@ cristianob
Mi e' capitato di parlare con alcuni studi che realizzavano negl'anni 90 dance professionale ,
e vorrei chiedere se anche qualcuno di voi ha usato queste pratiche "sonore" che usavano spesso fare :
-unire piu' suoni insieme per creare un suono piu' grosso (specie nelle frasi di tastiera)
-spostare di qualche millis qualcuno di questi suoni quando si creavano tra loro problemi di sincronia/fasi
-trattare separatamente negl' effetti i suddetti suoni , anche se dovevano dare poi origine ad un unico suono
-usare pochissimo riverbero ma tanto delay , anche due o piu' delay concatenati tra loro.
Beh.....non sono trucchi dance anni 90.....si usano tutt'ora nella house e in qualsiasi altro genere, sono modi di trattare il suono abbsstanza comuni, se ti imteressa li ho sperimentati proprio nella dance anni90 ma non solo.
Sommare piu suoni per ottenere un suono piu corposo.....si fa da sembre, almeno da quando esiste la registrazione multitraccia almeno con 16/24 tracce, si faceva con I polysynth negli anni 80, anzi una delle ragioni per cui il midi fu ideato era anche quella.
Si chiama stacking o layering....per esempio una macchina come lo yamaha tx816 presentava fino a 8 moduli dx7 ognuno indipendente con 16 note di polifonia e uscita xlr dedicata, e fu molto usato proprio in questo cotesto.
sfasare le tracce....certamente, sopratutto se si tratta di tracce uguali generi un effetto tipo chorus, se viceversa si sommano 5 tracce com la stessa ampiezza, tonalitá e timbro, e per giunta perfettamente in fase, l'unico beneficio é un aumento del volume della traccia.
Si possono sperimentsre diversi modi di lavoro sulle fase ritardando e posticipando sia tracce di synth che di eventuali microfoni, si puo facilmente ottenere un aumento della stereofonia e un cambio del suono, attenzione peró che eventuali cancellazioni di fase pesanti possono rendere il suono del synth o dello steumento praticamente inascoltabile o cmq molto snaturato quando ascoltate in mono.....situazione che anche oggi sarebbe meglio evitare.
Sul delay.....si perché im realtá il riverbero non é altro che il risultato di numerosi delays spesso con tempi brevissimi e senzw feedback lunghi, la tua voce per esempio rimbalza sul soffitto, pavimento, pareti e torna velocemente a te...in ritardo (delay appunto) pensa a quando parli in un bagno, viceversa se la stanza assorbe per via di materiali fonoassorbenti come stoffe, (tappeti tende mobili etc) avrsi una percezione diversa.......se si usa un po di delay magari piu di uno ben dosato e regolato si puo staccare il suono del synth e incollarlo nel mix ma rendendolo cmq sempre abbastanza in primo piano, cosa che spesso é utile al contesto del pezzo, si da quindi un po di ambiente piu che lunghi e massici riverberi che renderebbero il suono meno incisivo......e nella dance I riff di synth erano e sono gli equivalenti dei riff di chitarra di un gruppo rock, e se sono troppo sopra le righe possono togliere impatto alla canzone, ma dipende, in realtá rrgole precise non esistono affatto.
Inoltre tieni presente che molti studi dance anni 90 erano poco attrezzati....magari avevi un mixer a 16 canali con 3 mandate, e magari come rffetti avevi un riverbero digitale e un paio di mfx o unitá di delay tipo korg sd...se avevi gia un riverbero in uso sulla voce settato per questa, non sempre funzionava anche sul synth, e quindi si usava altro, addirittura gli effetti dell'expander! molte cose voglio dire sono nate anche piu per necessitá che per intuito...non sempre ma a volte accadeva cosi.
Oggi chiaramente con pro tools o cubase che su un mac di nuova generazione gestiscono senza problemi 100 tracce digitali e dozzine di effetti im mandata, combinati con I poter fare bouncing in totale dominio digitale potendo volendo tornare sempre indietro, I limiti sono pressoché inesistenti.