@ emidio
ricordo che case come Roland, Solton e Gem fino a una decina di anni fa facevano degli arranger sottoforma di modulo...
Edited 6 Feb. 2015 16:32
Negli anni 80, quando il DX7 costava 1.8 milioni di lire, usci' il TX7 ad un prezzo decisamente piu' basso della versione a tastiera.
Il risultato fu un crollo immediato delle vendite del DX7, che si fermo' soltanto quando arrivo' la versione DX7 II.
Nonostante tutto, i costruttori continuarono per anni a credere nelle versioni expander dei loro prodotti, perche' era un periodo dove c'erano continue novita', che facevano riprendere le vendite dei prodotti principali.
Cosi' la sequenza di immissione dei prodotti divento' standardizzata : uscita la versione a tastiera di un determinato prodotto, si attendeva il calo del picco di vendite iniziali (della novita') e si distribuiva l'expander per far riprendere le vendite in attesa che arrivasse la nuova versione tastiera a rilanciare il prodotto.
Questo era possibile fino a quando le novita' erano sostanziose, e si susseguivano con tempi ristretti.
Ora che e' tutto abbastanza stagnante, gli expanders sono visti da molti produttori come un prodotto che rischia di far concorrenza al prodotto principale, e in molti settori sono addirittura scomparsi.
Sui pianoforti digitali ad esempio, non c'e' praticamente piu' nulla ma anche il settore arranger ha visto scomparire gran parte delle espansioni di prodotti di punta a tastiera.
Il sostituto e' diventato la tastiera a mini tasti, che si propone come un oggetto di piccole dimensioni (simile agli expanders) ma vendibile a prezzi un po' piu' sostanziosi o che comunque induce molti utenti non interessati al tasto mini a continuare a scegliere le versioni "normali".
Per quanto trovi comode queste tastierine (nell'ambito synth), comprendo pero' che il loro formato e' ben diverso da quello dell'unita' rack, e che per molte persone non e' paragonabile all'expander in termini di collocazione nei loro impianti (le mini tasti richiedono piano d'appoggio ed occupano piu' spazio di un rack).
D'altro canto i costruttori tendono a portare acqua al loro mulino : se mettessero in commercio expanders di pianoforti digitali, in un periodo dove il mercato e' saturo di questi strumenti, tanta gente si terrebbe il suo pianoforte a mobiletto e comprerebbe solo l'expander ad un prezzo molto ma molto piu' basso.
Si chiama consumismo, e non ci possiamo far nulla : i costruttori non sono benefattori che pensano al bene del mercato, ma aziende spesso multinazionali che hanno come primo obiettivo quello di massimizzare gli utili.
L'ultima eccezione nel settore pianoforti digitali fu quella di GEM con l'RPX, ma in un momento di crisi pre fallimento, e sa tanto di ultima scelta per cercare di rimediare alla brutta situazione economica nella quale versava il produttore italiano.
Nei sintetizzatori esistono ancora le versioni rack, pero' molti costruttori storici stanno riducendo la tendenza (yamaha ad esempio), ed i rack si vedono perlopiu' presso costruttori specifici (access ecc.) oppure assumono connotazioni abbastanza diverse rispetto alle versioni a tasti, come nel caso Jupiter-Integra (quest'ultimo con l'aggiunta delle schede srx, ma con meno controlli live oriented ecc).
Nonostante cio', l'uscita di Integra7 sembra aver fatto registrare comunque dei cali di vendita delle rispettive versioni a tasti.