Percorso di studi per pianista da pianobar

giulio12 20-08-13 23.07
Ciao a tutti. Vorrei confrontarmi con voi in merito ai programmi di studio da costruire per fare del piano-bar decente. Le scuole di musica che si incontrano insegnano quasi esclusivamente la musica classica e quasi nessun maestro è in grado di insegnare l'accompagnamento pianistico per accompagnare un cantante. Mi trovo quindi di fronte alla difficoltà di costruire un piano di studi per crescere nell'accompagnamento pianistico. Premetto che suono da quasi cinque anni. Ho preso alcuni anni di lezioni private. Me la cavo abbastanza con la lettura a mani unite del pentagramma a prima vista. Ho studiato armonia su diversi testi e conosco gli accordi ed i loro rivolti in forma stretta. Suono musica pop rock che cerco di arrangiare con il pianoforte a due mani seguendo basi midi o styles (quando non reperisco le basi di interesse). Suono anche pezzi di musica moderna tipo Allevi o Yruma ecc per farvi capire. Secondo voi quale potrebbe essere un percorso di studi da costruire per fare del buon piano-bar? Aggiungo che già studio scale ed arpeggi e che ho fatto un corso di canto. Costruisco i miei arrangiamenti utilizzando spartiti con la linea melodica e gli accordi. Uso le note contenute negli spartiti anche per arricchire il mio arrangiamento . Ci sono dei pezzi o della musica che è indicato studiare per migliorare un aspirante pianobarista? Dovrei studiare un genere piuttosto di un altro? Blues piuttosto che salsa piuttosto che ne so? Intanto sto cercando di approfondire il pop rock ed anche solo così il materiale da studiare è molto.. emo
Michele76 21-08-13 17.19
Non conosco percorsi per il "pianobar". D'altra parte lo studio cosiddetto "classico" è quello che comunque forma e aiuta nell'ottica dell'approccio allo strumento. Il "problema" di chi fa solo uno studio di tipo "classico" è di estraniarsi troppo dal lato attuale dell'utilizzo di certi strumenti. Per il resto, la manualità e la formazione allo strumento si fanno comunque con quel tipo di studio. Comunque con quella tipologia di studio, che tu la incentri su scale di un certo tipo o su altre, il modo di studiare è il solito. E' un percorso che richiede tempo e come al solito, se sei seguito da una persona che fa queste cose e te ne fidi, devi seguire i suoi consigli senza voler bruciare le tappe e senza fare come quelli che dicono "si ma io vorrei fare questo..." che vogliono fare come vogliono e ottengono troppo spesso pochi risultati.
Sulla base dello studio "più o meno classico", che è la formazione, questo volume secondo me è molto valido e la parola "solo" non è tanto intesa come realizzare degli assolo jazz ma piuttosto, indica il suonare in piano solo. Parte dal concetto di essere utilizzato da chi comunque il pianoforte lo sa già suonare almeno in maniera basilare e sviluppo i vari concetti di come realizzare gli accordi siglati sulle melodie, di come aggiungere il ritmo perché alla fine le tre componenti di melodia, ritmo e armonia sono la TRINITA' in un certo senso, di chi suona uno strumento con possibilità simili al pianoforte, dove, da solo, devi sintetizzare un po' tutte le funzioni di un'orchestra, quindi già questo ti suggerisce che comunque quello che è chiamato studio "classico", a livello di preparazione è ottimo, ma bisogna poi differenziare la "mentalità" dell'approccio alla musica.
Infatti come c'è il famoso "diplomato che suona solo con lo spartito", ci sono numerosi studenti in conservatorio che per passione si dedicano anche alla "mentalità" della cosiddetta musica leggera e dunque sono avvantaggiati su questi versanti. Poi c'è chi "capta" certe informazioni perché è più portato di altri e chi queste informazioni non le ha nemmeno mai intraviste, anche perché non c'è l'interesse personale.

Chiaramente non bisogna mai strafare, ma partire sempre dalla massima sintesi che funzioni bene. Se poi per pianobar intendi tu che suoni il pianoforte e canti, è leggermente diverso dal pianobar dove suoni il pianoforte solo, però le "basi" e la "mentalità" sono le stesse. Lo studio dei pezzi e degli esercizi è sempre ottimo. Ovviamente se vuoi avvicinarti al blues devi dirigerti su quel "linguaggio" e studiare i suoi licks cosiddetti e lo stesso vale per ogni "genere". Imparare un "genere" è il concetto di imparare una lingua, tempi compresi. Ovviamente si apprende bene quello per il quale ci sentiamo predisposti, quello che ci piace ascoltare.

