Un concerto da dimenticare

leoravera 20-10-13 12.00
Ho pubblicato una breve riflessione sull'ascolto della musica, ringrazio in anticipo chi vorrà leggere e commentare:

http://www.leoravera.it/2013/10/18/un-concerto-da-dimenticare/

Leo Ravera

www.leoravera.it
Markelly 20-10-13 20.35
Chi ascolta in questo modo non sono certo i patiti di musica classica, anzi nei teatri di solito c'è una tale serietà fin troppo esagerata... l'esempio a mio parere non calza.
Su altri generi magari se ne può discutere, anche se io da ragazzo ho ascoltato tanta musica per me meravigliosa in cassette mal registrate, eppure...
leoravera 21-10-13 03.43
Non erano tanto mal registrate quelle cassette, a distanza di anni mi è capitato di ascoltare un'audiocassetta ben conservata su un impianto decente, ed il calore del suono mi ha stupito.
Senza cadere però in inutili nostalgie, il digitale è una grande opportunità, la potenza di banda e capienza degli hard disk permetterebbero agevolmente formati digitali non compressi, invece vige la dittatura dell ' MP3.
Grazie della lettura e del commento, saluti cordiali
vin_roma 21-10-13 08.43
Leo,

...Il tema mi piace... hai sollevato una realtà spesso "viziata" e sopita di cui non ci si rende conto,
...ma soprattutto (finalmente? emo) hai interagito senza far cadere dall' alto i tuoi pensieri.

Comunque (avendo qualche annetto...) vorrei permettermi un breve pensiero sull' excursus delle forme che negli anni hanno accompagnato l' ascolto tecnologico della musica.

A parte i grammofoni con i chiodi (troppo "fuori" parametri), c' era la radio, a valvole, era un "mobile" con un suono cupo (a causa della banda possibile in AM) e rotondo per via delle dimensioni medie degli apparecchi. Si ascoltavano orchestre, o comunque spesso musica registrata appositamente.

Il mangiadischi... un vero killer dei 45 giri... un suono improponibile...

L' era dell' FM e dell' Hi-Fi (siamo negli anni '70): quì le cose andavano meglio e si svilupparono molto gli apparecchi che potevano sfruttare certe potenzialità.
Si vendevano set più o meno elaborati ma, a parte certi compatti, la norma era: ampli/sintonizzatore/giradischi/lettore di cassette e i più raffinati avevano il Revox B77 a nastro da 1/4' e comunque ogni casa aveva il suo bell' angolo HI-Fi per l' ascolto.
In auto si andava con i lettori di Compact Cassette e addirittura con i cassettoni stereo 8 in quadrifonia!
Le radio libere nascevano ed imperversavano e venivano scelte per la raffinatezza dell' emissione, per le tematiche proposte: radio politiche, Rock, commerciali...

La cosa che contraddistingueva quest' epoca era la voglia di sentire bene e nello spazio giusto... fosse anche la macchina, ma soprattutto il salotto.

I dischi si compravano e scartarli o riporli era un' arte. Anche le custodie erano spesso opere d' arte e con tutte le informazioni all' interno (dal giorno dell' incisione, lo studio, il mastering, gli esecutori e spesso con note critiche) regalavano un momento d' immersione in ciò che la musica voleva dare.

Forse era la "fame" ma i giovani si riunivano appositamente per ascoltare la musica e i soli di Billy Cobham, i live dei Deep Purple, i Tangerine Dream, i Genesis... potevano esprimere tutta la loro fantasia sicuri che chi ascoltava non avrebbe perso una virgola delle loro performance.

Si potrebbe dire che una certa forma e qualità musicale si sia sviluppata proprio grazie alla nascita dell' Hi-Fi.

Ma se questo fosse vero allora dobbiamo rammaricarci per i nostri tempi e forse i dati danno ragione a questa tesi.

Musica per riempire le orecchie, perfezionata al massimo tecnicamente, ma, visto che ogni mercato va dove si vende, via via sempre più impoverita nei contenuti in favore della facilità sia di realizzazione che di ascolto.

Quindi viviamo l' inflazione musicale con il relativo abbassamento di qualità e i fruitori che, forse sazi, non pretendono di più e si accontentano del lettore Mp3, dell' ascolto dalle cassette del pc dimenticando o, per le nuove generazioni, addirittura non aver mai avuto l' occasione di vivere certi "impatti" musicali.

