Gixson, devo ammettere che comunicare con te è stimolante, mi dai modo di farmi domande e di cercarne le risposte...
Il nodo dei tuoi discorsi è: la musica italiana è ai margini della comunicazione globale... ma (chiedo io), secondo te è per provincialismo o per linguaggio fisiologico?
E' vero che raramente siamo tra i big riconosciuti a livello internazionale e quando lo siamo, ci piaccia o no, lo facciamo con la nostra tradizione (Mr. Volare, Bocelli o il fu Pavarotti...) ma uno dei problemi del poco riconoscimento globale è sicuramente la lingua e il contesto geografico.
Quando la musica di consumo "spingeva" in tutto l' occidente da noi andavano Gianni Morandi e Little Tony, c' erano i musicarelli dove spesso Gianni faceva il militare... condizioni associabili al solo nostro contesto sociale perché dall' altra parte si andava in Vietnam causando ben altri risvolti culturali. Ma c' erano anche gli Area, la PFM (nel '73 entrò nelle classifiche americane... al 150° posto e non era male!). I Genesis a livello mondiale erano degli sconosciuti, sono in Italia trovarono un pubblico attento che li comprese e gli dette la forza di non chiudere l' avventura con i risultati che poi ci sono stati.
Il territorio è piccolo e la lingua pure poco conosciuta ma questo non ha impedito la nascita di personaggi grandi come Lucio Dalla o Battisti o De André. Io penso che all' estero non ci siano eguali e il problema è che non potevano comunicare fuori dai confini perché il territorio e il costume "ristretto" italiano non poteva essere compreso fuori ma l' intensità e la profondità musicale c' era tutta.
Mina secondo me è stata una cantante che avrebbe meritato molta più visibilità internazionale, i maestri di una volta: Canfora, Simonetti, Pisano, non avrebbero sfigurato in nessuno show a stelle e strisce... La vivacità di una Rita Pavone all' epoca incantò le platee americane..., con Alan Sorrenti lavorai appena dopo che tornò dal suo periodo negli USA e mi raccontava che Figli delle Stelle provocò il fenomeno molto americano di andare in giro con le stelline luminose in testa... come fenomeno italiano c' è da citare pure Benigni che ogni volta che è ospite nelle TV americane lascia il segno...
E' ovvio che una società più imponente detta legge e apre le strade, se da noi c' è un Benigni, in America ce ne sono 15... 20!
Non è che non veda le differenze tra l' Italia e le società anglofone, è che cerco di dargli una spiegazione non buttando via tutto a priori.
Quindi credo che non è questione di qualità ma di messaggio intrinseco. Noi abbiamo verdi colline e paesaggi addomesticati, per quanto se ne dica, da noi, grazie a millenni di uso del territorio, viviamo, come in molta parte d' Europa, in realtà "tranquille e sicure". Da altre parti è tutto più duro, il caldo tropicale è un' altra cosa, come il freddo in Canada, le distanze e le strade non sono quelle nostre e la gente vive e si muove su altri piani e con altre esigenze sociali e in questi contesti è difficile che si imponga un "Dedicato a te" de "le vibrazioni" con la passeggiata sui navigli... è una nostra realtà, anche comoda e troppo facile, ma per toccare certe corde all' estero tocca andare più su.
continua>>>
Edited 5 Ott. 2013 16:49