ovvero, quelle che nonostante l' effetto vintage, erano obiettivamente dei cessi.
Questo perché, è vero, si tende a mitizzare ogni cosa appartenuta ai tempi "gloriosi". Ma, come oggi, anche allora c' erano tastiere così così.
Partendo da lontano: Elka Capri Junior... niente a che vedere con i Farfisa che una loro dignità l' avevano.
SIEL Cruise... avevo anche il Mono che non era male... ma questo polifonico, per quanto potevi modificare, era sempre un fisarmonicone informe, archi o brass non cambiava niente. Solo un modesto church organ diceva qualcosa.
Logan Piano: questo si che era veramente un cesso! Fatto in truciolato, pesantissimo, non suonava manco a calci e le imitazioni di pf. e el. piano erano oltremodo penose!
D5 Roland... sulla scia dei parziali come generatori... debole e raccapricciante in uscita... lo presi solo per controllare dal vivo uno splendido S550.
Proteus exp. 1 e 2. tanto blasonati ma in pratica i pianoforti erano già indietro rispetto alla concorrenza, archi "fermi", senza anima, si salvava, per me, solo l' oboe sugli orchestrali. Anche se il suono in uscita era dirompente... dirompente ma brutto!
Roland D70... per me, a dispetto delle caratteristiche sulla carta, era eterea come un fantasma dal vivo e come per la SIEL, archi o brass non cambiava niente... venduta subito.
Metterei anche la T3... troppo Korg nel lato peggiore del marchio... scura, dal vivo usciva poco. Molto meglio la successiva 01W.
Chi vuol mettere le sue esperienze?
Edited 9 Ago. 2013 1:33