Amo questo strumento

efis007 19-07-14 17.15
Sono affascinato dallo Yamaha StageA.
Questo strumento è unico.
L'operatività in real time, i suoni (stupendi) che possiede, i corsi didattici che insegnano a suonarlo, e soprattutto i LIBRI (Electone Personal Grade books) che sono scritti appositamente per l'uso di questo strumento, fanno dello StageA uno strumento musicale completo, straordinario, col quale fare musica straordinaria.
E' vero.... un Hammond è pur sempre un Hammond, affascinante ogni oltre misura.
Così come lo è il pianoforte a coda, o un Moog, o un Fender Rhodes.
Ma a mio parere lo Yamaha StageA si merita anch'esso il suo posto d'onore in mezzo ai grandi strumenti.
Non tanto per il suono (lo StageA è un "imitatore" di altri strumenti, non è propriamente uno strumento "personale" come il piano, il rhodes, o l'hammond), quanto per le capacità espressive che riesce a infondere nel suonarlo nel modo per cui è stato concepito.
Perchè diciamoci la verità, poter suonare un'intera orchestra con le proprie mani è un piacere che ogni tastierista sogna da sempre.
E' per questo che è stato creato.
Lo StageA rende realizzabile questo sogno, in modo semplice, usando solo 2 mani e un unico strumento.

Cuffie in testa e ascoltatelo. emo



Markelly 19-07-14 17.41
Invece, secondo me, strumenti del genere rovinano proprio il concetto di tastierista. IMHO
mima85 20-07-14 01.48
Markelly ha scritto:
Invece, secondo me, strumenti del genere rovinano proprio il concetto di tastierista. IMHO


Ma, secondo me forse nemmeno più di quel tanto. Alla fine strumenti come lo StageA non sono altro che l'ultima evoluzione degli organi a canne, i quali con i propri registri ed altre eventuali tecniche astruse tentavano di emulare in tutti i modi gli strumenti di un'orchestra, talvolta percussioni incluse.

Poi dagli organi a canne, così come da tutti gli altri strumenti "emulativi" (Hammond ed organetti a transistor vari, synth, piani elettrici e via dicendo), è scaturita tutta la musica scritta appositamente per loro. Ma alla fine il loro scopo originario era sempre l'emulazione di altri strumenti, cerchio che si è chiuso, dopo secoli e secoli di evoluzione prima acustica e poi elettrica/elettronica, con gli strumenti digitali. Di conseguenza il tastierista ha da sempre avuto questo doppio ruolo di artista che suona le tastiere sia in modo originale, sia per emulare altre cose.

Anche a me, per quanto siano encomiabili i lavori che si vedono nei video linkati da Efis, entusiasmano molto di più le tastiere usate per fare le tastiere, con le tecniche esecutive peculiari di ogni famiglia di strumenti, e non per emulare a tutti i costi gli strumenti acustici. Ascoltare (e vedere) un Jon Lord che fa prima cantare, poi sussurrare, poi sclerare il suo Hammond nei modi più svariati mi attizza molto di più che vedere per esempio il tipo del primo video riprodurre (quasi) perfettamente la colonna sonora di Ritorno al Futuro, per quanto il suo lavoro sia comunque degno di nota ed interesse.

Resta però il fatto che lo StageA, e tutti gli altri strumenti come lui, non sono altro che il coronamento del sogno originario inseguito da tutti i progettisti di organi durante i secoli, e da molti musicisti ed esecutori: l'avere sotto le dita un'intera orchestra.
Edited 19 Lug. 2014 23:55
efis007 20-07-14 04.46
Personalmente sono d'accordo con quello che ha scritto Mima.
Quasi tutti gli strumenti a tastiera elettronici sono stati creati per imitare i suoni di altri strumenti.
Il fatto che non ci sono riusciti, e che spesso l'imitazione era deludente, ha fatto sì che questi strumenti diventassero "personali", cioè caratterizzati da un sound poco similare all'imitazione originale prevista, ma comunque sfruttabile per altre nuovi linguaggi espressivi.
Pensiamo chessò al famoso DX rhodes creato dal DX7, pessima imitazione di un rhodes, ma suono particolare che ha rivoluzionato molte composizioni musicali.
O al Solina, pessima imitazione di violini, ma suono particolare e sfruttato.
O ai vari Analog Brass, pessima imitazione di fiati e ottoni, ma suono sempre particolare e sfruttato.

