Anch'io la penso come Mima.
E' facile associare col senno di poi la morte di un personaggio ritenendo che deve trattarsi per forza di un complotto.
Anche Frank De Martini (direttore esecutivo della costruzione del WTC) mori l'11 settembre dentro le "sue" torri, e coincidenza vuole che quel giorno De Martini fu invitato ad una conferenza che si svolgeva all'interno del WTC.
Conferenza che gli è costato la vita, e che per qualcuno non poteva essere "casuale", ergo è stato per forza un complotto per ammazzare De Martini (a quale proposito poi? Frank De Martini non aveva fatto nulla di male a nessuno, era un normalissimo architetto civile che aveva solo eretto due grattacieli).
I complotti in cui si prevede di ammazzare qualcuno sono i più facili da sgamare perchè è sin troppo facile creare l'assonanza "personaggio scomodo ucciso = ucciso apposta, ergo complotto", quindi sono strategicamente sono i meno preferibili.
Uccidere qualcuno non è un complotto "invisibile" che funziona mantenendo la segretezza, ma è visibile a tutti perchè ovunque c'è un morto è normale che poi tutti si facciano mille domande e partano mille indagini.
Diverso invece se il complotto lo si fa come ha detto Mima: allontanare il personaggio scomodo attraverso una serie di azioni invisibili.
Faccio un esempio.
Supponiamo che scopro che un tizio sconosciuto se la fa con mia moglie.
Lo aspetto sotto casa e lo ammazzo?
Troppo sgamabile.
Magari potrei farlo ammazzare da qualcun'altro fingendo che sia un "fato".
Troppo scontato lo stesso, quando partono le indagini della Polizia sgamerebbero la verità comunque.
E allora come fare?
La cosa migliore non è far fuori l'intruso, ma creare un complotto invisibile che allontani l'intruso da mia moglie, non con la forza, ma di sua spontanea volontà.
Ad esempio potrei pagare una bella donna che seduca l'intruso al fine di farlo innamorare di lei e disinnamorare di mia moglie.
Lui se ne va col lei, io riprendo mia moglie, lui non sa niente, mia moglie non sa niente, e tutto torna come prima (si fa per dire
).
In questo modo ho fatto un complotto che è rimasto invisibile, ho ottenuto lo scopo senza che l'opinione pubblica si accorga di nulla.
E qualora in seguito il tizio scopre che la donna di cui si è innamorato era una attrice pagata da me, non può avanzare pretese nei miei confronti perchè mia moglie è mia moglie, non è la sua, quindi gli conviene ritirarsi zitto e mosca.
Ovviamente in amore le cose non funzionano così
L'esempio per quanto semplificato era volto solo a dimostrare che per complottare bene e con successo, spesso è meglio attuare altri metodi che non un omicidio.
Un crimine comporta sempre troppa visibilità, troppo clamore, troppe indagini, troppa facilità di scoprire la verità.
I complotti "invisibili" invece sono quelli che hanno maggior successo di riuscita perchè creano intorno a sè tutta una serie di eventi non violenti ed apparentemente casuali/normali che sfuggono alla comprensione dei più (i quali non si accorgono che dietro quegli eventi normali ci sia invece un complotto ben studiato).
In ultima cosa: i veri complotti, quelli fatti bene, devono possibilmente coinvolgere pochissime persone!
Più persone sanno del complotto, più rischia di fallire, l'omertà di migliaia di persone non la si controlla sempre.
E se uno dovesse parlare e lo si fa fuori, si svela automaticamente il complotto.