Electric piano confronto tra ieri e oggi

orange1978 27-11-13 06.40
Qualche link su media che impiegavano rhodes,dynorhodes,cp70 etc....

Secondo me ci siamo oggi a grandi linee tra kronos, sv1, motif, cp1, nord e librerie vst....ma non siamo ancora alla perfezione.

Sentite la pasta sonora e gli appoggi in particolare, siamo un po lontani ancora che dite?

1:20 in poi

7:56

link 3

2:18 (yamaha cp70)

0:22 (yamaha cp70)

link

sentite nonostante la compressione di yt il rumore delle meccaniche, il suono come appoggia....nei mille video HD di demo su you tube io questa pasta non la ritrovo.
lucabbrasi 27-11-13 09.15
...e forse mai esisterà. Non sono un grande esperto, ma gli elettromeccanici (incluso anche l'Hammond, ma con meno difficoltà..) sono stati, forse, casi isolati di strumenti capaci di rendere nuances sonore incredibili a valle di un concetto, tutto sommato, semplice. Lamelle per il Rhodes, corde per il CP70, ma i mille volti sonori che 'sti 2 strumenti sono stati capaci di dare presumo siano inimitabili...
orange1978 27-11-13 09.22
@ lucabbrasi
...e forse mai esisterà. Non sono un grande esperto, ma gli elettromeccanici (incluso anche l'Hammond, ma con meno difficoltà..) sono stati, forse, casi isolati di strumenti capaci di rendere nuances sonore incredibili a valle di un concetto, tutto sommato, semplice. Lamelle per il Rhodes, corde per il CP70, ma i mille volti sonori che 'sti 2 strumenti sono stati capaci di dare presumo siano inimitabili...
Secondo me é anche lo stato di usura e conservazione che fa molto, e questo puo avere mille variabili tanto da non riuscire a trovare due rhodes che suonano uguali, anche se prodotti la stessa settimana.

Invece tutti gli emulatori sono sempre fotografie....che essendo digitali poi non sbiadiscono mai, forse é anche questo.
gesucca 27-11-13 10.00
Beh, parlando di strumenti elettromeccanici, dubito che si possa raggiungere l'emulazione perfetta con il digitale. Se poi prendiamo anche in considerazione il fattore vintage, nemmeno costruendo da zero un Rhodes (o un Hammond, o un Clavinet) nuovo di zecca si avrebbe lo stesso suono.

Però si sono fatti passi da gigante negli ultimi anni, soprattutto sulle emulazioni delle amplificazioni vintage e degli effetti, anche se non ho idea di quanto ancora si potrà migliorare. Per ora direi che non possiamo lamentarci emo
anumj 27-11-13 10.51
Secondo me l'eccessiva ricerca verso l'emulazione tarpa le ali alla sperimentazione di qualcosa di realmente nuovo.

I piani elettrici di riferimento, per me, sono quelli in FM e gli SA, era quella la strada da seguire per sviluppare oggi un evoluzione vera del piano elettrico classico. Ipoteticamente uno strumento multisintesi che implementi saggiamente FM/SA/Modelli Fisici potrebbe essere oggi innovativo sul serio.

Sono sincero se vi dico che tutte queste emulazioni in PCM mi hanno stufato. Hai la sensazione di suonare sempre lo stesso timbro statico, freddo, fotografico.

C'è bisogno di qualcosa di nuovo.
orange1978 27-11-13 11.20
Ok alla sperimentazione.....ma per avere di nuovo quei suoni di rhodes, wurli, cp70....oltre alle cose nuove, che bisognerebbe fare,provare con combinazioni tra modelli fisici e sampling, oppure rimettersi a costruirli nuovamente come un tempo?
Parlo per avere il massimo, non per forza di cose pratico, un po come quando si compra un pianoforte a coda acustico.
orange1978 27-11-13 11.32
io voglio imparare sempre meglio la chitarra e il basso, e lasciar perdere il piano e le tastiere!