Al di là del suono che esprime la macchina, io penso che c'è sempre spazio per tutto, per imparare o disimparare, per essere creativi o per non essere creativi.
Ed è su questo particolare punto che trovo interessante il concetto dello StageA.
Dietro lo StageA non c'è solo l'ennesimo strumento elettronico che fa bei suoni "rompler" come una convenzionale workstation, ma c'è tutto un importante discorso didattico a noi sconosciuto.
Da noi chi compra una Motif o una Kronos la compra senza avere un'istruzione.
Della serie "la compri e mò ti arrangi".
Con lo StageA è diverso.
Nei paesi orientali lo StageA è molto diffuso e i corsi altrettanto.
Esistono metodi, libri, scuole, esami, concerti live, che fanno capo a questo strumento.
In quei paesi lo StageA è considerato uno strumento d'eccellenza come lo è un pianoforte, e viene trattato attraverso una metodologia di studio che non è seconda a quella di un conservatorio per piano classico.
In questi paesi nessuno compra lo strumento, dopodichè "poi ti arrangi".
Ti fanno imparare ad usarlo quello strumento, ti fanno imparare tutte le tecniche che servono per quello strumento, l'uso dei suoni, dei registri, dei pedali, tutto.
E questo è bellissimo secondo me.
Valorizzare in tal modo uno strumento, insegnarlo nelle scuole, fare concerti, è insegnare come si suonano le tastiere.
Da noi questo concetto manca completamente.
Da noi il "tastierista" è spesso un pianista che non sa un niente di suoni e tastierismo, e magari sfrutta il suo strumento al 5% di quello che può fare.
Perchè?
Perchè non c'è una didattica specifica.
Da noi è "compra e ti arrangi".
I giappone è compra, studia sui libri dedicati, vieni nelle scuole, impara tutto del tuo strumento, fai concerti, diventa un Stageista.
Lo StageA è stato creato per fare quello ed essere suonato in modo serio.
Dietro lo StageA c'è tutto questo: c'è una cultura e un insegnamento che a noi manca.
Là il tastierismo è trattato seriamente, il tastierista è valutato, non viene lasciato solo.
Da noi il tastierista è quello che "suona la pianola", che spesso finge di suonare, che fa il pianobar coi dischetti, che passa ore a spippolare i suoni (per poi magari non farsene niente di quei suoni), che si gasa perchè sa suonare "Jump" (come se fosse chissà che roba), che fa partire un groove e ci suonicchia sopra un po' di assoli (per giocare ad imitare il Ruddess, il quale a sua volta imita i chitarristi), e robe del genere.
E' questo il tastierismo? emo
E' tutto qui il tastierismo?
Diciamo che è anche questo.
Ma non è SOLO questo.
C'è molto di più che si può fare. emo
Edited 20 Lug. 2014 15:56
efis007 20-07-14 16.57
Markelly ha scritto:
Invece, secondo me, strumenti del genere rovinano proprio il concetto di tastierista. IMHO

Dipende come lo interpreti il concetto di tastierismo.
Questo non è tastierismo?


emo
Edited 20 Lug. 2014 15:50
Markelly 20-07-14 18.28
@ efis007
Markelly ha scritto:
Invece, secondo me, strumenti del genere rovinano proprio il concetto di tastierista. IMHO

Dipende come lo interpreti il concetto di tastierismo.
Questo non è tastierismo?


emo
Edited 20 Lug. 2014 15:50
A me sembra più un funambolo, che si è portato il batterista solo per non mettersi la grancassa sulle spalle e il charleston legato al tallone.

