Upgrade per roland juno 106

Segnalo lo sviluppo di un upgrade per il Roland Juno 106, trattasi del KIWI 106.

Vengono aggiunti al synth arpeggiatore, sequencer, 2 LFO con diverse forme d'onda, 2 inviluppi, dinamica ed aftertouch via MIDI, 512 memorie per le patch, e via dicendo. Pare molto, molto gustoso.

Viene fornito anche un editor software esterno per accedere a tutti i parametri in modo più comodo.

Non male.
Ma tu da esperto di analogici consiglieresti questo upgrade?
Non sarebbe un po' come snaturare il suo DNA originale?

E' da tempo che vorrei prendere un analogico, visto che vivo in digitale, e spesso penso al Juno106 come un buon compromesso per un neofita di analogico come me per quanto riguarda tipologia/prezzo.

Il suo DNA originale risiede nelle sue corde vocali (oscillatori, filtri e chorus), che rimangono quelle. Inoltre non perdi nulla del Juno 106 originale, semmai si aggiunge roba, quindi i suoi suoni tipici li farà sempre e comunque.

Io se non avessi già il Jupiter 6 sarei tentato all'acquisto dell'upgrade, ma dato che ormai il Juno 106 lo uso pochissimo perché appunto ho il suo fratello (di molto) maggiore, non ne vale la pena per me. A parte che comunque il mio Juno 106 già non è più tutto originale, perché ho sostituito tutti i chip delle voci con i cloni di AnalogueRenaissance, dato che gli originali come al solito hanno iniziato a fischiare e fare rumoracci, per via del loro tipico difetto di fabbrica. Ma anche con i cloni di AnalogueRenaissance il suono è quello, l'ho confrontato con tanto di oscilloscopio ed analizzatore di spettro e non ho potuto riscontrare differenze.

Dipende da te a cosa dai la priorità in un synth vintage, se al suo status di oggetto da collezione (quindi da lasciare il più possibile invariato ed originale) oppure se alla sua funzionalità. Io personalmente scelgo la seconda opzione, ed infatti dove ho potuto gli strumenti che ho li ho modificati per migliorarli, vedi l'organo combo CEI Prestige o appunto il Jupiter 6, dove specialmente in quest'ultimo ho risolto uno dei suoi tipici problemi/caratteristica, ovvero l'assottigliamento eccessivo del suono quando si usa la risonanza (caratteristica per cui è stato molto criticato). In questo caso il DNA è cambiato, ma in meglio, pur mantenendo il suo tipico carattere sonoro.

Fermo restando che comunque conservo gelosamente i componenti originali che ho dovuto sostituire, sia sul Jupiter che sull'organetto CEI. Che con ogni probabilità non rimonterò mai più nei rispettivi strumenti, però li tengo da parte che non si sa mai.

Ho conservato perfino i chip difettosi delle voci del Juno 106, così se un giorno mi vorrò cimentare col trucchetto di levargli da dosso il rivestimento in resina (che a quanto pare è quello che causa il difetto) potrò farlo e mantenerli come scorta.

Cos'é che ti ha fatto scattare la molla a suo tempo (ricordo i tuoi post) per prendere il Jupiter 6 che si trova ancora a prezzi umani a differenza dell'8?

Il Jupiter 6 è uno dei 3 synth analogici a cui facevo il filo fin da quando ho saputo dell'esistenza di queste macchine, gli altri sono il Jupiter 8 e l'Oberheim OB-X/Xa/8 (l'Oberheim è stato il primo che ho conosciuto mentre mi documentavo su queste macchine, e già solo il suo aspetto estetico mi ha fatto innamorare ).

Il pallino per queste macchine m'è scattato appunto mentre approfondivo l'argomento, ed anche le demo su Youtube e la musica in cui questi strumenti si sentono (che mi piace da sempre), come spesso accade, hanno contribuito.

Il Jupiter 8 non l'ho comprato e non lo compro per ovvie ragioni di prezzo, l'Oberheim (perlomeno l'OB8) con un po' di sforzo magari sarei riuscito a prenderlo ma non voglio dilapidare i miei risparmi in synth analogici, il Jupiter 6 è quello che sono riuscito a comprare senza grandi problemi.

Grazie per la risposta!

Prego