Ieri mi è arrivato il DSI Prophet 12 che avevo ordinato due o tre mesi fa. Volete sapere cosa ne penso? Prima un po' di "gear porn":
qualche foto su Picasa.
Visto quant'è carino?
Bellissimo il 12 che s'illumina, anche se preferivo il logo illuminato del Virus sul retro del TI che si illuminava di bianco a tempo del bpm
Innanzitutto, partiamo coi soliti luoghi comuni e le frasi fatte, cioè che non sarà mai come un Prophet 5, che non è interamente analogico quindi non bisogna illudersi di stare a suonare un synth analogico, che il mio falegname con 30 mila lire la fa meglio, ecc. Detto questo, accettiamo le cose come stanno e diciamocelo seriamente: non sarà interamente analogico ma non è nemmeno interamente digitale. Tutto dipende da cosa uno si aspetta da un synth di fascia alta. Io credo che ognuno di noi si sia fatto la sua idea su cos'è un synth analogico, c'è chi crede che l'analogico suoni meglio per partito preso, chi lo dice solo per fare eco a quello che sente dire in giro, chi invece è convinto che un analogico sia meno preciso di un digitale. La verità è che c'è analogico e analogico, e non è detto che perché un synth sia analogico debba per forza suonare bene, stonato, impreciso, avere un suono ricco e imprevedibile. Esistono anche analogici precisissimi che non stonano e che non hanno difetti evidenti, ed esistono anche degli analogici che suonano poveri e scuri.
Quindi come cavolo suona 'sto P12? Suona come un synth ibrido del 2012, preciso, pulito, versatile, completo. E' sempre difficile trovare degli aggettivi che descrivano in modo univoco una percezione sensoriale che, nella realtà, può cambiare da un individuo all'altro, quindi non vale niente dire "suona caldo", "suona freddo", "suona di brutto", ecc.
La prima cosa che ho apprezzato è l'ottimo layout dell'interfaccia, il feeling che si viene a creare col pannello all'atto di voler intervenire sul suono. Molti synth saranno anche completi e pieni di spippoli da spippolare, ma non sempre avere la distesa dei potenziometri sotto al naso significa facilità e comfort nell'interazione con lo strumento. Il P12 invece è uno di quei synth che si può usare in tutto senza nemmeno guardare il display. Offre tanto ma non troppo. La cosa intelligente è che ci sono i potenziometri dove ci vanno i potenziometri, e gli encoder dove effettivamente ci vogliono gli encoder, e questa è una genialata non da poco. I pulsanti sono pochi, quelli che servono, messi al posto giusto nel modo giusto.
Insomma l'interfaccia è davvero OK, e per me in un polysynth l'interfaccia è più importante del suono, perché se devo "usare" uno strumento, oltre che suonarlo, questo si deve lasciar usare come dico io.
Il display offre delle informazioni utili ma non tante, e molto di ciò che offre il display è accessibile anche dal pannello, quindi non è necessario in ogni momento. Quando la pagina del display si aggiorna muovendo un controllo, alcuni parametri sono accessibili anche dagli encoder posti sopra al display, ad esempio per un intervento di precisione. La stessa cosa si può fare anche con l'Andromeda, ma la cosa assurda è che l'A6 ha i potenziometri sotto al display, quindi aggiustare un parametro con precisione diventa un'impresa! Gli encoder vanno meglio, per questo scopo.
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