Non so se il mio è un discorso nostalgico oppure se realmente oggi, grazie all' inflazione multimediale, si stia perdendo il vero senso formativo e sociale della musica che tanto ha fatto nelle epoche passate.
Giovinezza, Papaveri e Papere, Volare, il ragazzo della via Gluk... sintesi parallele del cammino sociale.
Di oggi non saprei che musica consegnare alla storia.
Edited 21 Ott. 2013 6:56
Markelly 21-10-13 20.57
vin_roma ha scritto:
Di oggi non saprei che musica consegnare alla storia.


Non credi che se fossimo nati adesso, di musica odierna alla storia ne consegneremmo a pacchi?

Senza polemica, ma ci penso spesso: la musica che sentiamo da giovani ci sembra spesso la migliore, legata a certi momenti, certi periodi storici, sociali, ecc... ma è così per tutti, in tutte le epoche, no?
giannirsc 21-10-13 23.29
Si è vero..da piccolo mi dicevano sempre che la vera musica era Modugno, Claudio Villa etc mentre in radio trasmettevano dei "capelloni" chiamati beatles..è semplicemente il tempo che passa e la nostalgia degli anni addietro..tra 30 anni si parlerà di Bruno Mars..Mario Biondi..etc etc..
vin_roma 22-10-13 01.08
Certo, ma non guardiamo dal banale lato emotivo...

Il punto che volevo centrare è che oggi c' è meno caratterizzazione, troppa diluizione... o magari è proprio questa la caratteristica di oggi...

Dico questo perché in altre epoche era più distinta la forma musicale... e non parlo, come avete creduto di leggere, di musica migliore o di tempi che ovviamente per ognuno segnano uno standard perché emotivamente vissuti ma proprio di "traccia".

Qual' è secondo voi la musica parallela al sociale del secondo decennio del XXI secolo?

chi si può permettere di competere con le rivoluzioni de The Beatles, Rolling Stones, Glenn Miller, Elvis Presley, e in italia l' epoca di Modugno, dei cantautori genovesi, la rottura di Lucio Dalla o di Tony Dallara a SanRemo, l' epoca de Il Banco, Pino Daniele...

oltre agli aspetti "emotivi" che accompagnano e accomunano ovviamente le generazioni che crescono parallelamente alla musica dei propri giorni, (ripeto, non era così banale il mio pensiero) qual' è, oggettivamente, il risvolto "pesante" della musica dei nostri giorni?

non ho una risposta sicura...

se avete qualche idea di chi si possa paragonare alle pietre miliari dei decenni scorsi fate qualche nome...

Edited 21 Ott. 2013 23:15
Gixson 22-10-13 11.34
Questo discorso si collega perfettamente ad una discussione in corso su altro forum musicale. In pratica si parla non tanto di differenze di capacità artistiche ma di opportunità storiche. Si potrebbe anche collegare al mio discorso sul linguaggio musicale: a livello stilistico cosa è rimasto oggi, dal momento che i musicisti a partire dagli anni '50 si sono presi tutto? A parte l'immensa bravura e genialità degli artisti "storici", soprattutto nell'inventare melodie immortali, il discorso stilistico secondo me è da considerarsi anche un'opportunità storica, dove, una volta aperte le danze (per semplificare partiamo dalla nascita del rock n roll) gli artisti dell'epoca potevano spaziare ed attingere a sperimentazioni che oggi si sono praticamente esaurite. Le soluzioni armoniche e stilistiche "inventate" dai grandi (Beatles, Led Zeppelin ecc...) sono conseguenze quasi spontanee (se ci pensate bene) del manipolare regole e generi musicali dell'epoca, comprese le contaminazioni delle varie musiche tradizionali.
Insomma (faccio un esempio semplificato per capirci): se in partenza le progressioni del rock n roll erano I IV V, e tutti scrivevano usando quelle progressioni, viene da se che dopo un certo periodo inevitabilmente arriverà qualcuno a cui verrà l'idea di provare ad aggiungere un accordo diverso rispetto alle solite abusatissime progressioni. Quindi i musicisti iniziano ad aggiungere nuovi accordi alle progressioni standard: I IV VIm V I... poi I IV IIm V... un 'altro ancora decide di far diventare quei IIm un II maggiore, attingendo dalla musica modale. Poi oltre al modale si attinge al tradizionale, irlandese, arabo, indiano e così via via fino praticamente ad esaurire tutte le risorse da cui poter prendere ispirazione.

Spero di essermi spiegato bene, perché nel modo più assoluto non sto cercando di sminuire i grandi della musica, che per me rimangono tali.