Guarda caso questi musicisti (comunque impeccabili) sono quasi tutti asiatici, o comunque il concetto è di quelle zone lì, dove esiste un ramo dell'arte e della cultura che spinge molto sull'enfant prodige (anche ormai cresciuto!), da mettere lì in pasto al pubblico, a meravigliare e stupire.

emo

Markelly 20-07-14 18.33
mima85 ha scritto:
organi a canne, i quali con i propri registri ed altre eventuali tecniche astruse tentavano di emulare in tutti i modi gli strumenti di un'orchestra,


E' solo una delle "frontiere" raggiunte dall'organo a canne, ma tale strumento non è certo nato con quell'intento.
efis007 20-07-14 21.16
Markelly ha scritto:
A me sembra più un funambolo, che si è portato il batterista solo per non mettersi la grancassa sulle spalle e il charleston legato al tallone.

Per cui anche Keith Emerson è un funambolo?
Che si portava il batterista Palmer e il bassista Lake solo perchè (forse) non sapeva suonare la pedaliera come Tanako?
Rispetto a Tanako, Emerson è "più tastierista"?
Se sì, perchè?

Markelly ha scritto:
Guarda caso questi musicisti (comunque impeccabili) sono quasi tutti asiatici, o comunque il concetto è di quelle zone lì, dove esiste un ramo dell'arte e della cultura che spinge molto sull'enfant prodige (anche ormai cresciuto!), da mettere lì in pasto al pubblico, a meravigliare e stupire.

Più che meravigliare e stupire, direi a suonare in modo eccellente.
Perchè per pur vero che tali esibizioni stupiscono il pubblico, dobbiamo prima porci una domanda essenziale.
Stupiscono perchè da noi NON si vedono più suonare le tastiere in questo modo, o per cosa? emo
Da noi la cultura del tastierismo quasi non esiste, e in quanto tale difficilmente il pubblico si stupisce guardando un tastierista che suona.
Forse perchè il pubblico, ossia il populino, è da troppo tempo abituato alle "sòle", ovvero a vedere schiere di finti tastieristi che non sanno suonare, o si limitano a fare pianobar, o a fare le ruote di scorta delle band (nel senso che suona la band, e il tastierista ha un ruolo minimale dove spesso fa poco o niente), o a mettere sequenze e midifile e cantarci sopra.
In tre parole: mancanza di cultura.
E quando c'è mancanza di cultura è normale poi stupirsi quando si vede un vero tastierista suonare come dio comanda.
Così come è normale spacciarlo per funambolo (forse che un pianista classico o jazz non è anch'esso un funambolo?).
Dici bene quando dici che il concetto è di quelle zone (asiatiche).
E' proprio questo il problema.
Là c'è cultura tastieristica ad alti livelli, scuole, corsi, migliaia e migliaia di allievi, insegnanti qualificati, e molteplici manifestazioni concertistiche per tastiere.
Là il pubblico non si stupisce affatto, lo considera assolutamente normale suonare le tastiere in quel modo, ed è pieno di gente di tutte le età (persino bambini) che le suonano in quel modo.
E' solo da noi che ci stupiamo.
E quando si arriva a stupirsi per un tastierista/organista che suona in modo eccellente il suo strumento significa che siamo rimasti molto indietro nella cultura tastieristica, abbiamo dato per estinto o scomparso un ramo culturale che pone il tastierista allo stesso livello di un pianista.
Perchè da noi è così.
Da noi quello bravo è il pianista, sempre il pianista.
Il tastierista è un "niente", è un suonatore di "pianole", è un fuffaro, un incapace.
E' tutto tranne una figura di spicco, tutto tranne che un talento, tutto tranne che una figura da applaudire ed ammirare.
Se fosse per il nostro modo di fare, qui il tastierismo non esisterebbe quasi più.
Per fortuna che ci sono gli asiatici che invece ci credono, lo spingono, lo insegnano, lo portano avanti con serietà e dedizione.
E lo StageA è parte essenziale di tutto questo processo, è un cerchio che si chiude: strumento, insegnamento, preparazione, studio, tecnica, corsi, scuole, metodi didattici, concorsi, concerti.
Cultura tastieristica a 360°, sia per chi suona, sia per il popolo che non rimane un ignorante come succede da noi.
emo
Markelly 20-07-14 23.13
Ma dai Efis, qui in Italia la gente è talmente ignorante che non capisce niente di musica, adesso sei impietoso a fare un confronto con il nostro Paese emo
emo
efis007 21-07-14 03.21
E mi sa che hai anche ragione caro Mark. emo emo

