dal lato della mia piccolissima esperienza da musicista non professionista: per l'anagrafe io sono nato dopo gli "anni d'oro" della produzione degli strumenti citati, e il mio avvicinamento alla musica è arrivato ovviamente qualche anno dopo ancora. E l'avvicinamento agli strumenti storici anni dopo ancora..
Quindi sono partito coi virtual instrument, poi ho avuto il bisogno di passare a qualcosa di "fisico", palpabile, reale, vibrante.. ci siamo capiti ecco.
E quindi via di Rhodes Mark I.
Al che al primo impatto rimango un attimo così, perchè con l'emulazione il suono era tutto più facile, niente imperferzioni, niente difetti (se non volutamente programmati! Siamo all'assurdo, ma è un parere personale), accordatura, timbro, tastiera non propriamente "rapida", equalizzazione, amplificazione, insomma molto ma molto più difficile cavarne fuori il suono che cercavo.
Però ragazzi ce la si fa. E non sarà mai apparentemente perfetto come il suono costruito ad hoc da un softwarista. Ma sarà perfetto quando lo suoni nella realtà. Perchè ti vibra pure dentro, e il suono alla fine l'hai cavato tu dallo strumento, non un algoritmo o dei campioni registrati.
Scusate la poetica, chiudo in maniera diversa:è come guardare un porno su internet o s***are una ragazza in carne ossa.
p.s: per il resto sarebbe bello se uscissero piani elettrici nuovi, fabbricati oggi ovviamente, che abbiano un impatto tale sulla storia della musica.. Ma ci sono le premesse per farlo? E' un discorso che sembra voler riprendere quello dell'artigianato contro la produzione di massa a bassissimi costi, solo per monetizzare. Mi fermo qui...
Edited 27 Nov. 2013 19:31