Il musicista che fa "tutto bene" non si vede molto spesso, è una bestia rara emo
DaniloSesti 21-08-13 17.47
Ciao :D Guarda....se hai bisogno di un insegnante e non ne trovi uno dalle tue parti,prova a considerare QUA :D fanno anche lezioni online e una telefonata tanto per sentire,spiegare la situazione e farti le tue considerazioni non ti costa nienteemo

Edited 21 Ago. 2013 15:48
giulio12 21-08-13 19.16
@ DaniloSesti
Ciao :D Guarda....se hai bisogno di un insegnante e non ne trovi uno dalle tue parti,prova a considerare QUA :D fanno anche lezioni online e una telefonata tanto per sentire,spiegare la situazione e farti le tue considerazioni non ti costa nienteemo

Edited 21 Ago. 2013 15:48
Ho acquistato due o tre libri di Walter Savelli e devo dire che l'accompagnamento che propone è quello che sento maggiormente mio. Infatti il predetto pianista ha collaborato con Baglioni per la creazione di diversi accompagnamenti pianistici e lo stile di Baglioni mi piace molto. Ho sentito parlare della sua scuola, ma prima di prendere lezioni on line, vorrei cercare qualche insegnante dalle mie parti per avere un contatto più diretto. Terrò comunque in considerazione la tua segnalazione. Ti mando un thanks
giulio12 21-08-13 19.21
@ Michele76
Non conosco percorsi per il "pianobar". D'altra parte lo studio cosiddetto "classico" è quello che comunque forma e aiuta nell'ottica dell'approccio allo strumento. Il "problema" di chi fa solo uno studio di tipo "classico" è di estraniarsi troppo dal lato attuale dell'utilizzo di certi strumenti. Per il resto, la manualità e la formazione allo strumento si fanno comunque con quel tipo di studio. Comunque con quella tipologia di studio, che tu la incentri su scale di un certo tipo o su altre, il modo di studiare è il solito. E' un percorso che richiede tempo e come al solito, se sei seguito da una persona che fa queste cose e te ne fidi, devi seguire i suoi consigli senza voler bruciare le tappe e senza fare come quelli che dicono "si ma io vorrei fare questo..." che vogliono fare come vogliono e ottengono troppo spesso pochi risultati.
Sulla base dello studio "più o meno classico", che è la formazione, questo volume secondo me è molto valido e la parola "solo" non è tanto intesa come realizzare degli assolo jazz ma piuttosto, indica il suonare in piano solo. Parte dal concetto di essere utilizzato da chi comunque il pianoforte lo sa già suonare almeno in maniera basilare e sviluppo i vari concetti di come realizzare gli accordi siglati sulle melodie, di come aggiungere il ritmo perché alla fine le tre componenti di melodia, ritmo e armonia sono la TRINITA' in un certo senso, di chi suona uno strumento con possibilità simili al pianoforte, dove, da solo, devi sintetizzare un po' tutte le funzioni di un'orchestra, quindi già questo ti suggerisce che comunque quello che è chiamato studio "classico", a livello di preparazione è ottimo, ma bisogna poi differenziare la "mentalità" dell'approccio alla musica.
Infatti come c'è il famoso "diplomato che suona solo con lo spartito", ci sono numerosi studenti in conservatorio che per passione si dedicano anche alla "mentalità" della cosiddetta musica leggera e dunque sono avvantaggiati su questi versanti. Poi c'è chi "capta" certe informazioni perché è più portato di altri e chi queste informazioni non le ha nemmeno mai intraviste, anche perché non c'è l'interesse personale.

Chiaramente non bisogna mai strafare, ma partire sempre dalla massima sintesi che funzioni bene. Se poi per pianobar intendi tu che suoni il pianoforte e canti, è leggermente diverso dal pianobar dove suoni il pianoforte solo, però le "basi" e la "mentalità" sono le stesse. Lo studio dei pezzi e degli esercizi è sempre ottimo. Ovviamente se vuoi avvicinarti al blues devi dirigerti su quel "linguaggio" e studiare i suoi licks cosiddetti e lo stesso vale per ogni "genere". Imparare un "genere" è il concetto di imparare una lingua, tempi compresi. Ovviamente si apprende bene quello per il quale ci sentiamo predisposti, quello che ci piace ascoltare.

Il musicista che fa "tutto bene" non si vede molto spesso, è una bestia rara emo
Hai fatto un'analisi molto lucida e precisa della questione. La problematica maggiore è trovare un insegnante che accompagni l'allievo nell'attività di accompagnamento per cantante, con la possibilità di sviluppare un arrangiamento ricco a due mani. Sono d'accordo che bisogna studiare armonia, ritmo e sviluppare l'armonia di un pezzo e però va tutto miscelato con sapiente arrangiamento. La difficoltà sta proprio li. Intanto, finchè non troverò un insegnante come dico io, potrei proseguire con lo studio classico per migliorare la tecnica e cercare magari quel libro da te segnalato... Un Thanks anche a te...
Michele76 22-08-13 01.14
Quello, è un bel libro. Va nella direzione del jazz chiaramente, anche come voicing e tipo di accompagnamento che utilizza. Ma con un minimo di esperienza vedi subito che è comunque "adattabile" anche ad altri "generi" musicali. Se ti migliori tecnicamente, anche senza strafare, basta tenersi in allenamento, con un occhio allo stile che preferisci, non puoi che migliorare e molte cose che ascolterai nei dischi che ti piacciono, piano piano ti verrano più d'istinto