L'imperatore del synth!

BB79 25-06-15 15.48
Non ho parole, ma divina adorazione....
The Awesome Greek
emoemoemoemoemoemo
efis007 26-06-15 23.58
Indubbiamente amazing. emo
Tuttavia si rimane un po' sgomenti da quanto cervellotico sia pilotare tutto quell'ammontare di expander, pedali, plugin, canali, macchinari, librerie, etc etc.
Cioè voglio dire che (senza nulla togliere al grande Vangelis) se lo scopo è quello di fare "l'orchestra in real time" esiste uno strumento in grado di fare "quasi" le stesse cose.
Lo Yamaha Electone StageA.
Il quale non richiede di assemblare una complicatissima e costosissima stazione musicale come quella che ha dinnanzi Vangelis, ma basta un solo strumento (dal prezzo elevato, ma comunque molto inferiore a tutto l'hardware di Vangelis) per riuscire a fare "l'orchestra in real time" con meno sforzo.
L'hardware di Vangelis è poderoso, ma ci riesce solo lui ad usare un sistema del genere, non è un sistema pratico e praticabile ai più.
Con lo Yamaha StageA invece tutti sono i grado di fare le orchestre in un modo più semplice e meno costoso.

N.B. Marco Cerbella sta suonando un modello Electone D-Deck (credo sia il meno costoso della serie StageA).
Poi c'è il modello ELS-02 con manuali da 4 ottave, un pedale, e pedaliera convenzionale.
Infine il top class, ELS-02X con due manuali da 5 ottave, doppio pedale, e pedaliera di tipo liturgico.
Prezzo?
Enorme.
Un ELS-02X costa quanto un pianoforte a coda mezzacoda (circa 14.000 euro), e pesa ben 100 kg. emo
BB79 27-06-15 01.24
Caspita!! Ne avevo sentito parlare in passato. Indubbiamente avere a che fare con un'unica macchina è un gran vantaggio. ..emo
Però il Greco è sempre stato per le cose...diciamo...grandiose!
mi piacerebbe saperne un poco di più su quel sistema che mi pare custom...chissà chi lo produce....emo
efis007 27-06-15 18.38
L'hardware non so chi lo produce (soprattutto quello strano macchinario con le taghette).
Le librerie sonore invece credo siano le convenzionali Symphobia, Vienna, Quantum Leap, etc etc, cioè il top esistente nelle campionature orchestrali.

Naturalmente lo Yamaha StageA non può competere contro tali librerie da svariati gigabyte, tuttavia gli si avvicina molto.
Senti che belle queste interpretazioni: emo

Mars

Jurassic park

Yoda's theme

Archi e fiati sono straordinari, probabilmente i migliori che ho sentito fare da una tastiera.

La cosa interessante dello StageA è la sua rapida versatilità che gli permette - attraverso una serie continua di "program change" - di cambiare in continuazione decine di suoni e di combinazioni durante l'esecuzione.
Per cui una volta impostati tutti questi cambi voices non bisogna fare più nulla, tu devi soltanto suonare, il resto lo fa lo strumento.
Non mi è ancor ben chiaro come funziona questa cosa.
Alcuni cambi voices vengono presettati nel sequencer (per cui facendo partire il sequencer ci pensa lui ad effettuare i cambi nei punti dovuti), ma credo sia possibile farli anche in real time "a mano".
Però non so come.
Purtroppo sullo StageA non c'è in giro molta documentazione per il semplice motivo che questo strumento non esiste sul mercato europeo, ma solo in quello asiatico, quindi va ordinato ed importato direttamente da Giappone (con ulteriori aggravi di prezzo).
In Giappone lo Yamaha Electone è uno status simbol, è considerato uno strumento di eccellenza pari ad un pianoforte, ci sono corsi e scuole dappertutto che insegnano diventare "stageista", e cosa ancora più importante è che in Giappone esiste il diploma di StageA legalmente riconosciuto dallo stato e dal ministero dell'istruzione e cultura.
E il diploma di StageA è considerato a tutti gli effetti come un diploma di pianoforte, ha identica valenza. emo
E' per questo motivo che nei paesi asiatici lo StageA è molto diffuso: è diffuso perchè oltre ad essere uno splendido strumento esiste intorno ad esso un agglomerato di corsi, scuole, insegnanti, libri, concerti, esami, diplomi, festival, etc.
Non è come da noi, in cui vige la regola del "tu compri la tastiera e poi ti arrangi".
Là è diverso.
Là non dicono "tu compri lo strumento e poi ti arrangi", ma ti guidano per anni ad insegnarti come si usa lo strumento, come si suona lo strumento, cosa può fare lo strumento, dai primi passi fino al diploma.
Esattamente come un pianoforte.
In questo senso i Giapponesi sono più avanti (e intelligenti) di noi.