A parte gli scherzi io li invidio I chitarristi e I bassisiti, da un lato hanno dei limiti ma dall'altro hanno sempre la possibilitá di tornare indietro.

Per esempio se vuoi una chitarra con suono e body anni 40 esistono nuove in commercio cosi, se vuoi una solid tipo stratocaster del 60 trovi a parte il vintage nyovi modelli fender da 400 euro (che suonano da dio gia) fino a custom shop, per non parlare degli ottimi cloni tipo wormouth in cui puoi scefliere tutto e assemblarla come vuoi tu, scegliendo legni, meccaniche, pickups avvolti a mano.

Cazzo per un tastierista nob é cosi porca puttanza.

Vuoi un hammond? Ti compri SOLO vintage, perché un modello nuovo a ruote foniche esattamente come il vecchio B3 non esiste.

Vuoi un synth a tastiera con wavetable scanning e filtri analogici tipo prophet vs o ppg wave? Non cé....solo vintage.

Vuoi un polifonico anagolo? Per ora in commercio cé solo il prophet 08, di chitarre tipo "jazz" ce ne sono una tonnellata.

Siamo proprio sfigati, I chitarristi e I bassisti hanno sempre le vecchie cose come un tempo rifatte oggi, e in piu le novitá tipo pod,kemper,fractal audio, variaxe, basso a 7 corde.....

Noi invece ci fanno contenti 10/15 anni e poi cambiano tutto e quello nuovo non suona mai come il vecchio.

Mentre anche gli ampli, oggi ci sono aziende come la fender che rifanno I modelli storici....ma altre nuove che clonano fender tipo victoria amp che sono anche meglio!

Difficile che una azienda cloni il moog o la kurzweil k2000 e il risultato sia anche meglio dell'originale.
filigroove 27-11-13 12.02
Nei primi anni '90 ho comprato il mio MkI, ne ho colto subito la magia, ma nello stesso tempo, lo strumento era in pessime condizioni meccaniche. Ho tentato di aggiustarlo, ma allora non ero capace. Così mi sono ritrovato per anni uno strumento insuonabile ed intrasportabile e l'esigenza di avere "quel" suono sul palco con me in un formato più comodo: allora si suonava "Acid Jazz" ed era fondamentale.
Parallelamente sono passato da una tastiera insoddisfacente all'altra ed ho imparato ad aggiustare the real thing. Adesso suona molto bene ed è veramente veramente insostituibile.
Sì, oggi ci sono buoni campionamenti, ma se li metti alla prova sul serio tutti hanno limiti invalicabili, non è una frase fatta, è così. Tutti quelli presenti normalmente su hardware hanno qualcosa di artificioso, le librerie per pc sono un po' meglio in quanto a verosimiglianza, ma non so come escano in un contesto live e soprattutto mancano completamente del feeling che ha lo strumento vero. Perché è di questo che si tratta, di uno strumento vero e non c'entra l'aspetto vintage/non vintage, sono tutte cazzate, sono convinto che il Mk7 suoni benissimo, così come il Vintage Vibe.
Cp1, Nord Stage, ecc. sono più che ok live e comodissimi, ma non puoi levare il sangue dalle rape.
Quindi, ci siamo? Sì, nella misura in cui ci siamo col piano acustico. Giudicate voi.
filigroove 27-11-13 12.10
@ orange1978
Ok alla sperimentazione.....ma per avere di nuovo quei suoni di rhodes, wurli, cp70....oltre alle cose nuove, che bisognerebbe fare,provare con combinazioni tra modelli fisici e sampling, oppure rimettersi a costruirli nuovamente come un tempo?
Parlo per avere il massimo, non per forza di cose pratico, un po come quando si compra un pianoforte a coda acustico.
Si possono costruire meglio di un tempo, già lo fanno. Si possono ricondizionare e customizzare i vecchi. Questo per avere il massimo intermini di suono, non di economicità o convenienza spicciola.
Secondo me, uno studio che si prende un Rhodes e/o un Wurlitzer e/o un Hammond e/o un Clavinet in buone/ottime condizioni fa una scelta sensata, perché comunque oltre il vero non puoi andare.
giosanta 27-11-13 13.07
Nel caso del Rhodes anch'io penso che si potrebbero tranquillamente costruire in maniera tradizionale, sia per la tecnologia intrinseca che per gli ingombri ed i pesi.
Non c'è neppure lontanamente paragone con la complessità, e la stazza, di Hammond, che è forse uno degli oggetti più complessi in assoluto nel settore dell'elettrotecnica civile, impensabile quindi costruirlo ORA a prezzi umani, come del resto non c'è paragone tra la resa di un clone digitale di ultima generazione rispetto ad un Hammond elettromeccanico, ora veramente di altissimo livello, pur se il modello rimane ineguagliabile, in confronto a quello che si riesce a tirar fuori da un piano digitale volendo il suono del Rhodes: qui, secondo me, siamo molto, moltissimo, lontani.
zaphod 27-11-13 18.51
La discussione è interessante e non scontata. E' forse trita ma è destinata ad essere rispolverata ogni volta che lo stato dell'arte dei cloni è spostato ancora più avanti da nuovi modelli.

