andrew1 ha scritto:
Purtroppo in questi ultimi anni in Italia c'è una enorme politica contro le aziende, che le ha fatte scappare tutte.
Questo e' un paradosso, perche' in Italia ci sono fior di aziende che hanno finanziato e sostenuto la politica.
Se poi quella politica le ha fatte scappare e' perche' anche le aziende hanno fatto le scelte sbagliate.
E' un po' come la storia degli italiani che si lamentano di continuo della stessa politica che hanno votato : si preferisce continuare a votare coloro che ci mandano in rovina, piuttosto che rischiare di cambiare e magari di stare meglio.
Alla fine la colpa di tutto cio', non e' di chi ha votato questa politica (elettori, aziende ecc.) ma dell'Euro, dell'Europa, della Merkel, degli stranieri : non e' mai colpa nostra, ma sempre degli altri, cosi' possiamo tranquillamente continuare a sostenere il degrado continuo di questo paese.
Sono vent'anni che i politici dicono che abbassano le tasse, e invece il carico fiscale e' aumentato del 15% : segno che dicono di diminuirle e invece le aumentano.
Noi cosa facciamo? Continuiamo a votarli perche' dicono che abbassano le tasse.
Stessa cosa per la ripresa (promessa ogni anno e rimandata sempre all'anno successivo).
Non parliamo poi di corruzione ed evasione : i dati ISTAT annuali parlano chiaro, e dicono che il fisco italiano pende quasi solamente su lavoratori dipendenti e pensionati.( poi ci sono fior di imprenditori che guadagnano meno dei loro dipendenti, alcuni dei quali dichiarano cifre cosi' irrisorie da chiedersi se il fisco e' complice di certi evasori).
Poi ci sono le aziende serie che vengono spennate da fisco e burocrazia (altri mali tutti italiani) e pagano per tutti.
Viene da se che se intere categorie vengono depredate da un sistema iniquo, un economia basata sul consumismo e pendente su intere classi sociali che sono impossibilitate a consumare, non puo' funzionare.
Se non si spende non si compra, non si vende e non si produce.
Nessuna impresa puo' sopravvivere in Italia con tutte queste cose.
Se poi ci aggiungiamo assenza di meritocrazia, con conseguenti posti di comando ai mediocri che mandano a ramengo anche le imprese piu' floride, e non ultimo la gerontocrazia (novantenni ai posti di comando che decidono il futuro con criteri di due secoli fa), allora resta ben poco da sperare.
Non e' la politica contro le aziende, ma e' la mentalita' italiana autolesionista ed immobilista, allergica al cambiamento e legata come le sterpaglie alla politica del gattopardo : cambiare tutto per non cambiare nulla, neppure quando si sta affondando in modo irreversibile.