eccomi!
Come sapete io sono soprattutto cantante, quindi ti dirò volentieri quello che è il mio pensiero attuale, frutto di tutte le mie esperienze.
Tempo fa credevo che tutto ciò che potesse effettare la voce aiutasse ed abbellisse il live dell'artista: avevo comprato, quindi, un bel flight case modello "frigorifero" in cui avevo montato mixer rack mont e tutta una serie di rack: avevo un dbx che fungeva da compressore, de-esser, gate/limiter ed enhancer; un altro dbx che fungeva da preamp ed equalizzatore parametrico; un Alesis Quadraverb per gli effetti di riverberazione e un Midiverb per delay (tutti controllati a tempo via midi) ed effetti di modulazione.
Passavo quindi i pomeriggi a smanettare e settare il tutto, con buona pace del mio tempo libero... Poi andavo in serata, montavo il frigorifero, mi prendevo i complimenti e gli sguardi ammirati di altri amici cantanti, accendevo il tutto e... Non passava mezzora di orologio che subito avevo bypassato tutto...
Quindi tutto questo mi ha insegnato una regola: o SAI DAVVERO come usare l'effettistica, oppure non fai altro che ROVINARE TUTTO! Una cosa è il live, ben altra cosa è il lavoro in studio. Il live va affrontato con la massima semplicità, altrimenti l'effettistica non solo non ti aiuta, ma ti affossa l'esibizione.
Si sente l'esigenza di un serio sistema di compressione solo in situazioni di grande wattaggio, e lì infatti sarà il fonico a regolarlo nel migliore dei modi... Dopodichè lo studio e l'allenamento permettono di avere dentro di noi il compressore migliore che possa esistere, che è la nostra capacità di emissione data da un corretto "appoggio" e da un corretto utilizzo del diaframma. Nelle situazioni piccole, in cui gestiamo noi la nostra amplificazione, non solo non c'è bisogno di nulla oltre a un buon microfono e una punta di riverbero, ma (come ho già detto) tutto ciò che viene aggiunto rischia seriamente non solo di non aiutare, ma di fare peggio.
Discorso a parte può essere fatto per gli effetti "di contorno"... Ad esempio, un delay a tempo che - sempre se regolato bene - può essere decisamente piacevole. E "regolato bene" equivale sempre a "il minimo volume percepibile" e "solo in alcuni punti circoscritti"... Altrimenti si impasta tutto. Stessa cosa per il riverbero: agli inizi della mia carriera sembrava sempre che cantassi in chiesa! Il live ne richiede poco, solo il tanto che serve affinchè la voce non risulti troppo asciutta e decontestualizzata rispetto agli altri strumenti.
Tenendo conto anche del fatto che l'effettistica in live contribuisce in maniera determiante ai larsen (ecco perchè gli effetti sono così temuti dai fonici).
Attualmente io giro solo con il microfono (personalmente uso un beta58a) e - solo quando le canzoni lo richiedono - un voicelive play che utilizzo esclusivamente per aggiungere tap delay oppure flanger.
A proposito di voicelive, consiglio pratico: escludi tutti i sistemi automatici di processazione del suono (comp, de-esser, limiter, ecc), e utilizza solo gli effetti che vuoi aggiungere per abbellire il suono (solo quando servono, e al giusto livello): vedrai che il suono migliorerà