E' assodato che i cloni odierni non raggiungono al 100% gli originali, e non li raggiungeranno credo mai, a meno di riporre le speranze nei modelli fisici: il "suono analogico" (inteso come generazione degli elettromeccanici) non può essere restituito dal campionamento. Come mischiare capre con pere.

Però mi permetto una domanda: IN CHE MODO i suoni degli elettromeccanici e dei synth analogici hanno fatto la storia?
Risposta: per via del suono. Non basta. Per via degli effetti. Non basta ancora. Questi suoni sono diventati storici perchè chi li suonava aveva due palle così.
Erano suoni preclusi al musicista medio, per via dei costi degli strumenti e del loro ingombro.
Oggi il musicista medio può permettersi (per fortuna) signore tastiere che emulano benissimo il suono degli elettromeccanici e dei synth, ma semplicemente non li suona e non li programma a dovere, perchè non ne è capace e/o non ne conosce la storia. E inoltre non ci abbina gli effetti giusti.
Questo limite ingigantisce la differenza esistente tra i cloni e gli strumenti originali.
anonimo 27-11-13 20.28
dal lato della mia piccolissima esperienza da musicista non professionista: per l'anagrafe io sono nato dopo gli "anni d'oro" della produzione degli strumenti citati, e il mio avvicinamento alla musica è arrivato ovviamente qualche anno dopo ancora. E l'avvicinamento agli strumenti storici anni dopo ancora..
Quindi sono partito coi virtual instrument, poi ho avuto il bisogno di passare a qualcosa di "fisico", palpabile, reale, vibrante.. ci siamo capiti ecco.
E quindi via di Rhodes Mark I.
Al che al primo impatto rimango un attimo così, perchè con l'emulazione il suono era tutto più facile, niente imperferzioni, niente difetti (se non volutamente programmati! Siamo all'assurdo, ma è un parere personale), accordatura, timbro, tastiera non propriamente "rapida", equalizzazione, amplificazione, insomma molto ma molto più difficile cavarne fuori il suono che cercavo.

Però ragazzi ce la si fa. E non sarà mai apparentemente perfetto come il suono costruito ad hoc da un softwarista. Ma sarà perfetto quando lo suoni nella realtà. Perchè ti vibra pure dentro, e il suono alla fine l'hai cavato tu dallo strumento, non un algoritmo o dei campioni registrati.

