artemiasalina ha scritto:
Sono uscito dal negozio con ancora molti dubbi perchè non ho capito quanto posso tirarci fuori, quante cose posso fare in live (layer, split, disattivare le parti, attivarle, l'arpeggiatore come funzione) e devo dire che ho anche letto il manuale prima di andare a provarlo.
Quindi mi chiedo e vi chiedo (specialmente ai possessori). Ad oggi, ha senso prendere una macchina che ha sulle spalle 10 anni di tecnologia? (ed essendo un informatico vi posso garantire che 1 anno è già troppo)
Oppure è solo frutto di una quantità immensa di cose che la macchina può fare e quindi è tutto più complesso da gestire?
E' risaputo che i sistemi operativi delle apparecchiature Yamaha sono contorti. Su questo non ci piove. Di conseguenza la curva di apprendimento sarà naturalmente più ripida di altre workstation.
Tuttavia non considerei Motif XF come un ROMPler dalla tecnologia decennale, perché sarebbe ingiusto e limitante. Solamente passando da S90 a S90ES ricordo un bel salto in avanti nel suo sistema operativo, non parlando poi della versione XS che ha accesso diretto a funzioni di split/layer ecc. ecc. di realizzazione non certo immediata nei predecessori.
Rispetto ad un Motif ES in un XF sono cambiate tante cose, e ovviamente il livello di complessità è aumentato a fronte però di una maggiore flessibilità d'uso.
Potenzialmente una workstation permette di fare al suo interno quello che si può fare con un PC, un software di sequencing audio/MIDI, un sintetizzatore multitimbrico e polifonico, un sampler ed una serie di multieffetti. Il fatto di essere però tutto così concentrato, almeno in casa Yamaha, ha il prezzo di una elevata complessità d'uso.
Comprendere tutte le varie sfaccettature di un Motif XF non accade dall'oggi al domani. Posto il fatto che l'assitenza tecnica offerta da Yamaha Italia potrebbe essere di gran lunga migliore, l'unico modo di acquisire una maggiore confidenza con lo strumento (a parte studiare il manuale che non è tutta questa meraviglia) è non solo quella di dedicarvici molto tempo ma anche frequenare il forum internazionale di Motifator.
Per la sua caratteristica di internazionalità, il bacino d'utenza è sicuramente più esteso di quello costituito da quei 4 gatti spelacchiati italiani
, quindi anche le casistiche comuni d'uso sono certamente già stare risolte.
Motifator è una autentica miniera, tante cose non le avrei capite se non avessi ricevuto l'aiuto di Dave Polich e Phil Clendeninn. A loro va il mio ringraziamento.