P.S. comunque Vangelis è un grande emo
BB79 28-06-15 14.45
Ti debbo un sincero thanks mi hai fatto scoprire un mondo...quel Cerbella è un drago...veramente un'esperienza notevole dal punto di vista sonoro ed esecutivo. Comunque Yamaha si conferma un marchio di livello. Peccato che qui non se ne faccia nulla..ma si sa ...emoemoemoemo
efis007 29-06-15 18.13
Diversi anni fa gli Yamaha Electone c'erano anche qui, erano importati.
Poi però per tutta una serie di circostanze (soprattutto tre: la mancanza di cultura, di interesse, e di rispetto per questo strumento) lo hanno portato all'estinzione.
Gli Electone sopravvivono felicemente solo nei paesi asiatici perchè, come dicevo, nonostante il mercato delle tastiere (synth, workstation, arranger, etc) sia predominante, l'interesse nei confronti del "organo combo" è ancora molto sentito.
Complice appunto la struttura che ruota intorno a questo strumento (scuole, libri, didattica, corsi, festival, esami, diplomi, etc) che ne fa uno strumento di interesse collettivo, come un pianoforte.
La Yamaha per tanto non si è dimostrata una azienda che pensa a produrre gli strumenti e basta, ma ha il merito di aver creato una grande struttura che assiste (assiste è la parola esatta) la didattica e la cultura di quello strumento.
E questo investimento culturale a sua volta aiuta l'azienda a "far cassa", cioè ad incrementare la vendita degli strumenti Yamaha.
E' una scelta intelligente oltre che economica.
Grazie a questa metodologia Yamaha può produrre i suoi Electone, venderli a molte persone, creare cultura musicale, assisterli negli studi, farli diplomare, farli esibire in svariati concerti, e chi più ne ha più ne metta.
In pratica è un progetto musicale a 360°, sia economico, sia culturale.

Cerca su yotube Hiroshi Kubota.
E' uno stageista tosto. emo
BB79 30-06-15 01.55
@ efis007
Diversi anni fa gli Yamaha Electone c'erano anche qui, erano importati.
Poi però per tutta una serie di circostanze (soprattutto tre: la mancanza di cultura, di interesse, e di rispetto per questo strumento) lo hanno portato all'estinzione.
Gli Electone sopravvivono felicemente solo nei paesi asiatici perchè, come dicevo, nonostante il mercato delle tastiere (synth, workstation, arranger, etc) sia predominante, l'interesse nei confronti del "organo combo" è ancora molto sentito.
Complice appunto la struttura che ruota intorno a questo strumento (scuole, libri, didattica, corsi, festival, esami, diplomi, etc) che ne fa uno strumento di interesse collettivo, come un pianoforte.
La Yamaha per tanto non si è dimostrata una azienda che pensa a produrre gli strumenti e basta, ma ha il merito di aver creato una grande struttura che assiste (assiste è la parola esatta) la didattica e la cultura di quello strumento.
E questo investimento culturale a sua volta aiuta l'azienda a "far cassa", cioè ad incrementare la vendita degli strumenti Yamaha.
E' una scelta intelligente oltre che economica.
Grazie a questa metodologia Yamaha può produrre i suoi Electone, venderli a molte persone, creare cultura musicale, assisterli negli studi, farli diplomare, farli esibire in svariati concerti, e chi più ne ha più ne metta.
In pratica è un progetto musicale a 360°, sia economico, sia culturale.