Scusate la poetica, chiudo in maniera diversa:è come guardare un porno su internet o s***are una ragazza in carne ossa.

p.s: per il resto sarebbe bello se uscissero piani elettrici nuovi, fabbricati oggi ovviamente, che abbiano un impatto tale sulla storia della musica.. Ma ci sono le premesse per farlo? E' un discorso che sembra voler riprendere quello dell'artigianato contro la produzione di massa a bassissimi costi, solo per monetizzare. Mi fermo qui...
Edited 27 Nov. 2013 19:31
carmol 27-11-13 20.49
musicless ha scritto:
Scusate la poetica, chiudo in maniera diversa:è come guardare un porno su internet o s***are una ragazza in carne ossa.

questa me l'hai rubata emo
da qui
Edited 27 Nov. 2013 19:53
giosanta 27-11-13 21.37
@Zaphod
Verissimo, e molto importante quello che dici, un aspetto che tra l'altro ci porterebbe lontano, lontanissimo.
Tuttavia non vorrei disperdere la natura tecnica introdotta dalla discussione ribadendo che, a mio parere ed in estrema sintesi, la "clonazione" di un Rhodes è, ad oggi, estremamente rozza in rapporto a quella di un Hammond.
gusepal 27-11-13 22.17
@ zaphod
La discussione è interessante e non scontata. E' forse trita ma è destinata ad essere rispolverata ogni volta che lo stato dell'arte dei cloni è spostato ancora più avanti da nuovi modelli.

E' assodato che i cloni odierni non raggiungono al 100% gli originali, e non li raggiungeranno credo mai, a meno di riporre le speranze nei modelli fisici: il "suono analogico" (inteso come generazione degli elettromeccanici) non può essere restituito dal campionamento. Come mischiare capre con pere.

Però mi permetto una domanda: IN CHE MODO i suoni degli elettromeccanici e dei synth analogici hanno fatto la storia?
Risposta: per via del suono. Non basta. Per via degli effetti. Non basta ancora. Questi suoni sono diventati storici perchè chi li suonava aveva due palle così.
Erano suoni preclusi al musicista medio, per via dei costi degli strumenti e del loro ingombro.
Oggi il musicista medio può permettersi (per fortuna) signore tastiere che emulano benissimo il suono degli elettromeccanici e dei synth, ma semplicemente non li suona e non li programma a dovere, perchè non ne è capace e/o non ne conosce la storia. E inoltre non ci abbina gli effetti giusti.
Questo limite ingigantisce la differenza esistente tra i cloni e gli strumenti originali.
Caro zaphod
Sono perfettamente d'accordo con te.
È vero che un clone non sarà mai uguale all'originale ed è' anche vero che affinché un cloni suoni quasi come un originale oggi non basta solo saper suonare ma bisogna avere conoscenze profonde di elettronica, conoscere bene la macchina, e, non ultimo, avere un'ottimo sistema di elaborazione del suono che poi arriva alle orecchie di chi ascolta.
Una volta microfonavi il leslie con un impianto davoli ed usciva bene.
Oggi se ci metti un nord electro fa cagare.
Una volta c'era l' hammond il leslie e la capacità di suonare.
Oggi ci sono i cloni, gli emulatori leslie, i mixer , gli effetti, le casse, i fonici e la capacità di suonare.
Alla fine se sentì un Joe di Francesco e chiudi gli occhi può darsi che non riconosci se ha un hammond o un clone.emo
filigroove 27-11-13 23.50
Signori, sembra che molti qui non sappiano che sia tine piano (leggi Rhodes) che il "clavicordo elettrico" (leggi Clavinet) sono attualmente prodotti in USA da Vintage Vibe e commercializzati a prezzo adeguato (cioè alto).
Per chi non li conoscesse questi ragazzi sono molto bravi (i migliori?) nel restauro delle vecchie glorie, forniscono materiali di ricambio per gli stessi e, per l'appunto, hanno messo la loro esperienza in campo per costruire "nuovi" strumenti. La tiratura è ovviamente da ditta artigianale, così come pare la cura costruttiva.
Link.
Video.
emo
alkemyst85 28-11-13 00.05
io rimango dell'idea che spesse volte la differenza è più per noi che per loro.. ovvero: NOI che suoniamo notiamo differenze nello spessore di un suono, della suonabilità, della tecnica, del feeling con lo strumento... LORO che ascoltano dal vivo o dalle registrazioni tutte queste differenze non riescono a percepirle, anche se stiamo parlando di musicisti che conoscono lo strumento..
anumj 28-11-13 00.24
anchio rimango dell'idea che....


e forza italiaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!emo