne accorgiamo anche fin troppo bene. I massimi voti in un conservatorio non indicano automaticamente un esecutore sopraffino. E così via di esempi: essere un buon manager non vuol dire saper gestire un'azienda sanitaria, essere professore alla Bocconi non significa saper governare uno stato... emo
Petra, parli di vocazione: ebbene, è quella che dà il quid aggiuntivo ad un candidato. Certo che se tutti seguissimo la vocazione, vivremmo in un posto migliore, e saremmo governati da persone migliori. Ma c'è uno scoglio enorme, in vista: il potere. Quello fa naufragare molti buoni propositi. Il potere, da quello enorme esercitato da alcuni politici, o dai presidenti di ex aziende statali (per fare un esempio), al potere piccolo e meschino dell'impiegatuccio di provincia che ti mette i bastoni tra le ruote di una pratica; ecco, questa è una zavorra che ogni stato dovrebbe levarsi. Il potere dovrebbe essere in mano a chi non lo vuole.
Generalmente colui che è "bravo" lo è per meriti ottenuti con lo studio e sacrificio ma, ci sono anche coloro che essendone dotati di particolare attitudine a quella specifica disciplina, siano favoriti. La vocazione, l'inclinazione, l'attitudine, la predisposizione, favoriscono l'apprendimento in modo più facile di coloro che di queste qualità "misteriose" non le possiedono. Allora, perché premiare coloro che la fortuna "misteriosa" li ha dotati? In fin dei conti non è "ricchezza guadagnata" ma, ereditata! Con il certificato della scuola abilitante al servizio richiesto dovrebbe essere sufficiente a svolgere le relative mansioni. Affidare le "briglie" ai più "bravi per lodi" è una discriminazione! Parliamo di principio: che le cose vadano in base alle innumerevoli e svariate modalità di decisione, è altra cosa.
vin_roma 08-08-16 13.38
Per il bene sociale (è questo lo scopo delle selezioni, non per elargire sussidi a vita) è giusto che a vincere sia il più dotato. Certamente nei grandi numeri poi ci si perde in quote sindacali, quote di raccomandati, agevolazioni sociali e... ci si perde in qualità.
Se lo scopo dello stato è elargire "sussidi" in cambio di rivendicazioni, assenteismo, cumulo ore, turni ferie etc... allora ok, la pertinenza al ruolo a cui si è chiamati può anche passare in secondo piano...
Se lo scopo è l' efficienza... allora si dovrebbero licenziare metà degli impiegati col risultato di avere una struttura più snella, efficiente e con possibilità, da parte dello stato, di investire di più e più efficacemente in strutture sociali, turistiche, culturali che tanto bene ci farebbero creando nuovi posti di lavoro reali e produttivi...

L' idea che ho dei concorsi è che almeno la metà degli idonei risultanti sono falsi, già predestinati, l' altra metà "vera" esiste per non dare troppo nell' occhio.

Edited 8 Ago. 2016 11:39
zaphod 08-08-16 14.14
Petra ha scritto:
Allora, perché premiare coloro che la fortuna "misteriosa" li ha dotati? In fin dei conti non è "ricchezza guadagnata" ma, ereditata! Con il certificato della scuola abilitante al servizio richiesto dovrebbe essere sufficiente a svolgere le relative mansioni. Affidare le "briglie" ai più "bravi per lodi" è una discriminazione!

non sono per nulla d'accordo. Avevo interpretato male il tuo post di apertura, ma ora hai chiarito ciò che pensi e ritengo di essere all'opposto, come pensiero. L'umanità si è evoluta anche grazie a persone che hanno messo del talento in ciò che veniva loro richiesto di fare, facendo più di quello che ci si aspettava da loro. Che fosse utilizzare il fuoco per scavare un tronco al fine di costruire una canoa, o dipingere la Cappella Sistina; che fosse immaginare di mandare un uomo sulla Luna, o inventare il jazz; che fosse trasmettere via radio un segnale per cui sarebbe bastato un normalissimo cavo elettrico, o rappresentare lo spazio curvo. Mille altri esempi mi vengono ma voglio limitare la lunghezza del post.
Comprendo (ma non condivido) il tuo disappunto sul fatto che una persona dotata ereditariamente (come dici tu) di capacità possa scavalcare un'altra che ha magari studiato di più ma ha meno qualità.
E' normalissima selezione naturale, e secondo me ce n'è ancora troppo poca.
Io personalmente preferisco una persona intelligente e di buon senso ma illetterata ad un imbecille con titolo di studio!
Edited 8 Ago. 2016 12:42
vin_roma 08-08-16 20.56
C' è, in senso lato, chi i libri li studia e c' è chi li scrive.

Sono d' accordo con Zaphod, sempreché il nostro interesse è crescere, altrimenti approfittiamo dell' intraprendenza altrui e congeliamo ciò che abbiamo ottenuto sino ad ora ...ma ci ammazzeremo di pizzichi.

rena 09-08-16 11.00
non vedo il problema...tutti viviamo per discriminare, altrimenti saremmo inerti!
Discriminiamo cosa mangiare, quake vestito acquistare e quale mettere tra quelli che abbiamo, dive andare in vacanza, chi sposare, quale strumento suonare o acquistare, cosa scegliere all' universita' ecc....
poi ci sembra strano se gli altri discriminano noi, che ovviamente ci annoveriamo tra i bravi e meritevoli piu' degli altri.