Cerca su yotube Hiroshi Kubota.
E' uno stageista tosto. emo
emoemoemo queso è forte per davvero: ho sentito quel pezzo con lo Stage rosso assieme al Clavia sotto ed al batterista acustico...direi micidiale...bello anche 5000W n cui fa sfoggio del suo stile funky!
thanks a iosaemo
efis007 01-07-15 04.59
Vedo che lo StageA ti piace (siamo in due). emo

E allora esageriamo.
Concerto classico di solo StageA.
Da paura.
Il tipo è cinese: Weicheng Zhao
Cioè..... voglio dire.... se chiudi gli occhi sembra di sentire un'orchestra. emo


Concerto per piano e StageA.
Il quale non è eccezionale come il video precedente, ma illustra bene i concetti che ti avevo precedentemente spiegato, ovvero con quanta serietà viene considerato l'organo Electone nei paesi asiatici.


La tipa qui sotto è la più forte "stageista donna" cinese.
Si chiama Wang Xiao Wei, ha scritto la sigla per le Olimpiadi di Pechino di alcuni anni fa.
Sigla suonata interamente con lo StageA.
La qualità audio purtroppo è pessima, ma la tecnica della cinese non scherza.


I cinesi sono molto forti nell'arte dello StageA, quanto a bravura competono tranquillamente con i giapponesi.
Purtroppo non so come si chiama questo musicista.


La cosa interessante di tutto questo discorso è osservare quanti video si trovano digitando in youtube "Yamaha Electone".
Ce n'è una caterba.
Bambini, giovani, anziani, tutti che suonano, tutti che fanno concerti, festival, concorsi, etc.
Quest'organo (non necessariamente lo StageA, parlo dell'Electone in generale) è diffusissimo.
Ci sono più video dell'Electone rispetto ad un Kronos o a un Nord Stage.
Eppure da noi l'Electone non esiste più da anni.
Ma laggiù è vivo e vegeto come non mai, conta migliaia e migliaia di allievi e di musicisti che lo usano e lo amano (e sono anche disposti a fare sacrifici per comprarlo).
E' ammirevole quanto gli asiatici siano dediti a questo strumento e all'insegnamento della musica.
Tanto di cappello a loro. emo
BB79 01-07-15 11.56
efis007 ha scritto:
E' ammirevole quanto gli asiatici siano dediti a questo strumento e all'insegnamento della musica.
Tanto di cappello a loro. emo


Hai perfettamente ragione e me ne duolgo amaramente...
parlavo qualche tempo fa con un mio caro cliente/amico, un arrangiatore di formazione classica molto famoso, il quale mi confermava che i cinesi, oramai da qualche anno a questa parte, la fanno da padrone ai concorsi internazionali, in virtù di una disciplina ferrea e di una preparazione tecnica al di sopra di ogni sospetto.
Il problema si pone quando bisogna fare ricorso ad un certo gusto o senso musicale o interpretativo, che noi italiani, o più in generale gli occidentali, hanno sempre avuto e che in loro difetta. E di questo ne sono ampiamente consapevoli anche loro ma è un tratto che ci invidiano ed ammirano profondamente.
Questo vale anche per la musica contemporanea: conosco amici, collezionisti di vinile, che hanno piazzato prime stampe di progressive italiano in Giappone a cifre con tre zeri...quando qui già a reperirle è un miracolo...
Che dire: non ci resta che piangere...emoemoemoemoemo e consolarci con il tubo...emoemo