CoccigeSupremo ha scritto:
Cosa intendi vin per "autodistruzione"?
Sarò poco tecnico, più o meno quello che so è che il volume di una stanza (cubatura), una cassa acustica, un bicchiere, un ponte... tutti i materiali elastici, che vibrano, hanno un punto di risonanza, cioè, che sono reattivi ad una certa frequenza.
Infatti avevo ipotizzato che nel tuo caso le casse acustiche fossero più reattive sui 75/90 hz., frequenza che corrisponde più o meno a La 1/Sib1, perchè i matariali con cui sono costruite hanno la risonanza simpatica proprio a questa altezza e quando questa frequenza viene raggiunta si ha un aumento del volume perchè le casse vibrano con meno resistenza.
Se la risposta alla sollecitazione è molto forte e si continua ad alimentare la frequenza che stimola la risonanza si può avere un loop che si autoamplifica che, sto parlando di assurdo, potrebbe portare allo scollamento e alla rottura delle casse.
Questo in pratica non accade perché le casse sono concepite per smorzare al meglio le risonanze ma con altri oggetti è possibile che accada.
Tipico è il bicchiere di cristallo, il suo punto di risonanza è quello dell' altezza del suono che si sente quando lo si perquote e se gli si applica una fonte che lo eccita in sincronia di fase su quella frequenza il bicciere va in autooscillazione, riamplifica le oscillazioni ricevute sino a che queste diventano così ampie da provocare la rottura della struttura.
Un altro esempio è la struttura di un ponte.
Un ponte è come una corda di chitarra delimitata dal suo ponte e capotasto.
In pratica col mio peso e un po' di pazienza sarei capace di far crollare una struttura di svariate migliaia di tonnellate, grazie alla frequenza di risonanza.
Mettiamo che io mi metto al centro di un ponte e faccio un salto... praticamente non gli faccio niente ma la struttura elastica trasmette queste minime vibrazioni, queste viaggiano attraverso la struttura e arrivate alla fine del ponte tornano indietro, ovviamente smorzandosi, ma se io conosco la frequenza alla quale le onde si muovono potrei fare un altro salto nel momento in cui l' onda con la fase giusta torna sotto i miei piedi, il ponte riceverà di nuovo il mio peso più quello dell' onda di ritorno, se aspetto la successiva e faccio un altro salto sempre in sincronia con la frequenza il ponte avrà un ulteriore carico e se ripetessi questo, precisamente in sincronia con la frequenza di risonanza per un migliaio di volte mi ritroverei alla fine su un ponte che rimbalza su se stesso con diversi metri di ampiezza e se continuassi andrebbe in mille pezzi.
Per questo motivo è proibito a gruppi di persone marciare a tempo sui ponti, se si va per caso in sincronia con la frequenza di risonanza della struttura si rischia di farla crollare.
Tutto questo è ovviamente una divagazione un po' estrema ed OT, giusto per rispondere alla domanda di CoccigeSupremo.
Edited 29 Giu. 2014 2:47