Edited 22 Ott. 2013 11:03
Gixson 22-10-13 13.01
... mi sono reso conto di essermi un po' allontanato dal tema del thread: più che altro ho seguito gli ultimi due post.

Riguardo al thread, secondo me la metafora non c'azzecca molto. Intanto diciamo che basta una buona cuffia (oltre che al rispetto della privacy) per risolvere tutti i problemi descritti. Il fattore della perdita di dati dei file compressi penso sia un problema minimo.
Quelli che pensano di sentire un abisso tra un cd e un file compresso a 320kbs, mi ricordano quelli che dicono di essere in grado di piegare i cucchiai con la forza della mente, ma che nessuno ha mai visto, e quando messi alla prova, non riescono a dimostrare nulla.

Onestamente non capisco nemmeno quale sia il vero problema, il punto del 3d. I musicisti, gli Appassionato, i patiti di musica pretenderanno giustamente sempre il meglio e ascolteranno la musica con mezzi di qualità; gli altri invece utilizzeranno mezzi non professionali (com'è sempre stato) ma utili al loro scopo e alle loro aspettative. Qual'è il punto della questione, oltre alla solita promozione del blog, ovviamente emo
Edited 22 Ott. 2013 11:02
leoravera 22-10-13 14.50
I formati digitali compressi sono nati ed avevano senso quando le connessioni internet viaggiavano a 56k. Non c'è ragione per cui ancora adesso molti negozi di musica on-line vendano files con scarsa qualità, dal momento che tanto le connessioni quanto la capienza degli HD hanno fatto progressi notevoli.
Ci sono però altri aspetti di una cattiva abitudine all'ascolto, anche più rilevanti, primo tra tutti la frammentazione dell'ascolto. Quando ascoltiamo musica da PC facciamo anche altre cento cose, e spesso siamo interrotti o distratti. Niente di grave, se abbiamo il buon senso di ritagliarci dei momenti per ascoltare musica e basta, con piena attenzione.
Vedo però un contesto prevalente in cui c'è musica sempre e dappertutto, ed in cui alla musica si da un'attenzione parziale e marginale.

Ovviamente sollevare queste questioni è per me solo un pretesto per portare visitatori al mio blog, tramite il quale presto mi lancerò alla conquista del mondo. Quando ciò avverrà, chi mi ha dato ragione verrà nominato generale delle mie armate, chi ha avversato le mie idee verrà spedito in Siberia, e dovrà ascoltare file compressi e monofonici, come pena aggiuntiva.
Gixson 22-10-13 15.48
leoravera ha scritto:
Ovviamente sollevare queste questioni è per me solo un pretesto per portare visitatori al mio blog, tramite il quale presto mi lancerò alla conquista del mondo. Quando ciò avverrà, chi mi ha dato ragione verrà nominato generale delle mie armate, chi ha avversato le mie idee verrà spedito in Siberia, e dovrà ascoltare file compressi e monofonici, come pena aggiuntiva.



Bravo, riesci ad essere sincero e dire la verità con ironia e anche "sfottendo" e intanto le tue discussioni continuano ad essere estensioni del tuo blog, con tanto di link emo


leoravera ha scritto:
Ci sono però altri aspetti di una cattiva abitudine all'ascolto, anche più rilevanti, primo tra tutti la frammentazione dell'ascolto. Quando ascoltiamo musica da PC facciamo anche altre cento cose, e spesso siamo interrotti o distratti


chi, cosa, quando? stai parlando di te, o ti riferisci al ragazzino che considera la musica un sottofondo delle sue giornate? Io sono musicista, ma non sopporto quei musicisti che pretendono che tutti, al di là delle proprie attitudini e passioni, debbano considerare la musica una priorità assoluta della loro esistenza. La musica è intrattenimento, cazzeggio, non necessità. Imparare l'inglese è una necessità, conoscere la grammatica e saper fare operazioni matematiche elementari è una necessità, ma la musica rimane comunque intrattenimento a tempo perso. E ti sto parlando da musicista, da uno che dedica alla musica almeno 6 ore al giorno tutti i giorni.

Quando scrivo musica oppure quando voglio ritagliarmi del tempo al semplice ascolto, mi sembra doveroso per gli altri rispettare i miei spazi e la mia privacy ( e lo stesso vale per me nei confronti di chi condivide la mia casa). Il discorso della nonna che interrompe o della mamma che interrompe o disturba perché deve fare le pulizie ha lo stesso sapore falso/ironico di quello che hai scritto sopra nelle ultime righe.