Comunque restando in tema StageA..... oh ragazzi a me questo strumento piace un casino (è che costa un botto). emo
La verità è che oltre ai tipici suoni tastieristici (hammond, rhodes, synth, etc) ho sempre sognato di avere un'orchestra sotto le mani e di poter suonare (non ascoltare o montare o sequenziare, ma proprio suonare, in real time!) grandiosi temi classici e non.
E in effetti qualche volta ci ho provato, ma con risultati pietosi.
Non tanto perchè mi manca la tecnica (quella posso assicurare che ce l'ho) ma perchè mi manca proprio lo strumento che mi consente di fare tutto questo.
A nulla servono i miei M3, Roland Xp50, etc, neanche se avessi un Kronos potrei mai fare quello si può fare in real time con uno StageA.
Io magari sarò anche un po' fissato (in effetti lo sono emo ) sulla musica tastieristica a 360°, nel senso di sfruttare la macchina per tutto ciò che essa propone, anche per i suoni che solitamente non competono al tastierismo.
Fatto sta che quando sento cose del genere.... oh io mi emoziono.


Mi emoziono per la qualità sonora di questo strumento.
Mi emoziono per l'esecuzione di chi lo suona (il tipo è bravo, ci sa fare, e pur con qualche "stecchetta" occasionale interpreta i brani in modo magistrale).
Ma soprattutto mi emoziono perchè mi verrebbe una voglia matta di suonarli anch'io quei temi ottenendo quell'effetto straordinario. emo
Questo desiderio credo sia presente, chi più, chi meno, in ciascuno di noi.
Il desiderio di suonare una grande "sinfonica" con le proprie mani, di eseguire musica non convenzionale e spesso ritenuta fuori dalla nostra portata, di godere di ciò che scaturisce da quel connubio musicista-musica-strumento,... ecco... io penso che sia questa l'emozione più forte che prova suonando uno StageA.
Che è diversa dal suonare dei VST e facendo uso di tracce preregistrate e/o sequenziate una per una.
Quello non è propriamente un suonare: è un comporre, è un assemblare, è un programmare al computer, è un allestire.
Forse mettendomi di impegno potrei anch'io, usando il Korg M3, replicare un Mussorgsky o un John Williams.
Un suono alla volta.... una traccia alla volta... il fido Cubase... e magari qualcosa di decente salta fuori.
Ma non è questa la soddisfazione che voglio.
La vera soddisfazione è suonare in real time quelle cose, godersele nel suonare, affinarle nel suonare.
Suonarle.
Non ascoltarle da Cubase.
Suonarle.
Quale altro strumento permette di fare una cosa del genere?
Che io sappia nessuno.
Ed è probabilmente per questo motivo che non ci avviciniamo a quel tipo di musica e a quel modo di suonare.
Non abbiamo gli strumenti indonei che ci portano a suonare quelle cose.
Ed è un peccato perchè... pur bello che sia il funky, il rock, il pop, l'hammond distorto, i suoni synth, etc (tutte cose che premetto a me piacciono molto)... sento che mi manca qualcosa.
Qualcosa di diverso, di insolito, di anticonvenzionale, ma ricchissimo di emozioni.

Quel qualcosa è esattamente ciò che lo StageA rappresenta, e che permette di fare e di eseguire.
E sono certo che se avessi uno strumento del genere godrei come un pazzo a suonarlo, forse più di tutte le workstation che ho posseduto.

