Lo so che questo non è un argomento prettamente tecnico, però ha a che fare in maniera abbastanza profonda con l'acquisto degli strumenti vintage, in particolare i sintetizzatori.
Immagino pure che la vostra risposta sarà abbastanza ovvia, le leggi del mercato, della domanda e dell'offerta sono determinanti...
Tuttavia mi chiedo perché debbano esistere fenomeni di pura follia quando un venditore formula il prezzo per uno strumento vintage, magari non particolarmente "attempato", come potrebbe essere un Roland JX-10.
Parlo con cognizione di causa perché l'anno scorso ho avuto la pessima idea di acquistarne uno e, pur avendolo pagato il giusto prezzo (450€) mi ha fatto spendere in riparazioni, viaggi, pedaggi e carburante (oltre alla montagna di tempo perso) perlomeno altrettanto. Oggi lo strumento va bene, è pure aggiornato con l'OS 3.03 e se lo rivendessi a 900€ non me lo comprerebbe nessuno.
Quest'anno, temendo crolli improvvisi del primo JX-10 ne ho acquistato un altro ad un prezzo inferiore al primo, perfetto sia esteticamente che elettronicamente. A scanso equivoci tengo anche il primo JX-10 come pezzi di ricambio per il secondo.
Quindi, mi chiedo, perché c'è gente che chiede somme palesemente esagerate, pur sapendo che sta vendendo uno strumento dai ricambi di difficile, se non impossibile reperibilità.
L'idea è che non siano degli appassionati che si separano, loro malgrado, da uno strumento che hanno conservato con cura e, a loro modo amato, bensì dei furbastri che, come insegna la famosa storia, ti lasciano con il cerino in mano.
Nella compravendita del vintage non c'è garanzia che sia una, chi acquista si assume tutti i rischi e chi vende perché deve solo avere onori e non oneri?
Edited 18 Set. 2014 16:52