Non ha semplicemente senso parlare di deframmentazione dell'ascolto... musica diffusa in luoghi pubblici ecc...
La musica diffusa c'è sempre stata, la frammentazione dell'ascolto c'è sempre stato (oggi ci sono i pc, l'iphone ecc... ieri c'erano le radio e radioline).

Continuo a non vedere senso in tutto questo, se non quello di portare acqua al tuo mulino.

Detto tutto questo, ti richiedo nuovamente: qual'è esattamente il problema a cui ti riferisci, il fato che il ragazzino che sogna di fare il calciatore, il medico, il meccanico ecc... non consideri la musica una priorità assoluta della propria esistenza? Fammi capire!
Markelly 22-10-13 23.47
vin_roma ha scritto:
se avete qualche idea di chi si possa paragonare alle pietre miliari dei decenni scorsi fate qualche nome...


Rage Against The Machine, Pearl Jam, Faith No More, FFF... ma anche cento altri...
Markelly 22-10-13 23.54
Comunque la musica è musica, basta che non distorca e non saturi, poi va bene anche l'mp3, dai...
Considerando che io la musica ormai l'ascolto solo in macchina con un impianto appena decente, mi diverto un casino e riesco a sentire ogni sfumatura (non parlo di classica)
Questo per dire che il problema mi sembra sopravvalutato...
vin_roma 23-10-13 04.40
Non parlavo di ciò che uno, attraverso i propri gusti, sceglie come testimonial del momento...

Parlavo di "impronta" che abbia modificato o sovvertito alcuni dogmi musicali, che abbia rinnovato o sobillato gusti e costumi sociali di un dato periodo...

Levature che nella musica di consumo possiamo trovare, al di là dei gusti personali, in Peter Tosh, Jimi Hendrix, Kraftwerk, Elvis Presley, Beatles, Walter/Wendy Carlos, Antonio Carlos Jobim, Pastorius...
e, ripeto, nel nostro contesto gli italianissimi Dallara/Modugno, Lucio Dalla, Battisti...

Markelly, i nomi che hai postato possono anche piacere ed essere nominarti paladini del decennio... ma è una scelta personale.

Rage Against, Pearl Jam etc... sono un po' debolucci per essere accomunati all' incidenza storico/musicale di un Paul McCartney/John Lennon, di Michael Jackson, Johan Baez, Led Zeppelin, Astor Piazzolla...

...e non penso sia un' idea o un gusto personale per tanto sono distanti tra loro.



Ditene qualcun' altra...

...ci provo io? ...Mengoni?
Edited 23 Ott. 2013 6:38
Gixson 23-10-13 11.18
E' anche un fatto generazionale. Secondo me lo sbaglio è pensare che una volta i musicisti erano più bravi e per questo hanno fatto cose più memorabili. Oggi ci sono musicisti altrettanto bravi, c'è solo il problema che non è rimasto quasi nulla da inventare, se non al limite qualche sfumatura. Da qui il mio dubbio aperto nel thread linguaggio musicale. . Oggi c'è poco da inventare, devi solo cercare di fare canzoni orecchiabili che vendono, cercando anche di assomigliare il meno possibile a qualcun altro. Per quanto mi riguarda, dei gruppi citati oggi ascolto solo Beatles e Led Zeppelin. Il resto di ciò che ascolto arriva al massimo alla prima metà degli anni '90 (e dire che non sono proprio un giovanotto). Una cosa da notare però è che oggi è più difficile (se non impossibile) vedere un artista sfornare più di un album di grande successo.

Se vuoi un nome recente da affiancare ai grandi del passato direi Amy Winehouse. Lady gaga non ha nulla da invidiare a Madonna (anche se qua stiamo uscendo un po' dai miti sopra citati). Se chiedi ad un 18 enne musicista quale sia il suo modello, è facile che ti risponda 3 doors down e non Led Zeppelin (parlo del mondo anglosassone, in italia non conosco). In inghilterra oggi è più facile sentire cantare pezzi degli Oasis che non quelli dei Beatles. Perè è anche vero che gli Oasis hanno ormai 20 anni alle spalle. Stesso discorso coi Radiohead, i Nirvana e il grandissimo e ancora in pista Dave Grohl. E che stiamo parlando solo del mainstream, nell'underground ci sarebbe da perdersi.

Edited 23 Ott. 2013 9:22
leoravera 23-10-13 14.38
Gixson ha scritto:
Continuo a non vedere senso in tutto questo, se non quello di portare acqua al tuo mulino.