Pensiero personale. emo
Edited 21 Lug. 2014 19:07
artemiasalina 22-07-14 18.26
Siamo in due a pensarla così. A me piace suonare le tastiere proprio perchè siamo gli unici che possiamo suonare tutti gli strumenti utilizzando il nostro di base.

Ed ho sempre sfruttato a pieno i suoni che mi venivano offerti dallo strumento di turno.
Markelly 22-07-14 22.22
artemiasalina ha scritto:
A me piace suonare le tastiere proprio perchè siamo gli unici che possiamo suonare tutti gli strumenti utilizzando il nostro di base.


Ma quasi tutti noi, qui, facciamo basi con drums, basso elettrico, fiati ecc...
Ma non facciamo una esibizione suonando tutto contemporaneamente. E' qui che secondo me il tastierista diventa una specie di piovra umana senza molto senso.
Diverso è: se suona l'equivalente numero di note, ma del proprio strumento.

Vabbé, mi rendo conto che sto infastidendo gli amanti dello StageA. Mi dileguo... emo emo
efis007 23-07-14 06.10
Mark, suonare un organo facendo parti separate mani e piedi è una tecnica convenzionale applicata da sempre all'organo, sia liturgico, sia elettromeccanico, sia elettronico.
A te può sembrare strano o esagerato che uno "Stageista" suoni in quel modo, ma guarda che è assolutamente normale. emo
Ci sono organisti liturgici che fanno di peggio, usano organi con tastiere multiple, ed eseguono persino parti virtuosistiche sulla pedaliera usando entrambi i piedi.
Anche moltissimi hammondisti jazz suonano in quel modo "funambolico".
La differenza che passa tra lo StageA e un altro organo, liturgico o hammond, è solo il suono.
Non la tecnica esecutiva.
Tutti gli organi si suonano con mani e piedi.
Lo StageA non è una tastiera.
E' un organo combo.
E un organo si suona nel modo da organo, non nel modo da tastiera.
Comprare uno StageA (che costa un botto di soldi) e suonarlo senza pedale d'espressione e senza pedaliera, sono soldi buttati via.
Preferibile comprarsi una Tyros e usarla facendo gli accordi con la mano sinistra (per l'autoarranger) e la melodia con la destra.
Certo, volendo lo StageA si può suonare anche nel modo alla Tyros, nessuno lo impedisce, ma è un suonare "a metà", è privarsi della goduria di suonare al completo quello strumento usando la tecnica corretta da organo.
Lo StageA non è uno strumento che può desiderare un pianista.
E non è nemmeno uno strumento che può desiderare un tastierista di provenienza pianistica (come lo sono la maggior parte).
Lo StageA piace ai tastieristi di provenienza ed estrazione organistica!
Come me. emo
Io sono un pianista di estrazione classica e mi ritengo soprattutto un pianista oltre che tastierista, ma mentre studiavo pianoforte ho sempre avuto in casa anche gli organi combo.
Mi piaceva un casino suonare l'organo combo, ne ho avuti tanti (tranne l'hammond purtroppo) di varie marche: Farfisa, Yamaha, Elka, Solton, Crumar.
Quindi non mi stupisce affatto vedere suonare uno StageA in quel modo.
L'ho sempre fatto anch'io, per anni, e non c'è nulla di strano.
L'unica differenza che passa tra gli organi che ho posseduto 30 anni fa, e lo StageA, sono i suoni (vorrei ben vedere emo ).
Ma la tecnica esecutiva è quella di sempre che un qualsiasi organista deve saper fare (pedaliera compresa).
Se è un vero organista!
Altrimenti è un organista "a metà", cioè un tastierista/pianista che gioca a suonare l'organo.

