I droni volanti sono indubbiamente delle macchine molto interessanti che permettono di fare foto e riprese video di grande impatto emotivo (ho visto video di matrimoni eccezionali fatti con i droni).
Il problema è che sono oggetti volanti, alcuni con portata operativa di oltre 3 km (anche in altezza), e come tali è necessario creare apposite regole sulla sicurezza.
Droni (volanti) con una simile portata possono costituire un potenziale pericolo per cose e persone se non li si sa padroneggiare nel modo corretto.
Soprattutto in zone urbane dove l'impatto involontario contro tralicci, antenne, cavi elettrici, palazzi, etc, può portare il drone a subire incidenti (cascando magari in testa a qualcuno).
Chi pilota un drone volante deve mettersi in testa che è un "pilota".
Un pilota a terra, vero, ma che sta pilotando un aeromobile che sta in cielo, magari a bassa quota, e magari in mezzo alla gente.
Sebbene questi quadricotteri (che premetto, a me piacciono molto) sia visti come oggetto di lavoro e/o divertimento, bisogna comunque essere responsabili del "modus volandi" di questi oggetti, nel senso che tali oggetti posso diventare utili o indispensabili per alcune attività, o al tempo stesso disturbatori ed invasivi per altre attività.
Immaginiamo uno scenario in cui questo droni a basso costo proliferano dappertutto: verrebbe da chiedersi se è giusto che volano e se non commettono violazioni sulla privacy o sulla sicurezza.
Chessò, voi avete un villetta fuori città e vi vedete volare sopra questo droni, è normale che ci si ponga delle domande del tipo "di chi è? che ci fa qui? cosa sta filmando/fotografando? perchè? per conto di chi?".
In un mondo com'è quello di oggi tormentato da (spesso infondate) mille paure e sospetti, i droni volanti... da innocui e divertenti giocattoli... possono essere facilmente scambiati per oggetti non graditi, sospetti, o addirittura pericolosi.
Per tanto come rimendiare a questi problemi?
Una possibile soluzione sarebbe "brevettare" i piloti di droni, ovvero sottoporli ad un piccolo corso di "volo UAV" che illustrino e addestrino questi piloti (giovani o vecchi che siano) ad un uso corretto, sicuro, e certificato dei loro droni.
Una sorta di patentino insomma che in caso di contenziosi può essere esibito per attestare la buona fede ed il grado di preparazione del "drone pilot".
Tuttavia la burocrazia italiana non si farebbe scrupolo per tassare pesantemente questa attività e/o corso di formazione.
Perchè si sa... da noi ogni cosa, anche la più stupida, diventa sempre pretesto per far cassa, complicare le cose, e renderle inaccessibili ai più.
No, non è così che io la intendo.
Io la intendo in un modo squisitamente più semplice e amatoriale, ovvero l'approccio a diventare "drone pilot certificato" non va reso complicato (nonchè costoso) e burocratico, ma va reso snello, divertente, di costo esiguo, e di semplice burocrazia.
Diventare un buon "drone pilot" non deve essere una questione di soldi o di carte, ma è solo una questione di istruzione e addestramento.
E chi vuole diventare un buon pilota deve essere felice di fare un corso, non va distrutto perchè lo Stato sciacallo vuole rendere tutto complicato.
Non è così che si regolarizza l'uso dei droni.
L'uso educato dei droni amatoriali va regolarizzato solo attraverso l'istruzione, il divertimento, il buon senso.
Con la cultura insomma!
Non con le tasse.