Detto tutto questo, ti richiedo nuovamente: qual'è esattamente il problema a cui ti riferisci, il fato che il ragazzino che sogna di fare il calciatore, il medico, il meccanico ecc... non consideri la musica una priorità assoluta della propria esistenza? Fammi capire!


Sintetizzo ciò che ho inteso criticare:

1) l'utilizzo di formati digitali compressi, non giustificato in alcun modo dallo sviluppo delle tecnologie.

2) L'abitudine consolidata ad un ascolto frammentato, pieno di interruzioni quali: email in arrivo, notifiche facebook, telefonate ecc.

3) L'eccesso di musica, che suona in ogni dove, dalla pompa di benzina alla sala d'aspetto del medico, con conseguente assuefazione e svilimento.

4) L'ascolto della musica come insieme di singoli brani, perdendo del tutto la dimensione dell'album, scelta con cura (in alcuni casi) dagli artisti. Spesso gli mp3 sono buttati a casaccio in computer, telefonino, lettore.

Sono questi problemi gravi quanto le guerre, le malattie, l'effetto serra?
No, non lo sono.

Ho voluto però suggerire a qualche amico o sconosciuto lettore, che un album come "Dark side of the moon" dei Pink Floyd, ascoltato per intero, senza interruzioni e con idoneo apparato (non dal vivavoce del telefono) può fornire un piacere enormemente superiore all'ascolto delle stesse tracce, scelte a casaccio dall'hard disk del portatile ed eseguite mentre giochiamo al solitario, sentiamo i risultati della domenica di campionato e distrattamente guardiamo un video hard su XXXXXXX.

A musicisti,ascoltatori raffinati e competenti, proprietari di costosissimi impianti HIFI e di bunker a prova di familiari, voglio dare un'altro consiglio: ogni tanto spegnete la musica e dedicatevi a giocare al solitario, ascoltare "tutto il calcio minuto per minuto", guardare un video hard su XXXXXXX.
Gixson 23-10-13 18.20
Ok, ma forse non ti rendi conto che stai dicendo cose talmente ovvie che spiazzano.

E comunque il problema nasce dal fatto che il tuo è un discorso totalmente autoreferenziale.


p.s. lo sai: ho sentito dire che un film visto per intero, comodamente seduti e senza disturbi esterni e/o interruzioni e interferenze è più godibile che "guardato" a spezzoni, mentre facciamo lavori di casa o mentre i nostri familiari ci ballano il moonwalk davanti allo schermo? Pensa un po' emo
Edited 23 Ott. 2013 16:22
Markelly 24-10-13 22.01
leoravera ha scritto:
può fornire un piacere enormemente superiore


Vuoi vedere che tutta la musica si esaurisce in questa paroletta qua... emo
gunt 28-10-13 02.53
in realtà ognuno della musica ne deve fare quello che vuole altrimenti che arte sarebbe emo

anzi al giorno d'oggi l'alfabetizzazione musicale è a livelli mai raggiunti prima. Il ragazzo che 30 anni fa non avrebbe ascoltato musica se non durante una festa oggi si fa lui la sua compilation personale... bè è come iniziare a mettere una timida firma al posto della croce emo

in realtà il vero problema è nel non riuscire a vedere la musica come un fattore personale. E' come un odore. Forse io non gradisco sorbirmi il tuo olezzo sonoro, ma mi costringi... e mi sorbisco il baretto con la caraibica, gli x factor al supermercato, le metro, etc. e non parlo di entrare in un locale e sentire una canzone pessima (posso sempre uscire) ma di stare a casa, attraversare la città e sentire cose che al più mi intristiscono demotivanti (così come è demotivante camminare in un quartiere brutto architettonicamente)... lo dicevi anche un pò tu nel tuo intervento...

il problema quindi non è come la gente ascolta (l'appassionato e il distratto chiedono alla musica due cose diverse. Giusto che tutti abbiano ciò che chiedono), ma che la musica da atto privato si fa violentemente pubblico... e a mio avviso anche redigere una serie di "regole" su come la musica andrebbe ascoltata (no mp3, no distrazioni, no canzone singola, no impianto scadente, no questo, no quello) fa parte della stessa "violenza" cioè imporre la propria visione della musica... non trovi?
Edited 28 Ott. 2013 1:54
salvafunk 28-10-13 13.07
Bella discussione.
Cito solo una parola per riassumere il mio pensiero: cultura musicale. e con cio' non intendo certo nozionismo pure e semplice (anche se in molti manca ), parlo dell'educazione all'ascolto critico e consapevole.