Detto questo, non devi paragonare lo StageA alle tastiere.
Il paragone può essere appropriato solo se si parla di suoni.
Non di tecnica esecutiva.
Tastiere e organo sono due cose diverse.
La prima (le tastiere) le sanno suonare tutti, bastano le mani.
La seconda (l'organo) lo sanno suonare in pochi perchè oltre alle mani bisogna saper usare anche i piedi e il pedale d'espressione (obbligatorio).
Per cui non sarà mai che uno studente di StageA disimparerà a suonare le tastiere o le saprà suonare peggio di un tastierista.
E' vero il contrario, è il tastierista che ha da imparare da un hammondista o da uno Stageista. emo

efis007 23-07-14 06.39
Markelly ha scritto:
Ma non facciamo una esibizione suonando tutto contemporaneamente.

Le facciamo, le facciamo.
Altrimenti perchè facciamo le combi multisound con le workstation?
O gli split per avere un suono qui e uno lì?
O usiamo due o tre tastiere montate sul cavalletto?
La risposta è: perchè vogliamo fare quello che fa lo StageA. emo
Soltanto gli hammondisti fanno quello che dici (non fare esibizione suonando tutto contemporaneamente, inteso come tanti suoni diversi).
I tastieristi invece fanno l'opposto, cercano disperatamente di fare più suoni possibili mettendo mano a setup, combi, split, program change, etc.

Markelly ha scritto:
E' qui che secondo me il tastierista diventa una specie di piovra umana senza molto senso.

Ti garantisco che ho visto tastieristi fare più piovre umane rispetto a un suonatore di StageA.
Cambiano suoni di continuo, pigiano pulsanti e bottoni di continuo, spippolano manopole di continuo, e hanno sul "trespolo" un sacco di roba, workstation, synth, digital piano, notebook coi VST, etc.
Alcuni hanno così tanta roba da uscirne pazzi.
Se hai facebook dai un'occhiata a questo.

Vedi la differenza che c'è tra uno Stageista e un tastierista che vuole imitare uno Stageista?
E' più "piovra" lo Stageista che suona tranquillo e posato davanti al suo strumento, o il tastierista che deve allestire una centrale da StarTrek per fare quello che uno Stageista fa con semplicità inaudita? emo

Markelly ha scritto:
Diverso è: se suona l'equivalente numero di note, ma del proprio strumento.

Ma uno Stageista infatti suona l'equivalente numero di note, sul suo strumento.
Ha soltanto quello davanti: lo StageA.
Non ha una centrale atomica di tastiere connesse da cavi midi, audio, usb, firewire.
Lo Stageista ha davanti solo uno strumento.
Lo accende e lo suona, come farebbe un pianista o un hammondista.
Ci pensa poi lo strumento a fare quello per cui è stato progettato, cioè cambiare centinaia di suoni senza che il musicista debba preoccuparsi di nulla.
Il musicista suona e basta.
E' strano perchè il suono non rimane sempre lo stesso suono?
Ma io cosa dovrei dire quando cambio 20 suoni con l'M3 in un brano live?
Perchè devo eseguire un brano sempre con lo stesso suono se ho uno strumento fatto apposta per farne tanti?
Se dovessi ragionare così allora dovrei vendere tutto e fare il pianista puro, almeno mi assicuro di usare sempre lo stesso suono per tutta la musica che faccio. emo

Markelly ha scritto:
Vabbé, mi rendo conto che sto infastidendo gli amanti dello StageA. Mi dileguo... emo emo

emo
Ma va là, è sempre un piacere condividere opinioni varie. emo

Una domanda: ma te davvero non piacerebbe poter eseguire quei superbi temi orchestrali, con quei suoni, e in real time?
Non ti piacerebbe avere uno strumento che oltre al "convenzionale e scontato" ti permette di eseguire anche l'anticonvenzionale e il non scontato, cioè che permette alla tua musicalità di esplorare nuove frontiere esecutive prima ritenute impossibili, e che susciterebbero lo stupore e l'incredulità del pubblico?
Li hai visti i commenti su youtube relativi al tipo?
Sono tutti "amazing", "whaoo", "fantastic", "superb".
Vuol dire che qualcosa di tosto ce l'ha questo strumento.
Il "non scontato", appunto. emo

Edited 23 Lug. 2014 15:45